Luci spente contro il caro bollette, Pasquini: “Un’impresa su tre è a rischio”

Scarsa adesione dei commercianti del centro storico alla mobilitazione nazionale. E qualcuno protesta contro i costi esposti in vetrina

Si spengono le luci negli esercizi commerciali della città. O almeno questa è stata la richiesta che ieri (30 agosto) Confcommercio imprese per l’Italia Lucca e Massa Carrara – su indicazione arrivata all’ultimo minuto dai vertici nazionali – ha rilanciato a livello locale ai propri associati. Quindici minuti al buio a partire da mezzogiorno. Difficile quantificare l’adesione a quello che è a tutti gli effetti solo un gesto metaforico, per far luce su quelle che sono le difficoltà di tutte le imprese – che si sono viste raddoppiare e persino quadruplicare gli importi sulle bollette della luce – in concomitanza con la conferenza sul tema indetta dall’associazione di categoria a Roma.

negozi spenti lucca

A dire il vero, passeggiando in centro all’ora di pranzo, sembra però che in pochi a Lucca abbiano recepito il messaggio di Confcommercio, anche se non era questo l’obiettivo. A precisarlo è il presidente Rodolfo Pasquini, che sottolinea il mero fine simbolico di iniziative lanciate appunto per sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto le forze politiche, adesso prese da una campagna elettorale che nel concreto sembra dimenticare l’esigenze immediate delle imprese o peggio “non avere una visione del futuro”, in termini di sostenibilità energetica. Questo è quello che più preoccupa imprenditori come Piero Pacini, uno dei primi a introdurre in Toscana le coppette biodegradabili, nonostante il maggiore costo del materiale riciclabile.

“I rincari di oggi sono il frutto della mancata visione di ieri e di una liberalizzazione selvaggia – rimarca Pacini -. L’aumento delle spese per l’energia elettrica ma anche per la risorsa idrica, è ormai una tendenza costante che si protrae e si amplifica negli anni. Certo oggi raggiunge cifre esorbitanti, che a stento le imprese ben solide riescono ancora a sostenere ma che rischiano di essere il ‘colpo di grazia’ per le attività non ancora ben strutturate. Bene quindi le mobilitazioni di queste settimane, ma le vere proteste si fanno dentro le stanze del potere, a Roma, con fermezza ed educazione, nella speranza di avere, di fronte, una persona preparata per cercare la soluzione a una crisi che è sempre più sistemica”.

La richiesta di spengere le luci per un quarto d’ora è arrivata infatti in seguito a un’altra mobilitazione lanciata da Confcommercio, e ben più partecipata secondo le parole del presidente della sezione provinciale dell’associazione di categoria: esporre in vetrina le bollette di luce e gas, affiancandole agli importi versati dall’attività nello stesso periodo del 2021, col fine di mettere nero su bianco alla clientela le difficoltà odierne delle imprese già duramente provate dalla pandemia.

Non tutti però, anche tra i diretti interessati e alle prese a loro volta con gli inizi di una ripartenza arrivata dopo due anni di ‘stop and go’, hanno apprezzato la mobilitazione lanciata da Confcommercio. Tra questi c’è Benedetto Stefani, titolare di una nota e storica attività di ristorazione di San Lorenzo a Vaccoli, che proprio in quella primavera segnata dalle ‘chiusure pandemiche’ si è dimesso da presidente di Fipe Lucca e Massa (dopo aver fatto parte anche della giunta nazionale) perché in disaccordo con le decisioni prese dall’associazioni di categoria, in merito soprattutto al diverso peso attribuito in quel momento ai diversi gruppi di rappresentanza.

“Sono il primo ad aver avuto un quasi raddoppio dei costi sull’energia – spiega Stefani – ma non per questo sento il bisogno di palesarli ai miei clienti, che nonostante le difficoltà che vivono a loro volta a causa dei rincari, scelgono comunque di venire al ristorante per godersi una serata tranquilla e spensierata. È stato proprio uno di loro a farmi notare il paradosso: ‘io voglio venire a cena per rilassarmi, se mi ricordi le spese che dovrò sostenere anche io mi togli l’appetito’. Ecco penso che questa mobilitazione nasca proprio da un presupposto sbagliato, volto a far risaltare maggiormente le difficoltà di alcuni rispetto ad altri. Ad esempio la mia bolletta è quasi raddoppiata, passando da 2-2,5 mila euro a 4 mila, ma se quella di un albergatore passa da 10 a 40 mila certamente fa più scalpore e colpisce di più. Lo stesso, nel piccolo, accade nelle famiglie. Dal canto mio non intendo di certo quindi aumentare i prezzi e non mi lamento, so che veniamo da due anni in cui noi, a differenza di altri, non abbiamo lavorato (Stefani si riferisce qui alle diverse disposizioni prese nel lockdown per la ristorazione negli autogrill), ma questo non può modificare il nostro modo di lavorare, che ha il fine ultimo di far star bene il cliente. Confcommercio? Forse, prima di lanciare mobilitazioni fini a sé stesse, avrebbe dovuto rivedere la spartizione dei c0ntributi”.

Dal canto suo Confcommercio ribadisce comunque il maggior aggravio dei costi sulle imprese rispetto alle famiglie – secondo quanto riportato ancora da Pasquini le prime hanno subito un rincaro del 300%, le seconde del 100% -, sottolineando come l’incombere di ulteriori spese su entrambe le parti abbia creato una spirale ‘letale’ per centinaia di attività.

“Queste iniziative hanno lo scopo ultimo di sensibilizzare, attraverso un tam-tam mediatico avviato con l’arrivo delle bollette di giugno e luglio, sia l’opinione pubblica che soprattutto le forze politiche su un problema che riguarda tutti noi – conclude la direttrice di Confcommercio Lucca e Massa Carrara Sara Giovannini -. Se anche un negozio può non aver triplicato le spese, queste sono comunque aumentate per famiglie che devono quindi scegliere di risparmiare. Secondo le ultime nostre stime poi, a oggi un’impresa su tre è a rischio fallimento o retrocessione. Se queste previsioni si avverassero significherebbero migliaia di posti di lavoro persi. Per scongiurare che questo accada la politica deve agire e deve farlo ora, mettendo da parte la campagna elettorale, perché tra un mese potrebbe essere già troppo tardi”.

Tra le richieste di Confcommercio ci sono quindi la sospensione o rateizzazione delle bollette almeno fino alla fine dell’anno, l’aumento del credito d’imposta e la sua estensione anche alle piccole imprese non energivore, poi l’esonero di tutti gli utenti dal pagamento degli oneri di sistema, fino a che il prezzo di energia e gas torni a livelli accettabili. Servirebbe poi, secondo l’associazione di categoria, incrementare fino al 90% la copertura offerta dal Fondo di garanzia.

 

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.