Scoppia il conflitto in Ucraina, i lucchesi si dicono preoccupati per le conseguenze

La maggior parte dei lucchesi condanna l'attacco all'Ucraina, ma è critica sulle strategie degli Stati Uniti e della Nato. I più giovani chiedano un ritorno della diplomazia e rifiutano la guerra

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Il mondo assiste impotente agli sconvolgenti accadimenti nell’est Europa. La situazione in pochi giorni è precipitata, la scorsa settimana, quando si parlava di via diplomatica rimaneva comunque accesa una flebile speranza che è andata spegnendosi nella notte. L’Ucraina precipita in un conflitto che coinvolge non soltanto il territori sul confine con la Russia, le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, ma arriva fino al cuore della sua capitale Kiev, bombardata dai missili russi. Stessa sorte per Odessa, sul Mar Nero, per Kharvik, Mariupol, Lepoli. Per fiaccare le resistenze ucraine, le operazioni delle forze armate di Putin, si concentrano sugli obiettivi militari, in attesa di un’invasione su larga scala delle forze di terra, già da molte settimane ammassate sul confine.

L’Europa trema all’avanzata dell’esercito russo e da parte dei vari Stati c’è una condanna unanime per quella che è considerata un’aggressione ad una nazione sovrana. Anche Lucca stamani si sveglia attanagliata dalla preoccupazione delle persone che, nonostante un po’ di imbarazzo ad esprimere le proprie opinioni davanti ad una telecamera, sono interessati alla situazione, pur riconoscendo le difficoltà di un argomento così delicato.

Si esce dall’emergenza sanitaria e dopo il Covid, dobbiamo affrontare anche questa situazione, che a mio avviso risulta addirittura peggiore”, dichiara sconsolato e scuotendo la testa un giovane lavoratore durante la pausa pranzo.
Ma c’è anche chi si spinge un po’ più in la, come due signori che stanno chiacchierando in via Santa Croce. Uno dei due, dopo aver dato di spalla al suo amico che lo ascolta dice: “Hai visto? Alla fine aveva ragione Biden, quel matto di Putin ha attaccato davvero. Doveva essere solo un’esercitazione militare e invece ha bombardato stanotte”.

“Hai detto bene è un matto, speriamo che gli americani non rispondano altrimenti si finisce in un conflitto mondiale”, risponde l’amico.

Secondo la maggior parte delle persone intervistate dietro al conflitto si nascondono motivazioni economiche. “Dice Putin che bombarda per aiutare le popolazioni russofone del Donbass e parla di genocidi e aggressioni, ma in realtà è tutta una questione di interessi economici. Ha bombardato anche città sul Mar Nero, si era già capito dalla conquista della Crimea, ha intenzione di occupare tutti le regioni che si trovano sul mar Nero per escludere l’Ucraina e controllare una zona chiave e interessante anche per l’Europa, dove ci sono molti traffici”.

C’è anche un po’ di recriminazione verso le strategie degli Stati Uniti: “Parlano bene loro, se ne stanno al sicuro dall’altra parte del mondo e i problemi ce li abbiamo noi alle porte – dice un signore che passeggia tranquillamente in piazza san Michele – Biden e la Nato hanno sbagliato a proseguire a espandersi a est Europa, capisco che volevano evitare che la Russia facesse lo stesso, ma le loro scelte si sono rivelate controproducenti. Putin è un dittatore non ha problemi a usare la forza, anzi”.

I ragazzi più giovani hanno invece le idee chiare e non vogliono assolutamente sentir parlare di guerra. “Assolutamente no, non esistono ragioni per far partire un conflitto come quello in Ucraina, non esiste nessuna ragione per far scoppiare una guerra in generale. Noi siamo e saremo sempre contro qualsiasi violenza”.

Forse si potrebbe intravedere dalle loro parole un po’ di ingenuità di fronte ad un conflitto che è difficile da comprendere se non si ha chiara la situazione geopolitica. Ma rimane un’opinione ampiamente condivisa da tutti e da questo punto di vista le nuove generazioni osservano gli adulti come se fossero dei pazzi a non condannare simili aggressioni militari.

C’è poi chi ha paura che il conflitto possa coinvolgere anche gli Stati Uniti e la Nato. “Se Biden risponde al bombardamento di Putin scoppia la terza guerra mondiale – proseguono i signori che chiacchierano in via Santa Croce – A quel punto coinvolgerebbe anche noi”. Nonostante l’amico non sembri convinto, abbiamo notato che la paura che il conflitto si estende e coinvolga anche l’Italia, è sentita da parte dei lucchesi anche i più giovani. “Si pensava anche con il Covid di essere al sicuro, che non arrivasse e rimanesse un problema della Cina, invece non è stato così. Anche per la guerra potrebbe essere lo stesso”.

Altro problema sono gli effetti collaterali che la guerra porta necessariamente con sé, la crisi economica che si può generare su tutte. “Veniamo dalle restrizioni Covid che hanno portato alla crisi molte aziende, anche lucchesi – dice il signore che passeggia in san Michele – Il prezzo del gas è a livelli mai raggiunti prima, questo conflitto non farà che inasprire la crisi che già stiamo vivendo. Questo sarà il primo effetto che produrrà questa guerra e non sarà facile ritornare ai livelli di spesa che c’erano prima”.

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