Obbligo di green pass, i tabaccai di Lucca sul piede di guerra

L'associazione contro la decisione del governo annuncia ricorsi: "Impossibile gestire i controlli"

Anche la federazione provinciale tabaccai di Lucca ha recepito le indicazioni nazionali diramate oggi (21 gennaio) contro l’obbligo di controllo del green pass da parte dei confederati per i clienti che dal primo febbraio dovranno entrare in tabaccheria. I legali della federazione nazionale quindi vanno verso l’impugnazione al Tar del Lazio o al giudice ordinario di Roma di tale obbligo.

Questo a seguito di una circolare interna del segretario nazionale Risso. Ecco il testo integrale del comunicato della Fit: “I più affezionati dei clienti sbufferanno ma attenderanno il loro turno. Le persone di passaggio no, e andranno altrove. Di certo, noi perderemo più tempo per assolvere ad un obbligo insensato che per servire chi entra nelle nostre tabaccherie con la fiducia e l’apprezzamento di sempre. Dal 1 febbraio questo accadrà quotidianamente, fino alla cancellazione dell’obbligo di controllo del Green Pass cui anche noi tabaccai siamo stati assoggettati. Abbiamo combattuto fino all’ultimo momento per far capire, a parti del Governo sconsideratamente sorde, cosa è e come funziona una tabaccheria ma purtroppo, come dice il vecchio adagio, ‘non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire’. Così, dovremo controllare il Green Pass anche a chi entra in rivendita. Contestiamo la decisione del Governo ma ci sia consentito di ribadire che no, non è possibile controllare la certificazione vaccinale a tutti i nostri clienti”.

“È una questione pratica, non di buona volontà. Spesso non abbiamo dipendenti e, di certo, non possiamo allontanarci dal bancone per controllare il green pass sulla soglia della tabaccheria. Impensabile assumere qualcuno solo per questo, impensabile perdere minuti per un controllo a fronte di una vendita realizzata in pochi secondi. In tabaccheria si entra velocemente ed altrettanto velocemente si esce. Anzi si usciva. Né accettiamo che si dica che le sigarette possono essere acquistate al distributore automatico. Perché i milioni di italiani che ogni giorno entrano in tabaccheria non lo fanno certo per acquistare sigarette ma per avvantaggiarsi dei tanti servizi che offriamo loro. Ne sono  dimostrazione, come sempre, i numeri che se da una parte certificano un crollo vertiginoso delle vendite del tabacco, al tempo stesso testimoniano l’altissimo gradimento per i principali servizi offerti in rivendita. Servizi che, sia detto con chiarezza, non si possono erogare tramite distributore automatico”.

Non lo nascondiamo, l’amarezza per la decisione del Governo c’è. Ancor di più perché siamo tra le categorie che più hanno contribuito, con il loro lavoro, a mantenere in piedi l’economia del Paese in un momento di estrema difficoltà. Ma ancor di più ci dispiace per i nostri clienti che saranno costretti a fare la fila e con i quali ci scusiamo anticipatamente per le lungaggini che dovranno sopportare. Ci sarebbe piaciuto poter fare diversamente, siamo purtroppo costretti a contestare la decisione del Governo con la consapevolezza che si tratta di un altro regalo al contrabbando. Questo sì, inammissibile. Daremo battaglia”.

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