Piano operativo, avanti l’iter. Mammini: “Disegniamo una città più condivisa e più verde”

La lezione della pandemia e le priorità dell'agenda urbanistica: infrastrutture, connessione, verde e cura

Manutenzione, messa in sicurezza e contrasto al consumo di suolo. Un sistema urbano indipendente e in dialogo col resto del mondo, a servizio della qualità della vita dei suoi abitanti. L’urbanistica non si è fermata a Lucca e va avanti il percorso per il piano operativo. Lo assicura l’assessore Serena Mammini, in una riflessione politica che non ignora i segni lasciati dal virus: “Il periodo che stiamo vivendo ha costretto gli uffici e i consulenti a una repentina nuova modalità di lavoro per il piano operativo, forte di nuove consapevolezze”.

“Siamo tutti collegati e la pandemia ci ha confermato che l’agire di uno ricade su molti: ecco perché dobbiamo essere pronti a un ‘dopo’, di cui oggi ignoriamo in parte la fisionomia, a restituire un nuovo progetto di città pubblica, concreto e possibile, insieme a regole semplici e chiare. Figlie di un ripensamento complessivo anche delle relazioni: più città condivisa, più servizi, più verde. Maggiore attenzione alle fasce deboli, più connessione e prossimità tra i diversi luoghi del vivere: tra residenza e lavoro, formazione, cultura e svago, commercio, sport e cura. Un’armonia che vogliamo pensare favorita, in un certo senso, dall’esperienza di questo tempo che ci riscopre più fragili: perché la malattia è uno spartiacque, segna la storia collettiva e sociale e, al contempo, offre l’occasione, drammatica, di invertire la rotta, di affievolire gli egoismi che dividono e di concedere alla città che vogliamo pianificare l’uso del ‘noi’ – dal ‘mio’ al ‘nostro’”.

“Il piano strutturale – afferma – ha fatto ordine e sintesi di obiettivi che conciliano la città presente, ereditata, con il suo possibile futuro. Il piano operativo sta entrando nel dettaglio del progetto di cura e manutenzione del centro storico, dei quartieri e dei paesi, con la messa in sicurezza del suolo e il contrasto al suo consumo: i prossimi scenari, infatti, saranno disegnati all’interno del territorio già urbanizzato, definito per la prima volta da una linea sulla cartografia. Vogliamo unire la città dentro, bella e potente, con la città intorno, più disordinata in seguito ad un’intensa produzione edilizia, riconfigurando opportunità e servizi il più possibile ‘a chilometro zero’; rafforzare il territorio valorizzando anche la diversità e la bellezza di ogni paesaggio, ambiente, nucleo. La struttura della città divenuta ormai diffusa, dovrà essere, adesso, un punto di forza, e lo sarà se sapremo creare un’ordinata e solida rete di relazioni infrastrutturali economiche e sociali. Una comunità che dialoga, solidale e coesa”.

“Occorre – aggiunge – continuare a dare colore a un disegno organico, ai tanti ‘non luoghi’ della città, ai vari spazi rimasti senz’anima e da rigenerare. E proseguire investendo in maniera forte sulle opere pubbliche, in primis sull’ossatura del sistema urbano: nella rete idrica e fognaria di cui purtroppo la nostra città ancora è in parte priva, in impianti per la circolarità della gestione dei rifiuti sulla quale si gioca l’indipendenza economica di un territorio, sulla produzione di energia rinnovabile, sulla messa in sicurezza, e sull’ampliamento delle reti tecnologiche. Possiamo portare avanti il lavoro sullo stile di vita e dell’abitare, sulla casa, sul bisogno di salute, sulla mobilità, sull’accesso ai servizi, sulla sicurezza e non da ultimo sull’educazione. Perché tutto è connesso, dal locale al globale, e tutto deve essere integrato. Il nostro territorio, visto nella sua unità di Piana di Lucca, può avere l’ambizione di essere ‘sistema urbano indipendente’ e, proprio perché autonomo, in grado di dialogare e aprirsi con il resto del mondo. Come un organismo vivente deve sviluppare anticorpi contro quei fattori che, se non ben governati, potrebbero delineare scenari critici di futuro: reti infrastrutturali insufficienti, un ambiente inquinato e a rischio idrogeologico, un complesso sistema di smaltimento dei rifiuti”.

“La storia della nostra città ci insegna – conclude -. La necessità di difendersi dagli attacchi nemici ha eretto le nostre Mura. Così come, in altri contesti, sono stati ricostruiti quartieri e ampliate strade per arginare la diffusione delle malattie e per un maggior controllo militare. L’urbanistica nasce anche per rispondere alla domanda di salute pubblica. Per questo una buona pianificazione, oggi, si rende ancor più indispensabile, con la necessaria rigenerazione dei tessuti urbani attraverso uno sguardo che accetti la sfida del cambiamento climatico, punti sempre al miglioramento della qualità della vita e, quindi, al benessere e alla salute. Torneremo a incontrarci prima dell’adozione del piano operativo, anche per riprendere il percorso di partecipazione che era iniziato a febbraio e che doveva continuare con gli incontri pubblici su temi specifici. Un iter prezioso che ha alle spalle un dialogo con la cittadinanza iniziato con la Casa della Città, nel dicembre 2013, e mai interrotto. Lo faremo ripartendo proprio dal tema dello spazio pubblico che avevamo già messo al centro del nostro disegno, ma che potrà sperimentare possibili nuove modalità di fruizione. Ringrazio chi è entrato in contatto con i tavoli informativi itineranti di febbraio: chi si è fermato a curiosare, a fare domande, lasciare un messaggio o solo per un saluto. I report, oggi, sono consultabili dal sito istituzionale del Comune. Torneremo a fare città insieme e saremo più determinati di prima: centrare l’obiettivo è una responsabilità che non vogliamo permetterci di mancare”.

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Commenti

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  1. Contrada S.Concordio
    Scritto da Contrada S.Concordio

    Ho presentato entro la scadenza fissata dal Comune al 31/7/2018 tre contributi al Piano Operativo e ad oggi non ho notizia se siano stati istruiti, presi in esame o rigettati: 1) Contributo al PO prot.97733 del 31/7/2018 concernente il recupero e valorizzazione dell’area ex Gesam, Porto e Chiesone: prospettavo un recupero dell’area senza alcuna costruzione (senza la Piazza Coperta), con riduzione dell’impatto del vascone interrato costruito 10 anni fa per lo Steccone, con verde e parcheggi di superficie ; 2) Contributo al PO prot.97729 del 31/7/2018: una proposta innovativa su come vanno fatte le piste ciclabili a Lucca, con graduale abbandono della pista ciclabile monolaterale bidirezionale in sede separata con cordolo e con progressivo passaggio a semplici fasce bilaterali senza cordoli ; 3) Contributo al PO sulle aree verdi di S.Concordio, con raccomandazione di non attuare gli stravolgimenti (pavimentazioni, gallerie coperte ed installazioni superflue) previsti nei Quartieri Social e con richiesta di rinunciare al progetto di costruzione di una nuova scuola nel parco di via Nottolini. Non sono a conoscenza se questi contributi siano mai stati presi in esame, ma la risposta è venuta dai fatti: è stata appaltata la costruzione della Piazza Coperta, edificio alto 16 metri e largo in pianta 1.500 mq (grande il doppio dello Steccone), sfregio ultimo e irreversibile all’area GEsam e al sito del Porto fluviale di Lucca; sono state fatte delle piste ciclabili a S.Concordio assurde, malprogettate, che già sono state rifatte in alcuni punti perché impedivano il passaggio dei mezzi, che sono l’opposto della soluzione molto più semplice e molto meno costosa da noi prospettata, che sono state la causa dello smantellamento della storica fontana in via Nottolini, sostituita da un inquietante “fontanello”; è delirante quanto è stato fatto alle aree verdi di S.Concordio, ove bisognava spendere 4 milioni di euro: si veda la cementificazione del parchino di trav.I di via Formica, e peggio ancora se possibile quello che verrà fatto con la “galleria coperta” tra via Savonarola e Pl.e Moro, oltre 200 metri di cemento e acciaio che si mangerà una fetta della Montagnola e toccherà i Chiariti; sta andando avanti il progetto della nuova scuola nel parco di via Nottolini. Tutti questi progetti contraddicono platealmente i principi teorici ispiratori della buona urbanistica del P.S.: recupero dell’esistente, stop al consumo di suolo, valorizzazione della identità dei luoghi, sostenibilità ambientale ecc. Sono 10 milioni di Euro tutti spesi in cemento ed acciaio, binomio a Lucca inscindibile con “lavori pubblici”. Cari assessori alla urbanistica, alla partecipazione, delegati ai Quartieri Social, ve lo devo dire: non va bene. La partecipazione, sia a PS che al PO, si è fermata al punto 7 (Decorazione) della scala Arnstein, secondo la quale “i cittadini sono usati, con finte consultazioni, per millantare la democraticità dei processi decisionali”. Credo di poterlo dire con cognizione di causa, perchè ho partecipato a decine di incontri sul P.S., ho perfino relazionato ad un seminario di approfondimento con una proiezione di diapositive sugli elementi identitari di S.Concordio, e il risultato è stato, di lì a poco, l’annientamento delle residue possibilità di ricostruire la memoria storica e l’identità di questo quartiere, nelle sue strade, nelle sue aree verdi, nei suoi monumenti simbolo. Tutto sacrificato, solo per non perdere i finanziamenti dei Quartieri Social. Sono stati fatti passare come “soldi regalati”, soldi europei, invece sono soldi del ministero delle Finanze, provenienti direttamente dalle nostre tasse, e il Comune di Lucca non poteva spenderli in modo peggiore. Ho periodicamente fatto presente, con mail ai responsabili del piano e alle facilitatrici, le carenze della fase di ascolto: mancanza di verbalizzazioni controfirmate, estrapolazioni arbitrarie ecc, pecche tutte ben e sinteticamente rappresentate nella famosa vignetta di Sesti (il Comune ascolta solo quelli che già la pensano come lui, e nella partecipazione cerca solo la conferma a quello che già sta facendo). Se potete correggere col Piano Operativo quello che già è in atto, se in nome della gravissima crisi economica che seguirà inevitabilmente la crisi sanitaria potete dirottare i finanziamenti che già avete impegnato nella Piazza Coperta, nella Galleria e installazioni alla Montagnola e nella nuova scuola, se volete dare un minimo di coerenza ai bei principi teorici che sbandierate, fatelo subito, per favore.

  2. Contrada S.Concordio
    Scritto da Contrada S.Concordio

    Ho presentato entro la scadenza fissata dal Comune al 31/7/2018 tre contributi al Piano Operativo e ad oggi non ho notizia se siano stati istruiti, presi in esame o rigettati: 1) Contributo al PO prot.97733 del 31/7/2018 concernente il recupero e valorizzazione dell’area ex Gesam, Porto e Chiesone: prospettavo un recupero dell’area senza alcuna costruzione (senza la Piazza Coperta), con riduzione dell’impatto del vascone interrato costruito 10 anni fa per lo Steccone, con realizzazione di verde e parcheggi di superficie; 2) Contributo al PO prot.97729 del 31/7/2018: una proposta innovativa su come vanno fatte le piste ciclabili a Lucca, con graduale abbandono della pista ciclabile monolaterale bidirezionale in sede separata con cordolo e con progressivo passaggio a semplici fasce bilaterali senza cordoli; 3) Contributo al PO sulle aree verdi di S.Concordio, con raccomandazione di non attuare gli stravolgimenti (pavimentazioni, gallerie coperte ed installazioni superflue) previsti nei Quartieri Social e con richiesta di rinunciare al progetto di costruzione di una nuova scuola nel parco di via Nottolini. Non sono a conoscenza se questi contributi siano mai stati presi in esame, ma la risposta è venuta dai fatti: è stata appaltata la costruzione della Piazza Coperta, edificio alto 16 metri e largo in pianta 1.500 mq (grande il doppio dello Steccone), sfregio ultimo e irreversibile all’area GEsam e al sito del Porto fluviale di Lucca; sono state fatte delle piste ciclabili a S.Concordio assurde, malprogettate, che già sono state rifatte in alcuni punti perché impedivano il passaggio dei mezzi, che sono l’opposto della soluzione molto più semplice e molto meno costosa da noi prospettata, che sono state la causa dello smantellamento della storica fontana in via Nottolini, sostituita da un inquietante “fontanello”; quanto è stato fatto alle aree verdi di S.Concordio, per le quali dovevano essere spesi 4 milioni di euro, è delirante: si veda la cementificazione del parchino di trav.I di via Formica, e peggio ancora se possibile quello che verrà fatto con la “galleria coperta” tra via Savonarola e Pl.e Moro, oltre 200 metri di cemento e acciaio che si mangerà una fetta della Montagnola e toccherà i Chiariti; sta andando avanti il progetto della nuova scuola nel parco di via Nottolini. Tutti questi progetti contraddicono platealmente i principi teorici ispiratori della buona urbanistica del P.S.: recupero dell’esistente, stop al consumo di suolo, valorizzazione della identità dei luoghi, sostenibilità ambientale ecc. Sono 10 milioni di Euro tutti spesi in cemento ed acciaio, binomio a Lucca inscindibile con “lavori pubblici”. Cari assessori alla urbanistica, alla partecipazione, delegati ai Quartieri Social, ve lo devo dire: non va bene. La partecipazione, sia a PS che al PO, si è fermata al punto 7 (Decorazione) della scala Arnstein, secondo la quale “i cittadini sono usati, con finte consultazioni, per millantare la democraticità dei processi decisionali”. Credo di poterlo dire con cognizione di causa, perchè ho partecipato a decine di incontri sul P.S., ho perfino relazionato ad un seminario di approfondimento con una proiezione di diapositive sugli elementi identitari di S.Concordio, e il risultato è stato, di lì a poco, l’annientamento delle residue possibilità di ricostruire la memoria storica e l’identità di questo quartiere, nelle sue strade, nelle sue aree verdi, nei suoi monumenti simbolo. Tutto sacrificato, solo per non perdere i finanziamenti dei Quartieri Social. Sono stati fatti passare come “soldi regalati”, soldi europei, invece sono soldi del ministero delle Finanze, provenienti direttamente dalle nostre tasse, e il Comune di Lucca non poteva spenderli in modo peggiore. Ho periodicamente fatto presente, con mail ai responsabili del piano e alle facilitatrici, le carenze della fase di ascolto: mancanza di verbalizzazioni controfirmate, estrapolazioni arbitrarie ecc, pecche tutte ben e sinteticamente rappresentate nella famosa vignetta di Sesti (il Comune ascolta solo quelli che già la pensano come lui, e nella partecipazione cerca solo la conferma a quello che già sta facendo). Se potete correggere col Piano Operativo quello che già è in atto, se in nome della gravissima crisi economica che seguirà inevitabilmente la crisi sanitaria potete dirottare i finanziamenti che già avete impegnato nella Piazza Coperta, nella Galleria ed installazioni alla Montagnola, se volete dare un minimo di coerenza ai bei principi teorici che sbandierate, fatelo subito, per favore. Clara Mei