Foto e giocattoli di un tempo in una esposizione a palazzo Ducale foto

La mostra è stata organizzata dalla Provincia di Lucca e dalla Fondazione Paolo Cresci e sarà visitabile fino al 9 gennaio

I giocattoli d’epoca e le foto del “tempo che fu”, sono in mostra a palazzo Ducale, sala Mario Tobino, dal 5 dicembre al 9 gennaio, nell’esposizione dal titolo Giro giro tondo, gioca il mondo.
Un ritorno al passato che dura una manciata di minuti, un percorso emozionante e struggente tra immagini di bambini, foto di giocattoli, giochi e oggetti lucidi di un tempo. Una mostra che scava idealmente nel rapporto che c’è tra il dono e il Natale, tra senso d’attesa e il desiderio di ricevere un regalo inaspettato, tra effetto sorpresa e curiosità, tipico istinto dei bambini ma ascrivibile anche ai comportamenti degli adulti.

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L’esposizione, che è stata presentata oggi (4 dicembre) nella sala Tobino di Palazzo Ducale, è stata promossa dalla Provincia di Lucca e dalla Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana. A presentare la mostra sono intervenuti il curatore Pietro Luigi Biagioni, anche direttore della Fondazione Paolo Cresci, l’allestitore che ha firmato li progetto scenico, Alessandro Sesti, il compositore Gianmarco Caselli che ha ideato la colonna sonora e il consigliere provinciale con delega alla valorizzazione di palazzo Ducale Patrizio Andreuccetti.

“Al di là delle mostre, bellissime, di Lucca Comics and Games accolte ad ottobre nelle sale monumentali – dichiara Andreuccetti –, torniamo ad ospitare dopo quasi due anni nel complesso del Palazzo del Governo una mostra degna di nota che rappresenta molteplici motivi di interesse e di approfondimento, anche storiografico. Una mostra sulle foto dei bambini di un tempo e sui loro giocattoli si sposa perfettamente con il clima natalizio che ci stiamo accingendo a vivere. Compatibilmente con le doverose accortezze per l’emergenza sanitaria mi auguro che la rassegna della Fondazione Cresci catalizzi l’attenzione non solo dei lucchesi ma anche dei visitatori e dei turisti che soggiorneranno a Lucca per le festività natalizie”.

“La Fondazione Paolo Cresci ha avuto in eredità una collezione di fotografie storiche, che vanno dalla metà dell’ottocento fino al 1940 che riguardano il gioco dei bambini – dice il curatore Pietro Luigi Biagioni, direttore della Fondazione Paolo Cresci -. E’ una raccolta rara non è comune trovare questo genere di immagini, così abbiamo deciso di allestire questa mostra in concomitanza del Natale, una ricorrenza in tema. Abbiamo inoltre pensato di mettere insieme a queste foto antiche, dei giocattoli d’epoca provenienti dalla collezione privata di Carlo Iardella, per permettere ai ragazzi, di fare un percorso attraverso il gioco di questi ultimi cento, centocinquant’anni. Per i giovani sarà un’esperienza nuova che può anche essere ironica, ma il messaggio è che c’è un’insopprimibile voglia di giocare, un bisogno che si declina man mano che passano i secoli nelle forme più diverse, ma è qualcosa di estremamente legato alla nostra cultura e al nostro modo di vivere”.

Ad accompagnarci nel percorso espositivo le splendide musiche di Gianmarco Caselli, che proprio per l’evento ha realizzato una composizione dal titolo “Ambarabà”, un brano allegro, con suoni di trombe, tamburi e grida di bambini che s’ispira all’atmosfera delle feste popolari paesane, ai divertimenti semplici di una volta che riempivano le strade e le piazze coinvolgendo intere comunità rappresentando, per esse, un momento non solo di svago ma anche di rito.

Le foto.

La documentazione dedicata al gioco dei bambini dell’archivio Cresci è costituita da foto, lettere, documenti, articoli di giornale, manifesti, cataloghi e molto altro ancora; e rappresenta il frutto della lunga e minuziosa ricerca negli archivi familiari, nelle librerie e nelle raccolte dei collezionisti stranieri. Quanto messo insieme da Paolo Cresci si integra con molti documenti dell’archivio sull’emigrazione, tema primario delle sue ricerche, perché spesso i due percorsi si incontrano: molte delle immagini mandate dall’estero ai parenti in Italia ritraggono bambini coi giocattoli, nei carteggi familiari e, in occasione del Natale, dei doni desiderati.
Il materiale collezionato da Paolo Cresci sui giochi è stato incrementato in questi ultimi anni con l’acquisto in librerie antiquarie, di fotografie d’epoca provenienti sia dall’Italia, sia da vari paesi europei e dall’America.
La raccolta, costituita da oltre 200 fotografie antiche, è originale e rara sia per il tema che per i luoghi di provenienza. L’arco temporale del materiale raccolto va dalla metà del secolo XIX alla Seconda Guerra Mondiale e corrisponde al periodo italiano dei grandi flussi migratori.

I gicattoli.

La mostra si arricchisce di numerosi giocattoli d’epoca, proprio quelli che si vedono nelle fotografie, rare testimonianze esposte grazie alla generosa disponibilità di alcuni collezionisti, in particolare della famiglia Iardella di Pietrasanta che conserva la raccolta di giocattoli antichi messa insieme con grande passione dal defunto antiquario Carlo Iardella, una rara testimonianza ricca di manufatti preziosi che, nella rassegna espositiva, propone il gioco come un importante aspetto della storia della nostra società.
Ogni balocco, al di là dei valori estetici, dei materiali e della raffinatezza costruttiva, ha un profondo significato: rappresenta un oggetto prezioso perché nasce da un gesto di amore, un dono offerto ad un bambino, che tanto l’ha desiderato ed atteso e che, nella nostra tradizione, finalmente a Natale l’ha ricevuto.

“L’esposizione di Palazzo Ducale ci costringe, almeno a noi adulti, a riaprire i cassetti della memoria e quindi a rinnovare ricordi di momenti e persone care – dichiara Ave Marchi, presidente della Fondazione Cresci -. Avvicinarsi alle fotografie d’epoca di bambini che giocano con i balocchi di una volta suscita un senso di nostalgia perché ci fa tornare alla mente l’infanzia. Ma suscita anche rammarico perché sappiamo che questi giocattoli parlano di un mondo lontano anni luci da quello attuale. Le immagini di questi bambini coi loro trenini e le bambole potranno suscitare solo la divertita curiosità delle nuove generazioni orientate verso giochi dalle tecnologie sempre più sofisticate. Rispetto ai giocattoli d’oggi quelli di un tempo, poveri per i materiali costruttivi ma ricchi di ingegnosità e fantasia, possono raccontarci molte cose sull’evoluzione del gusto e della cultura della nostra società. Per questo motivo riproporre attraverso i giochi e le immagini d’epoca un aspetto così importante dell’infanzia, significa tramandarne il ricordo e costituisce un invito per i giovani a comprendere il mondo dei loro coetanei di un tempo, nella consapevolezza che il progresso della scienza e della tecnica sia figlio del passato e giunga fino a noi anche attraverso balocchi sgangherati e vecchie fotografie dai colori sbiaditi, ma illuminate dal sorriso dei bambini”.

“i bambini – aggiunge il curatore dell’allestimento, Alessandro Sesti – entrano da protagonisti nella comunicazione per immagini fotografiche: vi sono ritratti sin dalla nascita seguendo l’itinerario che documenta eventi significativi della vita: nascita, cerimonie religiose, successi scolastici e ovviamente uno spazio importante è dedicato ai giochi. Negli studi fotografici si mettevano a disposizione degli uomini abiti, cappelli, catene da orologio di finto oro, bastoni da passeggio e sigari; per le signore: cappelli, accessori, acconciature e mazzi di fiori. Nella zona destinata alle foto dei bambini era disponibile un ampio corredo di giocattoli, oggetti con cui stupire e affascinare i piccoli e ottenerne l’immobilità per il tempo necessario allo scatto. Qui troviamo grandi cavalli a dondolo, monopattini, tricicli, macchine a pedali, bambole, secchielli, orsetti e molti altri balocchi”.

La mostra è visitabile nella sala Tobino di Palazzo Ducale, al piano terra con accesso da Cortile Carrara, tutti i giorni fino al 9 gennaio dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. La rassegna sarà chiusa, invece, il giorno di Natale e il 1° gennaio 2022.
L’ingresso è libero, ma nel rispetto delle normative anti Covid19 l’accesso è consentito al massimo a 25 persone contemporaneamente; occorre la presentazione obbligatoria del Green Pass, oppure rientrare nelle categorie escluse per legge dalla campagna vaccinale. All’ingresso sarà misurata la temperatura, sanificate le mani e verificata la presenza della mascherina. E’ obbligatorio indossare la mascherina.

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