L’appello di Tambellini: “Vaccinarsi è un dovere, fatelo con serenità”

Il sindaco: "I risultati della ricerca scientifica sono elementi determinanti per riconquistare un minimo di normalità"

Vaccinarsi è un dovere morale. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e mi trova perfettamente d’accordo. Per quanto mi riguarda mi vaccinerò non appena sarò chiamato per questo, non appena sarà il mio turno”.

Così il sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, che affida a un messaggio la sua posizione sulla campagna vaccinale contro il Covid-19. “Resto francamente sorpreso quando le perplessità sull’uso dei vaccini arrivano dall’ambito medico, che si basa, in ogni suo atto, su ciò che la ricerca ha elaborato – spiega -. Ci sono molte ragioni per avere fiducia nella straordinaria conquista della scienza biomedica rappresentata dalla messa a punto di vaccini anti-Covid-19, che una comunità scientifica fatta di migliaia di ricercatoti ci garantisce  essere efficaci e sicuri, e realizzati in tempi molto rapidi”.

Non deve intimorire o suscitare perplessità la velocità con cui si è raggiunto questo traguardo – scrive il sindaco – perché l’avanzamento delle conoscenze nello specifico settore e le nuove piattaforme produttive farmaceutiche hanno fornito i presupposti per realizzare un trattamento preventivo che, tutti noi auspichiamo, possa segnare l’inizio della fine di questo drammatico periodo. Il controllo sui dati della ricerca è sostenuto dal confronto che avviene a livello internazionale, ma è altrettanto chiaro, come avviene per qualsiasi farmaco, che quando un vaccino raggiunge statisticamente margini di validità che sono attorno al 95% può considerarsi sicuro”.

“A fronte dell’attacco dei virus – continuano il sindaco e la consigliera con delega alla sanità, Cristina Petretti – i vaccini restano ancora una barriera di difesa irrinunciabile. Se poi si favoleggia, come mi è capitato di leggere spesso, di strategie mondiali pervase da ‘Mangiafuoco’ burattinai, che agiscono con l’intenzione di assoggettare e incatenare il mondo, si entra allora nell’ambito della perfetta stupidità (e abbiamo avuto esempi nell’anno passato), al confronto della quale ogni prova razionale è inutile. Ma se conserviamo la necessaria consapevolezza, allora i risultati della ricerca scientifica sono gli elementi determinanti per riconquistare un minimo di normalità nella vita, nel lavoro e nelle relazioni. Sì, perché per le malattie che si trasmettono da persona a persona le vaccinazioni non solo proteggono noi stessi, ma anche tutti gli altri, in particolare le persone che non possono essere vaccinate. In questo modo si raggiunge l’immunità di tutta la comunità per cui, se la quota di individui vaccinati all’interno di una popolazione è elevata, si riduce la possibilità che le persone non vaccinate (o su cui la vaccinazione non è efficace) entrino in contatto con il virus e, di conseguenza, si riduce la trasmissione del virus stesso, fino alla sua scomparsa permanente”.

“La nostra esortazione a vaccinarsi, e farlo con fiducia – concludono – è quindi basata sulla profonda consapevolezza del valore insostituibile e della solidità del ‘metodo scientifico’, su cui si fonda tutta la ricerca biomedica accreditata. Sarebbe importante che in tutti noi maturasse, in un ideale sodalizio fra scienza, cultura e società, almeno un basilare ‘atteggiamento’ scientifico, che consiste nella disponibilità a cambiare le nostre idee, le nostre teorie, alla luce di nuove prove”.

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