Sport, Lucca prenda il treno per le olimpiadi 2032

Impianti sportivi, quale futuro? È appena riaperto lo stadio Porta Elisa, palcoscenico per una Lucchese in serie D al momento non particolarmente brillante. Ma dopo lo storico impianti c’è, davvero, il vuoto. Lo ha dimostrato il fatto che la società rossonera, quando non ha potuto usufruire della ‘sua’ struttura è dovuta emigrare in Versilia, a Forte dei Marmi e a Camaiore.
Per non parlare dell’altro stadio più importante della provincia, quello dei Pini di Viareggio, chiuso in attesa di un progetto di restauro che, forse, potrebbe arrivare in tempo per riuscire a riaprire la struttura per la Coppa Carnevale.

Ma se il calcio piange di certo gli altri sport non ridono. Si attende ancora il via dei lavori per il rifacimento della pista di atletica all’ex campo Coni di via delle Tagliate, il palasport che ospita il basket è stato sistemato ma necessita di una continua manutenzione perché non certo all’avanguardia come struttura sportiva, il rugby all’Acquedotto è costretto a spazi che non sono certo consoni alla realtà in crescita. Per non parlare poi di tutte quelle realtà minori che, in tutta la provincia, sono costrette a litigarsi spazi palestra e spazi acqua (emblematica la situazione attuale alla piscina di Massarosa).
Ma lo sport non sembra, anche per motivi di ristrettezze di bilancio, ai primi posti nelle agende politiche degli enti locali. Servono, d’altronde, risorse talmente ingenti per poter realizzare o riqualificare strutture che occorre attendere i momenti in cui anche dal governo o dal Coni arrivano stanziamenti importanti attraverso bandi o finanziamenti.
Ma dietro l’angolo, forse anche per Lucca, ci potrebbe essere un’opportunità da cogliere. Da qualche mese, infatti, si parla della possibilità di candidare Firenze e Bologna per le Olimpiadi del 2032 e questa potrebbe essere l’occasione per ripensare alle infrastrutture sportive, e non solo, di tutta la regione.
Lo stesso governatore Rossi oggi in una tavola rotonda per parlare del sogno Olimpiadi ha parlato proprio della necessità di colmare il gap infrastrutturale. Non solo aeroporto Vespucci e Alta Velocità, ma anche collegamenti viari all’altezza. “La Tirrenica – ha detto Enrico Rossi – non può finire in un tratturo. Prendete la cartina dell’Italia: l’unico punto dove c’è un vuoto nel sistema autostradale costiero è sulla costa toscana. Se pensiamo di utilizzare località costiere per eventuali competizioni, sono indispensabili almeno quattro corsie in sicurezza. Senza poi dimenticare le terze corsie autostradali, soprattutto sulla Firenze-Mare. Questi punti, oltre al fatto di impiegare bene le risorse a disposizione, sono condizioni base affinché la Toscana e l’area centrale possano essere in condizione di celebrare un evento così importante”.
E lo stesso si può dire, e pensare, anche per le infrastrutture sportive. Lucca può prendere un treno importante, guardando anche al passato non troppo lontano. I mondiali di ciclismo, ad esempio, che videro la partenza proprio da Lucca in una giornata tutta da ricordare. E che portarono a Lucca anche qualche finanziamento per riqualificazioni e abbellimenti, anche se non proprio riferite al movimento sportivo.
Anche Lucca, insomma, potrebbe sostenere la partita e farne parte. Se ci si pensa bene la distanza da Firenze è risibile rispetto a molte sedi di gare olimpiche che si sono viste in passato rispetto alla sede centrale dei giochi. E allora perché non pensare a palestre, strutture sportive, piscine, di supporto ai giochi olimpici toscani, emiliani e romagnoli che siano anche di ricaduta per un territorio che di strutture sportive nuove importanti non ne vede da decenni? Una questione su cui riflettere. Il prestigio e la storia sportiva della città lo meriterebbero.

Enrico Pace

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