Strage di Erba, continuano le indagini dell’agenzia lucchese Falco

La Falco Investigazioni sarà protagonista anche di un servizio delle Iene

Prosegue l’attività d’indagine dell’agenzia investigativa Falco di Lucca sul caso della strage di Erba. Le sentenze infatti non hanno ancora messo la parola fine ad un caso in cui le lacune sono molto evidenti e che suscita ancora oggi l’interesse dell’opinione pubblica. Un giallo che ancora fa discutere. Domani sera (13 febbraio) nel programma tv Le Iene, si parlerà dell’indagine dell’agenzia Falco e dei passi avanti fatti nella ricerca della verità.

Intanto il team di lavoro guidato dal direttore Davide Cannella e composto da Eugenio D’Orio biologo e genetista forense, gli investigatori privati Luca e Matteo Cannella, le tre criminologhe Mary Petrillo, Aida Francomacaro e Rossa Putignano, si sta muovendo con alcune richieste nei confronti della procura.

Si tratta di un caso di risonanza nazionale: l’11 dicembre 2006 nel comune di Erba, in provincia di Como, in un condominio di via Armando Diaz, vengono rinvenuti i corpi senza vita di Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito della Cherubini, Mario Frigerio, ferito gravemente alla gola fu creduto morto dagli assalitori e riuscì a salvarsi. Con una sentenza di colpevolezza emessa il 3 maggio 2011 la Corte di Cassazione ha condannato all’ergastolo, ritenendoli esecutori dei delitti, i coniugi Olido Romano e Rosa Bazzi.

“Al di la delle lacunose dichiarazioni di Olindo e Rosa che dimostrano la scarsa conoscenza dei luoghi e dei fatti e della testimonianza di Frigerio, sulle quali si potrebbe aprire un lungo dibattito – dice il direttore della Falco, Davide Cannella – la presunta prova che da per certa la colpevolezza dei due coniugi è una traccia rinvenuta sul battitacco dell’autovettura di Olindo. La prova è presente nelle sentenza di Cassazione ed evidenziata come sangue e contenente il profilo di Valeria Cherubini. Dalle ricerche fatte dal nostro biologo forense abbiamo scoperto con certezza che non si tratta di una macchia di sangue“.

Ma se non è sangue che cos’è? “La risposta potrebbe darla il professor Eugenio D’Orio – prosegue Cannella – ma potrebbe essere qualsiasi cosa, anche saliva per esempio, di certo sappiamo che non si tratta di sangue”.

Le nuove indagini della Falco Investigazioni continuano a concentrarsi in ambito scientifico: “Abbiamo richiesto degli approfondimenti tecnico-scientifici su 101 reperti presenti sul luogo del delitto che durante i processi sono stati analizzati a campione – dice Cannella –. Noi riteniamo che con i nuovi ritrovati tecnologici e con un esame sistematico su ognuno di questi oggetti si possa fare chiarezza su come si sono svolti i fatti”.

Si tratta di una strada intrapresa recentemente anche dagli avvocati di Olindo e Rosa, le cui linee di indagine con il team della Falco seguono binari simili, e per la quale sono stati negati gli accessi. “Non conosco la richiesta degli avvocati difensori – dice Cannella – e quali reperti puntavano ad analizzare. Di certo la negazione all’accesso di questi reperti è a nostro parere un grave danno all’accertamento della verità su questo caso giudiziario che mostra molti lati oscuri tutt’altro che pacifici”.

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