Contributo agli affitti per le aziende chiuse per il lockdown, primo sì per i criteri di assegnazione

Il voto in commissione sulla destinazione dei 600mila euro stanziati dal Comune. Saranno accontentate circa 1200 realtà

Contributo agli affitti per le aziende che sono rimaste chiuse per il lockdown, primo sì in commissione bilancio ai criteri per l’assegnazione.

L’appuntamento si è tenuto questa mattina (10 luglio) ancora una volta in forma virtuale. L’occasione per discutere dei criteri decisi dall’amministrazione per distribuire i 600mila euro di contributi che sono stati ricavati in bilancio per il sostegno di quelle attività che maggiormente hanno patito la chiusura per l’emergenza Covid 19.

Ad illustrare il provvedimento l’assessore alle attività produttive, Valentina Mercanti: “L’iniziativa – dice in apertura – serve anche per aprire il dibattito sulla questione degli affitti. Il 95 per cento delle attività in centro storico, infatti, stanno chiudendo per la questione del caro affitti”.

Il contributo deciso è di 500 euro per il pagamento dell’affitto dei mesi di marzo e aprile, non imputabile ad altre voci di costo. Ad usufruirne sono le attività rimaste in lockdown, con sede legale e operativa nel Comune di Lucca. “A queste realtà – spiega Mercanti – abbiamo aggiunto librerie, scuole guida e strutture ricettive, che pur se sono state aperte prima o non sono state chiuse hanno vissuto una diminuzione del giro di affari davvero drastica”.

I criteri per l’assegnazione sono la presenza di un contratto regolarmente registrato, l’assenza di conflitti di interesse fra locatario e locatore, il non aver già beneficiato dell’esenzione del canone per il suolo pubblico. C’è poi un criterio economico: l’azienda non deve avere un volume di affari superiore a 500mila euro per cessione di beni e a 350mila euro per i servizi e non deve avere una superficie di vendita superiore ai 600 metri quadrati.

“Criteri – spiega l’assessora Mercanti – viste le limitate risorse che siamo in grado di mettere in campo, che servono a concentrare i contributi verso le microimprese che rischiano davvero di sparire a causa dell’emergenza economica. La stessa ragione che ci ha spinto ad escludere dal contributo chi beneficia dell’esenzione per il suolo pubblico, che rappresenta già un notevole impegno dal punto di vista del bilancio dall’amministrazione (la stima è di minori entrate per 1,5 milioni di euro, ndr)”.

Come hanno spiegato i tecnici con questo intervento potranno essere accontentate circa 1200 aziende. In caso di necessità di una graduatoria per riconoscere il contributo si utilizzeranno due criteri: il volume di affari del 2019 ai fini dell’Iva, tramite autocertificazione e, in caso di parità fra più soggetti, si favorirà chi ha un maggior numero di dipendenti. Sarà un software a gestire l’acquisizione delle domande e a stilare la graduatoria, sotto il controllo degli uffici comunali, che verificheranno l’applicazione dei criteri stabiliti.

Nel dibattito si inserisce la polemica del consigliere di centrodestra Marco Martinelli, che presenterà in Consiglio un emendamento per eliminare il criterio di esclusione di coloro che non pagano il suolo pubblico perché esentati dal governo. Secondo Martinelli, infatti, quella esenzione è stabilita dal governo e non dal Comune e sarà il governo a rimborsare l’ente che quindi non dovrebbe subire penalizzazioni sul bilancio.

Martinelli: “Contributo per gli affitti anche a chi non paga il suolo pubblico”

Per Enrico Torrini (SiAmo Lucca), invece, è il momento di “allargare i cordoni” ed eliminare tutti i criteri che limitano la concessione del contributo.

Il provvedimento in commissione ha ricevuto i voti favorevoli della maggioranza e l’astensione di Enrico Torrini (SiAmo Lucca). Martinelli ha abbandonato la commissione per protesta prima della fine.

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