Manifattura sud, il dibattito in Consiglio si apre a comitati e associazioni. Il sindaco: “Nessuna proposta ancora accettata”

In scena l'assise aperta al contributo di realtà esterne. Scintille fra Tambellini e Bindocci. Tanti i dubbi sull'operazione di Fondazione Crl e Coima Sgr ed emergono distinguo anche in maggioranza

Manifattura sud, parlano associazioni e comitati. È dedicata ai loro dubbi sul progetto di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Coima Sgr la seduta del consiglio comunale aperto di oggi (8 settembre) richiesta dalle minoranze.

A introdurre la seduta è il consigliere Fabio Barsanti di Casapound: “Questo Consiglio – dice – è una tappa di un percorso molto importante relativo ad una zona di città rilevante, una tappa necessaria richiesta dalle opposizioni. Il dibattito e il confronto con la città fino ad ora è mancato. Si entra così finalmente nel vivo nel progetto fortemente contestato. Si tratta di un percorso faticoso da parte di noi consiglieri, non ci hanno praticamente mai coinvolto. Stasera noto delle grandi assenze, ovvero le categorie economiche e produttive, che nei mesi scorsi hanno appoggiato apertamente il progetto. Parlo per esempio di Confcommercio. Quello dell’ex manifattura è un progetto che va avanti ma che crea sempre più dubbi. È un progetto rischioso anche per la casse della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che rischia di privare per sempre la fruizione pubblica di questa parte di città abbandonata”.

Gli interventi delle associazioni

Per Michele Urbano (Legambiente Lucca) “l’ex Manifattura è un bene culturale con vincolo diretto, un bene comune di valenza strategica. Il project financing di un privato su un bene culturale pubblico è la testimonianza della mancanza di progettualità per la città. Noi proponiamo un riconoscimento all’insieme dei beni culturali presenti nella città storica quali ‘luoghi della cultura’, con l’obiettivo di attirare finanziamenti europei. Bandi che sono anche consistenti dal punto di vista economico. Serve una visione di insieme”.

Gli fa seguito Armando Sestani (Società di Mutuo Soccorso Lucca): “Siamo a fianco di coloro che, privi di protezione come i migranti – spiega –  hanno bisogno di un aiuto per mangiare. E lo facciamo con il contributo di decine e decine di compagni. Noi non viviamo in tempi bui, ma ci stiamo pericolosamente avvicinando ad essi. Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà ad una destinazione dell’ex Manifattura che privilegi i soliti noti, auspichiamo un utilizzo per un bene comune a servizio di tutti i cittadini. Non abbiamo bisogno di ulteriori fondi commerciali. Questo progetto non pratica il bene comune. Noi ci batteremo per una città inclusiva, tutti hanno diritto di vivere una vita dignitosa. Noi ci batteremo contro i cementificatori, basta asfaltare la terra del territorio. Questa amministrazione ha un progetto per Lucca che noi non sottoscriveremo mai”.

Portavoce della Rete dei Comitati è Gemma Urbani: “La Manifattura – dice – è un bene comune da difendere. Chiediamo chiarezza sulle modalità procedurali che hanno portato alla variante del regolamento urbanistico. Chiediamo anche un tempo di riflessione sulle scelte da compiere, è necessario. La cittadinanza ha bisogno di chiarimenti su questo opaco progetto. Richiamo tutti al senso di responsabilità. Qual è il vantaggio per questa di città di questa operazione? A cosa serve questo progetto? Non sembra un affare conveniente: diamo via un bene del genere per soli 3,2 milioni, non è giusto. Poco più di 100 euro al metro quadro. Così si condanna la città ad una svalutazione. Anche il parcheggio presenta diversi punti di criticità: io mi rifiuto di pagare la sosta ad un privato, per giunta milanese. Chi fa l’affare? Di certo non la cittadinanza. Serve un ripensamento da parte di tutti per il bene e il futuro della città”.

Letizia Rossi si presenta in assise come semplice cittadina: “Sono una semplice cittadina ed esprimo il desiderio di rivedere recuperata l’ex Manifattura e poterla valorizzare con servizi utili a cittadini e turisti. Lucca è un gioiello che può essere migliorato, serve trovare presto un punto di incontro”.

Si esprime anche il project manager Andrea Squilloni: “La portata dell’investimento sulla Manifattura non è da sottovalutare anche alla luce del momento difficile che stiamo attraversando. La bozza presentata è completa e piuttosto dettagliata. Alcune osservazioni: la durata della concessione è molto lunga, ci sono alcuni vincoli e clausole stringenti. Propongo di fare approfondimenti e aggiustamenti”.

Giovanna Traverso Coli, rappresentante di Vivere il Centro Storico ed ex consigliera di circoscrizione 1 entra nel dettaglio: “Ci teniamo a fare un ringraziamento per averci dato la possibilità in Consiglio, peccato non siano stati fatti parlare cittadini e associazioni anche su Sistema Ambiente. Siamo contenti che il baluardo San Paolino e la passerella siano usciti dal progetto Manifattura, era una bestialità. Una parte di Manifattura, per molto poco, si pensa di darla ad una società che ci far quella che pare essere una banale speculazione edilizia. Cosa ci guadagnano i cittadini? Dov’è il guadagno per la città? Ci piacerebbe capire che cosa ci guadagnano i cittadini con 90 appartamenti e 15 fondi commerciali, più alcuni fondi per il terziario, immessi sul mercato da Coima/Fondazione quando sembra che i milioni di euro per cui l’ immobile verrà ceduto saranno due o tre e lo sconto richiesto per gli oneri di urbanizzazione dovrebbe essere addirittura del 70%. Che dire poi del milione e trecentomila euro all’ anno che Metro smetterà di incassare dal parcheggio Manifattura. Ce la farà Metro a sopravvivere? Il parcheggio renderà 65 milioni di incasso sicuro in cinquanta anni che da soli ripagheranno abbondantemente l’investimento della Fondazione Cassa di Risparmio che si dice si aggiri sui 60 milioni. Dove è l’investimento da parte di Fondazione/Coima? Sembra che sarà sufficiente l’introito del parcheggio per sostenere l’intera operazione”. “Infine siamo sicuri che la Soprintendenza accetterà questo progetto? La Manifattura è enorme, ha grandi spazi, ha una “dote” di un milione e trecentomila euro l’anno che è un importo con il quale si potrebbero pagare grandi opere destinate alla cultura alla socialità o al divertimento. E la vogliamo regalare per un piatto di lenticchie? A Vergemoli il Sindaco vende i ruderi del vecchio borgo a 1 euro l’uno obbligando l’acquirente a ristrutturarlo. Lui si che in confronto a noi è un mago della finanza. A disfarsene non ci ha neanche pensato per un momento”.

Isabella Nutini di Extinction Rebellion Lucca punta il dito sull’impatto per l’ambiente: “Nella nostra città stiamo assistendo ad un dialogo difficoltoso. Si create divisioni all’interno della nostra comunità che potevano essere evitate. Manca una visione d’insieme, è questa l’impressione. La riqualificazione della manifattura deve essere inserita in un disegno molto più ampia che abbracci tutta la città. Abbiamo ancora pochi anni per realizzare un cambio di sistema che ci consenta di bloccare il riscaldamento del pianeta. Lucca ha già vista aumentare la temperatura media di quasi due gradi, non sono affatto pochi. Serve un piano organico per affrontare le molteplici urgenze del nostro territorio. Anche la Fondazione Crl dovrebbe affrontare l’emergenza climatica. L’operazione Manifattura prevede diversi parcheggi, ma c’è la necessità di rivedere la viabilità e disincentivare la mobilità privata e l’inquinamento. Stop anche alla cementificazione. Guardiamo Prato, dove verranno piantati 190mila alberi. La Manifattura è un bene culturale pubblico, ma anche gli alberi fanno parte del nostro territorio e sono una risorsa per la nostra sopravvivenza. Generano anche benefici economici. Bsta tagliare alberi per il cemento. Pensiamo al verde pubblico”.

Chiude gli interventi esterni Glauco Borella (Italia Nostra): “Siamo fortemente contrari a questo progetto, serviva coinvolgere i cittadini per ascoltare le esigenze della città. Ciò non è avvenuto, il Comune non si è chiesto cosa servisse a Lucca per il futuro. No alla passerella sulla Mura, lo ribadiamo con forza. L’amministrazione non si sarebbe fatta problemi neache a far utilizzare il baluardo San Paolino. È strano che nel 2020 non si pensi a far diventare le Mura patrimonio dell’umanità”.

L’intervento del sindaco e le scintille con il consigliere del M5S Bindocci

Il sindaco Alessandro Tambellini risponde puntualmente a tutti gli interventi dei cittadini: “Voglio rispondere a Michele Urbano di Legambiente, che ha citato una pubblicazione recente. Si è detto che la Manifattura è bene culturale, ma la Manifattura sud è stata iscritta tra i beni culturali nel 2013. Il vincolo fu messo per recuperare la manifattura nord alienando la manifattura sud. Questo è il fatto, chiedo di essere smentito. Sulla manifattura sud ci sarà la supervisione della Soprintendenza, per forza, ma al momento non disponiamo di progetti. Basta di parlare di opaco e di non chiaro. Signor Sestani, il bene comune non si mantiene a discorsi, richiede un impegno economico. Il Comune non arriva a tutto. In cosa, come amministrazione, siamo venuti meno in sostegno a chi ha minori possibilità? Cosa non abbiamo fatto? Gli interventi su San Vito, ad esempio, sono fatti per far star meglio le persone. La signora Urbani parla di opacità: quali sono questi elementi oscuri? Noi abbiamo avuto una proposta, che va analizzata e necessita un approfondimento. Ma non vi è nessun elemento di opacità. Questi progetto serve a riqualificare un contesto della città in fortissimo degrado, con funzioni che appartengono alla città. Noi abbiamo necessità di fare i conti, di mantenere il territorio che ha mille necessità, troppo facile parlare di immaginazione in maniere poco concreta. Si parla della variante, che semplicemente serve a semplificare un percorso che ha bisogno di semplificazioni. Ricordo che la questione del baluardo San Paolino l’abbiamo avanzata noi prima ancora delle dichiarazioni in Consiglio, siamo consapevoli del valore che hanno le Mura per la città. Invito tutti a leggere gli atti, sono state dette tante inesattezze. Non è possibile ipotizzare recupero parte nord della manifattura lasciando in queste condizioni quella sud. Nessuna amministrazione ha fatto come questa per allargare le piste ciclabili, una mobilità raddoppiata su rotaia che spero vada a compimento”.

“Certo rimane ancora molto da fare sul tema dell’ambiente – conclude   ma la costruzione della pista ciclabile non vuol dire cementificazione. Ricordo anche che abbiamo un piano per tremila piante. Ripeto, ogni atto che avremo in più sulla manifattura verrà diffuso. Mi preme dire che per me, sindaco della città, la Fondazione Crl  è una garanzia. Mi basta citare il complesso di San Francesco”.

Il dibattito si apre subito con le scintille tra sindaco e il consigliere del Movimento Cinque Stelle, Massimiliano Bindocci: “Basta dirmi ‘costituisciti’ – risponde innervosito il sindaco – in 65 anni non me lo ha detto nessuno e non deve dirmelo nemmeno lei. Basta provocazioni. Nella mia vita ho cercato di non fare male a nessuno, lei non deve permettersi di dire costituisciti: ho tre figli, non può permettersi di dire questo. Ho un’onorabilità alla quale tengo”.

Non si fa attendere la risposta di Bindocci che si sente attaccato: “Non ho un’onorabilità? – dice – E’ un’offesa gravissima, specialmente da una persona che dovrebbe essere il primo cittadino. Si vergogni”.

Il dibattito in Consiglio

Dopo le scintille tra il sindaco e il consigliere Bindocci, la parola passa al consigliere Claudio Cantini, capogruppo di Lucca Civica: “Prima di tutto, visto che anche in quest’aula ci sono state illazioni su maggioranze divise o ripensamenti, inviterei a leggere sempre gli articoli fino in fondo, senza fermarsi al titolo o estrapolare frasi dal contesto generale di quanto scritto. Detto questo, quello che occorre puntualizzare stasera, come ha fatto il sindaco e che vorrei chiarire di nuovo, è che qui, oggi, non dobbiamo prendere la decisione se accettare così come depositata agli atti la proposta, ma discutere se vogliamo intraprendere una trattativa articolata, con Coima e Fondazione, sui vari punti proposti per provare a raggiungere una nuova proposta che porti ad un accordo, che peraltro dovrà comunque essere messo a bando pubblico e quindi con la partecipazione di chiunque possa offrire condizioni migliori, oppure rinunciarvi a priori”.

“È del tutto evidente – prosegue Cantini – che la Manifattura sud sia attualmente in pessimo stato, e il rifacimento, con caratteristiche di elevata qualità, potrebbe riportare a nuovo e restituire a quella parte di città le funzioni proprie del tessuto urbano, e cioè le funzioni residenziali, commerciali, produttive che ridarebbero vita, dopo molti anni, all’intera Manifattura, dato che la parte nord, sia pure con la fatica derivante dai noti problemi, sta per essere ristrutturata con funzioni totalmente pubbliche. L’intera zona così rifatta potrebbe realmente rappresentare un modello da prendere ad esempio per tutte le altre città italiane e europee delle stesse dimensioni e far conoscere Lucca, ancor più di quanto non lo sia già, in tutto il continente e anche oltre. Questa ristrutturazione non può che avvenire tramite un accordo pubblico/privato (anche se ricordo che la Fondazione non è un vero e proprio ‘privato’ dato che ha forti connotazioni pubbliche), un accordo che potrebbe dar vita ad una fortissima ripartenza economica con l’investimento previsto per il rifacimento, più tutto l’indotto, che rappresenta un investimento molto importante per una città delle dimensioni come la nostra, soprattutto dopo il periodo di crisi dovuto al lockdown. Ristrutturazione, restituzione delle funzioni, ingenti investimenti: questo ci potrebbe guadagnare la città, per rispondere ad alcuni interventi. Ma non solo: questo investimento potrebbe far sì che lì si localizzassero importanti aziende produttive multinazionali, che diversamente potrebbero prendere altre strade che non restare a Lucca. Dio non lo voglia, ma allora sì che ci troveremmo a piangere”.

“Quindi mi chiedo – aggiunge Cantini – di cosa stiamo parlando? Preferiamo lasciar tutto com’è in attesa (peraltro non molto lunga visto lo stato) che tutto cada a pezzi e si debbano investire importanti parti di bilancio solo per una messa in sicurezza che non gioverebbe a nessuno? Aspettiamo qualche benefattore (tipo un mecenate o la Fondazione stessa) che ci dia anche una cifra ingente come 2 milioni all’anno per rifarla in proprio? A questi ritmi ci vorrebbero almeno 30/40 anni con il rischio che, finita la ristrutturazione, ancor prima di aprire si debba già rimettere mano al tutto per successivi adeguamenti o rifacimenti. Proviamo ad intercettare un investimento nazionale o europeo (senza sapere né se né quando potrebbe esserci così ingente), comunque con il rischio di veder protratti i lavori per decenni, come sta avvenendo per la stessa parte Nord o per altre opere pubbliche? E poi per cosa: per realizzare una nuova “cattedrale nel deserto”, con notevoli costi di gestione per l’ente pubblico che, ad un certo punto, si troverebbe a dover chiudere tutto per mancanza di fondi?”.

“Allora ripeto: ma di cosa stiamo parlando? – conclude – È innegabile che le condizioni della proposta così come formulate inizialmente avrebbero sottoposto il bilancio del Comune ad uno stress che, probabilmente, porterebbe velocemente ad uno stato di deficit, oltre che ipotecare per anni le possibili scelte amministrative di quella zona. Ma questo l’amministrazione comunale lo sa già, e bene. Ma è altrettanto innegabile che, se si arrivasse ad un accordo condiviso, con clausole congrue e accettabili per le casse comunali, si potrebbe ottenere una convergenza di interessi che, nel loro insieme, potrebbero rivelarsi estremamente vantaggiosi per Lucca, non solo dal punto di vista della enorme ricaduta economica, ma anche per ridare valore ad una importante parte del suo meraviglioso patrimonio storico e architettonico. Per questo chiediamo all’amministrazione di continuare, con il nostro sostegno, a percorrere la strada della possibile trattativa fino in fondo. Solo allora – conclude Cantini -, con tutte le carte in mano, potremmo realmente prendere una decisione (sì o no) nel bene della nostra amata città”.

Il consigliere di Casapound, Fabio Barsanti ribadisce un concetto: “Tutto questo progetto ci lascia molto perplessi, la nostra richiesta all’amministrazione è quella del ripensamento. Fermiamoci a riflettere: questo è un progetto che non va incontro alle esigenze della città”.

Aggiunge elementi all’intervento del suo gruppo la posizione di Gabriele Olivati di Lucca Civica: “Ho sentito molti attacchi e retoriche, l’amministrazione viene accusata prima di essere contro ai privati, ora a favore. Si dice tutto il contrario di tutto. Sulla manifattura capisco poco le critiche formalistiche. Capisco anche poco l’accusa di speculazione: vendere un immobile come quello della manifattura sud è un investimento vincolato legalmente i cui i proventi vanno a vantaggio dei lucchesi. Sarebbe interessante creare un polo per l’innovazione e l’informatica dentro la manifattura, darle un ruolo al passo con i tempi. Si possono creare tantissime sinergie per dar vita a progetti interessanti. L’invito è a volare alto”.

Approfondito e più pacato rispetto alle scintille iniziali l’intervento del consigliere pentastellato, Massimiliano Bindocci: “La proposta della manifattura – dice – non nasce dal Comune e da Lucca, ma occorre stabilire insieme alla città cosa fare dei nostri contenitori. Certo, ci vuole la compatibilità economica con le scelte che si fanno. Dovremo avere il coraggio di fare scelte politiche lungimiranti. Non ci stupiamo, comunque, se ci sono polemiche, perché di cose poco chiare ci sono state sulla vicenda manifattura. Fermiamoci a ragionare per una progettazione seria. In questo progetto così importante, ripeto, serve coinvolgere la cittadinanza e non facciamoci prendere dalla furia per stare dietro alla proposta di un privato”.

Alessandro Di Vito di SiAmo Lucca snocciola dati, ammettendo di aver avuto un confronto con il professori Piero Angelini e va all’attacco sul progetto e sulla questione baluardo: “L’opacità c’è stata caro sindaco – dice – perché tutt’oggi non si sa cosa avete elaborato. Coima e la Fondazione ad oggi non hanno rilasciato atti sulla rinuncia del baluardo di San Paolino, per esempio. Il presidente Bertocchini quindi non è stato corretto nei confronti della città. Le Mura non si devono toccare. E poi non si possono regalare 425 posti auto per 50 anni, visto si parla di un utile sopra 1 milione di euro all’anno con un ricavo di circa 70/80 milioni. Non vendiamo la manifattura ad un privato, questo non è un progetto buono per la città”.

Daniele Bianucci (Sinistra con Tambellini) plaude alla possibilità di riportare dentro le mura altre funzioni oltre a quelle del turismo e del commercio: “Anche il Covid ci ha dimostrato che un futuro che si fonda solo su questi due pilastri, pur estremamente rispettabili, può essere perdente e ci porta a costruire una prospettiva di una città che non può essere al pari anche delle emergenze sanitarie che si presentano. Penso quindi che questo progetto possa diventare strategico per lo sviluppo dell’area ovest della città. E non vorrei che fosse solo destinato all’aumento di posti auto in città”.

Quanto alla proposta di Coima e Fondazione secondo Bianucci occorre ricostruire un nuovo clima di fiducia fra amministratori e amministrati: “Abbiamo avuto di fronte una proposta anche con importanti elementi di valore – dice Bianucci – che non sono dell’amministrazione comunale e su cui l’amministrazione comunale non si è espressa. Ci sono elementi di approfondimento necessario e di criticità assolutamente da delineare. Per esprimere un giudizio complessivo della sostenibilità economica e urbanistica mancano elementi che noi chiediamo con forza. Dobbiamo avere tutti gli elementi per dare una valutazione compiuta e complessiva rispetto a questo progetto. E credo che alcuni vincoli rispetto alla proposta avanzata vadano messi in maniera precisa, come quelli su materie che sono di propria esclusiva competenza come i temi della mobilità, ad esempio”.

“Noi non vogliamo essere presi per fessi dal sindaco e dall’amministrazione comunale”, dice Remo Santini di SiAmo Lucca. “Quando la Fondazione Crl e Coima hanno fatto una conferenza stampa sul progetto aveva già incontrato l’amministrazione comunale, che sapeva tutto. Non ci prendete in giro, non abbiamo voglie di lezioni. Abbiamo posizioni variegate come opposizione, come è emerso dalla maggioranza, con il consigliere Olivati che non vede una visione complessiva e vede richieste inquietanti da parte del privato”.

“Abbiamo sicuramente il merito – dice Santini – di aver dato spazio a queste persone e a questi dubbi come opposizioni. Se davvero non sapevate nulla dovreste dimettervi in blocco perchè scavalcati dalla Fondazione. Io comunque, al di là dei vincoli sul bene, al di là dei giudizi di alcuni esponenti della maggioranza che parla di una manifattura del futuro, volevo focalizzare l’intervento su quelli che sono i conflitti di interesse giganteschi che sono emersi. Siamo di fronte a una proposta di Fondazione e Coima discutibile. La cosa che ci preme sottolineare è che l’incaricato da Coima per seguire questo progetto è un professionista che he avuto ripetuti incarichi dall’amministrazione comunale in ambito urbanistico: sette incarichi con determine dirigenziali per un onorario che ammonta a diverse migliaia di euro. È tutto normale? Secondo noi no. Come è possibile che la stessa persona curi l’interesse del privato e quello del Comune?”.””

“Vorremmo stavolta convicervi – conclude Santini – che per una volta bloccare tutto, congelare tutto significa approfondirlo, migliorarlo e presentarlo alla città in tutti i suoi dettagli. Infine un cenno ai continui inviti a rivolgersi alla procura del sindaco: chissà che non succeda proprio per sgombrare il campo ad ogni possibile equivoco e dubbio sull’argomento“.

Roberto Guidotti del Pd è critico con l’opposizione: “Decidere cosa fare dei contenitori della città è un quesito più che lecito. Ma la domanda è come fare. Nel progetto ci sono degli elementi importanti come attrarre in città una importante realtà produttiva. Se poi ci sono degli impedimenti dirimenti li valuteremo: ribadiamo che sono tuttora in corso approfondimenti. Ma questa è una grande opportunità che non possiamo trascurare ma dobbiamo prendere seriamente in considerazione. Anche stasera ho sentito solo cosa non va, mai sentito dire cosa potrebbe andare al posto di. Quindi andremo avanti analizzando tutti gli aspetti del progetto, con la trasparenza con cui abbiamo affrontato questa situazione, dopo di che lo riporteremo all’attenzione della città. Una cosa è certa: dopo la necessaria discussione saremo pronti come sempre a prendere le decisioni che iriterremo opportune assumendoci come sempre le nostre responsabilità per il bene di Lucca e dei lucchesi”.

Chiude il dibattito Barsanti (Casapound) che si chiede, ribadendo la richiesta di Santini, se è vero se la variante arrivi solamente da una valutazione dell’amministrazione oppure da una richiesta pressante di Fondazione e Coima Sgr.

La replica del sindaco

Risponde a tutte le sollecitazioni il sindaco Alessandro Tambellini: “Quello a cui si riferisce è una richiesta da una parte di azienda del territorio (Tagetik, ndr) di collocarsi all’interno dell’area sud della manifattura. Preparammo il tutto e pensammo anche di dare una mano per eventualmente rifare il parcheggio. Rimaneva la parte del parcheggio Cittadella: la collocazione in quel caso era produttiva e commerciale perché quel tipo di produttivo può essere venduto a grandi società e grandi aziende. La prospettiva per me e per la giunta era di alto interesse perché sarebbero tornate a lavorare lì dentro 300-350 persone con tutto quello che ciò comporta”.

Il sindaco risponde a Santini sulla questione gare: “Il Comune mette le cose a gara – dice – Se qualcuno ha quattrini e ha una proposta migliore venga e verrà valutata. L’ex Guardia di Finanza è lì, ma a 1,2 milioni di euro non si vende. Abbiamo trattato un anno la proposta di un’azienda importante del territorio ma non se n’è fatto di nulla con una conversazione di cinque minuti dopo un anno di lavoro”.

“Quella che ci è arrivata è una proposta e la stiamo valutando – prosegue il sindaco – Quello che è scritto nella proposta non è pedissequamente assunto. La proposta, contrattata o respinta, ammesso che si porti in fondo va portata in consiglio comunale. Non siamo sdraiati in terra a farci calpestare da qualcuno”.

Il sindaco in chiusura difende poi la scelta dell’approvazione della variante “in un’ottica di semplificazione”, ma con una definizione precisa delle funzioni da destinare edificio per edificio.

Una valutazione complessiva che, però, non convince pienamente l’opposizione, che si mantiene sulle barricate e conferma la preferenza allo stop alle procedure per una riflessione più approfondita delle diverse tematiche collegare alla proposta di Fondazione e Coima Sgr. Ma quanto a lungo potrà ancora rimanere sul tavolo la proposta?

Gli ordini del giorno

Due gli ordini del giorno presentati in chiusura di seduta, uno con primo firmatario il consigliere di opposizione Alessandro Di Vito (SiAmo Lucca) e uno a firma del capogruppo Pd, Renato Bonturi.

Nel primo, critico con il progetto, si chiede soprattutto di non alienare l’area della manifattura sud al privato o comunque di non privarsene definitivamente. Si chiede, inoltre, al sindaco e alla giunta di sospendere la valutazione del progetto di Fondazione e Coima e di iniziare un percorso di dibattito e confronto con le associazioni per giungere a una soluzione condivise sul futuro del bene.

Contrario alla sospensione l’ordine del giorno della maggioranza. Bonturi, peraltro, sottolinea le assenze in Consiglio delle anime dialoganti dell’opposizione (fra questi Martinelli e Testaferrata, ma anche Nicola Buchignani di Fratelli d’Italia).

L’ordine del giorno della maggioranza  impegna l’amministrazione a procedere “attraverso il gruppo tecnico costituito in seno al Comune, nel lavoro di verifica e valutazione sulle migliori condizioni per la realizzazione delle proposte progettuali” sulla base di alcuni obiettivi indicati nell’ordine del giorno fra i quali “favorire uno sviluppo armonico delle funzioni previste”.  Si chiede, in fondo, di “garantire la tutela dell’autonomia di scelta del Comune per il futuro, in tutti gli ambiti che spettano alle prerogative dell’amministrazione comunale”. L’obiettivo è, per la maggioranza, anche quello di fare della manifattura sud un modello nazionale di riqualificazione urbana. Un testo, dunque, che accoglie anche le richieste degli ‘scettici’ della maggioranza sulla visione d’insieme del progetto.

Il consigliere Bindocci (M5S) boccia l’ordine del giorno della maggioranza, ritenuto generico e non incisivo nelle indicazioni. Santini (SiAmo Lucca) specifica come la richiesta dell’opposizione non sia quella di bocciare il progetto ma di sospenderne la valutazione per compiere i dovuti approfondimenti. Giudizio negativo sul testo della maggioranza anche da Barsanti (CasaPound).

Il sindaco, nelle repliche, sottolinea l’impossibilità di sospendere le procedure perché il progetto richiede una tempistica certa per la conclusione. In particolare lo stesso è condizionato dalla manifestazione di interesse di un’azienda privata che vorrebbe installare lì la sua sede.
L’ordine del giorno della maggioranza riceve 18 voti favorevoli della maggioranza, gli stessi che hanno bocciato il testo dell’opposizione.

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