Servizi alla persona chiusi in zona rossa, Confartigianato: “Diteci quanti contagi ci sono stati davvero nei saloni”

L'associazione di categoria: "Servono più controlli: chi ha speso soldi per mettere in sicurezza il negozio costretto a chiudere"

“Sappiamo tutti che il nuovo Dpcm targato Draghi ha cancellato dall’allegato 24 le attività dei parrucchieri e che le estetiste dopo un ricorso al Tar che consentiva loro di lavorare in zona rossa, sono state nuovamente bloccate. L’aver messo Viareggio in zona rossa e dichiarato il lockdown tutti i fine settimana da ora a fino a Pasqua getta gli operatori nello sconforto più totale”.

Confartigianato imprese Lucca torna ancora una volta sulla questione dei parrucchieri, delle estetiste e, più in generale, sui servizi alla persona: “Ci piacerebbe veramente sapere quanti sono i casi di Covid-19 che sono insorti nei saloni di estetiste, barbieri e parrucchieri – si legge nella nota – ed anche se il comparto del benessere non può certamente essere considerato un servizio essenziale, ma è un servizio ugualmente necessario per la cura e l’igiene della persona, (mi pare che i politici, donne e uomini che appaiono in tv, abbiano sempre i capelli a posto e non mi pare se li facciano da soli)”.

“Allora, poiché trattasi di un’attività necessaria – continua Confartigianato – occorre dare una corsia preferenziale ai titolari ed al personale che ci lavora, in modo non solo da non bloccare gli esercizi, ma anche per non penalizzare l’economia e gravare sulle misure di sostegno e sulla cassa integrazione. Ribadiamo poi un concetto importante: continuiamo pure a far chiudere le attività dei servizi alla persona, ma, e non ci stancheremo mai di dirlo, aumenterà sempre di più il fenomeno del lavoro abusivo. Tutti siamo consapevoli come lavora chi va nelle case dei clienti; non ci sono misure precauzionali che rispettino i protocolli per la prevenzione del contagio da covid-19 e non ci sono possibilità da parte delle Istituzioni preposte di fare controlli”.

“Tutti gli operatori del settore, in quest’anno, a tutela loro e dei clienti, hanno fatto investimenti importanti, acquistato sanificatori d’aria, igienizzanti, mascherine, mantelle monouso, guanti, calzari – prosegue la nota – soprattutto lavorano esclusivamente su appuntamento proprio per evitare assembramenti all’interno del negozio. Sono stati investimenti costosi in ottemperanza a quanto richiesto dai protocolli dell’Inail e dalle indicazioni fornite dalla Regione Toscana. E’ evidente che se ora si fanno chiudere perché i contagi aumentano, qualcosa non ha funzionato. Ma si è provato a guardare altrove per cercare le cause di aumento dei contagi. Facciamo solo un esempio, per lavoro molti di noi si sono dovuti spostare, con una certa frequenza passando da un comune ad un altro pur essendo in zona arancione, ma a noi non sono giunte segnalazioni di controlli da parte delle pattuglie delle forze dell’ordine”.

Vorremmo sapere quante sono state le persone fermate e sanzionate – continua l’associazione di categoria – Ci spiacerebbe apprendere che solo gli onesti rispettano le leggi, mentre i furbi fanno la gitarella al mare o in montagna. Quello quindi che chiediamo alle forze dell’ordine è di controllare gli assembramenti perché, anche se la vita di relazione è importante, diremmo fondamentale per tutti noi, in questo momento non ci è consentito viverla come in passato con superficialità e disattenzione perché, così facendo danneggiamo la produttività del paese e questo, inevitabilmente, comporta ripercussioni per tutti noi. Occorre dunque sensibilizzare maggiormente i cittadini e responsabilizzarli anche con controlli se necessario – conclude Confartigianato – invitandoli a rispettare, in attesa della tanto agognata immunità di gregge, tutte le misure e le distanze che le autorità ci impongono”.

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