Lucca piange la scomparsa dell’insegnante Silvia Torselli Passalia

La donna, 96 anni, ha trasmesso amore per la letteratura e per il latino a generazioni di studenti. È stata una 'ragazza del 2 giugno'

Poche persone attraversano con immutata eleganza quasi un secolo. Una di queste è stata Silvia Torselli Passalia, insegnante di Lucca, scomparsa oggi (21 aprile) all’età di 96 anni all’ospedale no-Covid di Castelnuovo di Garfagnana, dove era ricoverata da qualche giorno.

Se ne è andata nel bel mezzo di un’epidemia manzoniana, nella cittadina che ha visto Ludovico Ariosto nei panni di governatore estense. E ha scelto proprio questa data per farlo, 2773 anni ab Urbe condita, lei che ha trasmesso amore per la letteratura e per il latino a molte generazioni di studenti. Un’architettura di coincidenze quasi da romanzo – e forse, se le fosse stato predetto, ne avrebbe sorriso.

Negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta (fino al 1986, anno del pensionamento), ha educato alle lettere e ai valori dell’umanesimo ragazzi e ragazze delle medie – la Bonagiunta, che oggi non esiste più, e la Chelini – e poi quelli dell’istituto tecnico per geometri Carrara. E ancora: numerose e belle lezioni private di latino, fino a pochi anni fa, impartite con una generosità spesso dimentica dell’orologio.

Silvia, a ben vedere, non ha mai smesso di insegnare – perché non ha mai perso la curiosità di imparare, la gioia della conoscenza, il piacere della lettura e, soprattutto, della relazione con l’altro. Consapevole sempre che nessun sapere potesse essere donato davvero senza che ci si innamorasse un po’. E accadeva, come un incantesimo, ogni volta: bastava incontrare la sua forza, e respirarla. La stessa che ha percorso ore e ore di lezione e tanti dialoghi, tutti generativi.

Lucca perde oggi una donna di pensiero, impegnata anche sul piano civile: Silvia Torselli Passalia ha ricordato il suo voto al referendum del 1946 in una video-intervista che è divenuta parte del documentario Le ragazze del 2 giugno, realizzato 70 anni dopo l’affermazione della repubblica. Una registrazione in cui emerge l’approccio analitico, ragionato, che fin da bambina l’ha accompagnata: “Sono cresciuta in pieno regime: il fascismo non mi piaceva – dice nel filmato – perché voleva farci credere che Mussolini avesse sempre ragione. Ma nessun uomo può avere sempre ragione, è impossibile”.

Silvia lascia i figli Ferdinando e Giovanni Passalia, entrambi conosciuti in città anche grazie alla stessa dedizione della madre nell’insegnamento: il primo è docente di lettere al liceo Vallisneri, il secondo è pianista e insegnante al conservatorio di Parma. “Io voglio chiamarmi come i miei figli“, diceva spesso: da lì la scelta del cognome Passalia, voluto, portato con fierezza. Molti, infatti, l’hanno conosciuta e la ricordano solo come ‘la professoressa Passalia’.

La sua assenza tocca nel profondo anche le nuore, l’insegnante Rosella Romiti e l’assessore all’urbanistica del Comune di Lucca, Serena Mammini. Così come le giovani nipoti, Francesca e Angela Passalia.

Alla famiglia vanno le condoglianze di tutta la redazione di Lucca in Diretta.

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