Incuria al cantiere della Manifattura nord, il Comune alza la voce: “Danni al patrimonio artistico”

Ignoti si sono introdotti nel cantiere, danneggiando la recinzione. Ma il Comune ha le mani legate: "La responsabilità è dei curatori fallimentari di Aspera: o ci restituiscono l'area o intervengano"

L’avvicendarsi di due grandi ditte fallite, Unieco e Aspera, un cantiere abbandonato a se stesso da oltre un anno e mezzo, un buon 70 per cento di lavori ancora da fare e un contenzioso aperto che tiene la situazione in stallo. È questo l’amaro bilancio della ristrutturazione ex Piuss del comparto settentrionale della Manifattura tabacchi. Per procedere con i lavori occorre una nuova gara di appalto, impossibile da indire fino a che il Comune di Lucca non si sarà riappropriato del cantiere. Fino a quando, insomma, non si sarà risolta la vicenda – ferma a prima del lockdown – di fronte al giudice delle imprese di Firenze. E se i solleciti non sono ad oggi serviti a niente, non rimane che andare avanti per carte bollate.

È al vaglio dei legali del Comune di Lucca, infatti, una lettera con la quale l’ente richiede ai curatori fallimentari di intervenire prima che i segni dell’abbandono svalutino e compromettano un bene culturale, sottoposto peraltro a vincolo diretto della Sovrintendenza. La stessa richiesta era stata avanzata con un’ordinanza, rimasta inevasa – e i segni di muffa già visibili sulle tinteggiature esterne degli edifici ne sono la prova. E così, se le condizioni lo permetteranno, il Comune non si fermerà: “Non escludiamo una denuncia penale per danni al patrimonio artistico, magari portata avanti dalla stessa Sovrintendenza: siamo stanchi di farci prendere per il bavero. Se i curatori fallimentari vogliono andare avanti con il procedimento cautelare, non lascino andare in malora il cantiere. Altrimenti ce lo restituiscano”.

Questa, in sintesi, la volontà dell’amministrazione nel corso della commmissione consiliare urbanistica di ieri (15 luglio), espressa sia dall’assessore Serena Mammini, sia dalla dirigente Antonella Giannini. Una seduta che, insieme a quella della scorsa settimana, ha ripercorso la storia accidentata dei progetti Piuss Lucca dentro, poi rimodulati attraverso accordi di programma con la Regione Toscana. Ed è stata l’occasione per rifare il punto su quello che sarebbe stata oggi la porzione nord dell’ex opificio se prima Unieco, e poi Aspera, non fossero fallite. Progettualità che potranno concretizzarsi con la nuova gara e il completamento dei lavori.

A piano terra, una parte del chiostro rimarrebbe alla Sovrintendenza, con centro di documentazione e archivio, mentre un’altra parte vedrebbe realizzarsi l’Expo del fumetto, con caffetteria e bookshop. “Ce lo immaginiamo – ha detto l’assessore Mammini – non come un museo, da visitare una tantum, ma come un attrattore di cultura, un propulsore di attività che trattenga l’energia di Lucca Comics & Games per tutto l’anno: Lucca Crea sta già lavorando ai contenuti da tempo”.

Al primo e al secondo piano del chiostro, che vedrebbe al suo centro una piazza coperta, si insedierebbe la formazione universitaria di Campus. Nella porzione a L, quella che si affaccia su via Vittorio Emanuele II e piazzale Verdi, troveranno spazio sui tre piani (terra, primo e secondo) i servizi comunali con front office per cittadini e imprese.

Tutto bloccato dal contenzioso in corso. “Una vicenda che fa male alla città intera, indipendentemente dal colore dell’amministrazione – ha detto Mammini – perché il cantiere abbandonato è un’offesa al decoro di Lucca“. Ed è successo anche che ignoti abbiano forzato la recinzione e siano entrati, forse arrecando danni che il Comune non ha ancora potuto accertare proprio perché il cantiere non è nelle sue disponibilità.

“Abbiamo riparato la recinzione – ha spiegato l’ingegnere Giannini – e avvertito i curatori fallimentari, così come la Sovrintendenza. Ci sono teli che cadono, punti del tetto scoperti perché le protezioni provvisorie andrebbero sistemate, sono instabili: non oso immaginare cosa ci sia là dentro dopo tutto questo tempo di abbandono”. “Se una ditta fallita può tenere in scacco un Comune – ha chiosato l’assessore – e se un Comune non può concludere dei lavori pur avendo la disponibilità economica per farlo, forse c’è qualcosa che non va nel sistema”.

I passaggi che hanno portato a questa situazione sono stati ripercorsi dalla stessa commissione urbanistica. L’appalto integrato era stato affidato, con contratto firmato nel luglio 2013, a un’associazione temporanea di imprese (Ati) arrivata quarta in graduatoria di gara (le prime tre, infatti, erano risultate non idonee dalla verifiche successive), composta dalla Unieco di Reggio Emilia e dalle lucchesi Martinelli impianti Srl e Rama Srl. I lavori sono iniziati fattivamente nel dicembre 2014 e sono andati avanti fino al dicembre 2016.

La ‘macchina’ si inceppa perché Unieco non ha più la possibilità di pagare i subappaltatori – e per la legge di riferimento del contratto stipulato, il Comune di Lucca non può pagare i lavori fatti all’Ati Unieco senza le fatture dei pagamenti corrisposti ai subappaltatori. Un circolo vizioso che si ripeterà con Aspera, ditta di Genova che nel dicembre 2017 subentra quindi a Unieco, fallita, su indicazione delle ditte lucchesi dell’Ati.

I lavori alla Manifattura nord, quindi, riprendono e si aggiungono quelli per il miglioramento sismico (oggi completati all’80 per cento). Inizialmente tutto procede, poi iniziano a susseguirsi rallentamenti: vengono inviati pochi operai rispetto a quelli che servirebbero per rispettare il cronoprogramma e anche i materiali tardano ad arrivare o sono inadeguati.

Inadempimenti che motivano la direzione dei lavori ad avviare il procedimento di rescissione del contratto, come previsto dal codice, nel novembre 2018. Aspera si oppone, presenta ricorsi, ma non sgombera il cantiere – fino al fallimento, che il tribunale di Genova sentenzia nel settembre 2019. I curatori fallimentari, subentrati nel contenzioso per conto di Aspera, si sono quindi opposti al tribunale delle imprese di Firenze per contestare lo stato di consistenza redatto dalla direzione dei lavori – la fotografia, in sostanza, di cosa è stato fatto e cosa no nel momento in cui il cantiere si ferma. Sono stati effettuati due sopralluoghi, alla presenza del consulente tecnico di ufficio e dei due consulenti di parte, fino a che la pandemia di Covid-19 non ha nuovamente fermato il procedimento.

“Una storia complessa – ha commentato il presidente della commissione urbanistica, Gianni Giannini – che evidenzia le difficoltà, per le pubbliche amministrazione, di portare avanti grandi opere pubbliche persino quando ci sarebbero i finanziamenti. La porzione nord, lasciata a se stessa, sta già mostrando segni di incuria: figuriamoci come è messa la porzione sud, abbandonata dal 2004 e oggi al centro della cronaca cittadina per la proposta della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Ci dobbiamo chiedere, senza preguidizi, quale sia il bene di questi manufatti e di quale sia la via migliore per salvarli dal degrado“.

Un excursus che la consigliera di centrodestra, Simona Testaferrata, non ha voluto assecondare: “Concentriamoci sulla porzione nord – ha detto – e speriamo che presto il Comune possa procedere con una nuova gara di appalto che, magari, privilegi le ditte lucchesi che senz’altro hanno più a cuore la città”.

Un passaggio che, comunque, dovrà essere preceduto dalla riappropriazione del cantiere. Aggiunge l’ingegnere Antonella Giannini: “Quando sarà concluso l’accertamento tecnico preventivo al tribunale di Firenze, sarà necessario fare una nuova fotografia dello stato del cantiere, considerando anche i danni che si sono aggiunti in questo periodo di abbandono. Una volta che il cantiere tornerà nella disponibilità del Comune, sarà redatto un progetto di completamento e saranno riappaltati i lavori rimanenti, del valore di almeno 5 milioni e 350mila euro. Grazie al decreto ‘sblocca cantieri’ siamo già allo studio delle procedure semplificate utili per portare a compimento questa importante e sofferta riqualificazione”.

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