Il Volto Santo è tornato a splendere per tutti: “Un Cristo vivo che parla di resurrezione”
Entro la fine dell’anno sarà completato anche il restauro del tempietto del Civitali che per secoli ha ospitato il crocifisseo ligneo più antico dell’Occidente
Quando le porte della cattedrale di San Martino si sono aperte, questa mattina (13 settembre), i numerosi presenti in fila hanno realizzato che di lì a poco avrebbero vissuto un momento spartiacque per la comunità lucchese, per l’anno giubilare e per la storia dell’arte: il ritorno del Volto Santo, finalmente restituito alla città dopo il lungo restauro iniziato a dicembre 2022, progettato e coordinato dall’Opificio delle pietre dure. Un passaggio carico di emozione che si è compiuto nella solenne celebrazione presieduta dall’arcivescovo Paolo Giulietti.
Non poteva essere scelto giorno più significativo: alla vigilia della Santa Croce, la festa più sentita dalla diocesi lucchese, il crocifisso ligneo più antico dell’Occidente (IX secolo) si è mostrato con colori e dettagli che da secoli erano nascosti. Il messaggio degli occhi aperti del Volto Santo ha attraversato i secoli ed è riapparso ancora in tutta la sua potenza: vita viva, presente, rinascita e resurrezione.
Il restauro ha riportato alla luce le cromie del Trecento: il blu prezioso del lapislazzulo, le raffinate decorazioni oro alle maniche e al girocollo della tunica, i particolari nascosti sotto il nero fumo delle candele e le incrostazioni del tempo. È un Volto Santo che parla di sobrietà, ricchezza e magnificenza.
“Ricordo bene – ha raccontato la direttrice dei lavori, l’architetta Marta Conforti – il momento in cui abbiamo estratto il Volto Santo dal tempietto, l’1 dicembre 2022. Era un’operazione preparata per mesi, lunga e delicata. Eppure, quando finalmente è stato sollevato, c’è stato quell’attimo sospeso in cui il cuore ha sobbalzato. Ti dici: ‘abbiamo calcolato tutto’, eppure resta quell’1 per cento di imponderabile. È stata una giornata che non dimenticherò mai.

Il Cristo, alto 2 metri e mezzo con braccia aperte per 2,7 metri, ha mani lunghissime che sembrano abbracciare lo sguardo di chi osserva. Tra i dettagli oggi nitidi ci sono le ciocche dei capelli, i riccioli della barba. Gli occhi, realizzati con paste vitree di un mosaico romano risalente al V secolo, oggi sono vivi e penetranti. “Quando abbiamo iniziato la pulitura – spiega Conforti – sono cominciate ad affiorare le decorazioni e le diverse cromie. Non era facile leggere l’opera nella sua interezza, perché è enorme: 4 metri e mezzo con la croce. Il lavoro procedeva per zone diverse e mentalmente cercavamo di prefigurare l’insieme, ma solo alla fine abbiamo avuto la visione del tutto. È stato come un lavoro a strati, una scoperta progressiva, quasi che fosse il Volto Santo stesso a guidarci e a dirci dove fermarci”.
Il restauro non si è limitato al crocifisso. Anche il tempietto che lo custodisce, opera di Matteo Civitali, è oggetto di un intervento tutt’oggi in corso: “È uno scrigno che a fine anno sarà riaperto e che ci riserverà nuovo stupore per i colori che sono emersi. Per qualche mese – spiega Conforti – i lucchesi avranno l’occasione unica di vedere il Volto Santo e il suo tabernacolo separatamente. È una possibilità rara, che non capiterà di nuovo tanto presto, perché alla fine il Volto Santo tornerà nel suo tempietto e alcuni dettagli non saranno più visibili”.

Anche l’allestimento per presentare oggi il Volto Santo – sfondo beige chiaro, tendaggi blu che richiamano la tunica del Cristo – è stato oggetto di uno studio accurato. Spiega Conforti: “Abbiamo dovuto capire come valorizzare al meglio l’opera in uno spazio non delimitato da pareti, ma aperto e mutevole. È stato necessario creare strutture su misura, pensare a un’illuminazione che esaltasse i colori e le forme. Un lavoro corale, reso possibile da tante maestranze che hanno lavorato con passione e competenza in tempi stretti”.
Una soluzione che ha lasciato emergere la forza dello sguardo del Volto Santo: “Non è un Cristo buio, ma un Cristo vivo, con gli occhi aperti. Questo restauro parla di resurrezione, di rinascita. In un anno giubilare, credo sia un messaggio ancora più potente e necessario”, conclude Conforti.
La presentazione si è svolta davanti a una folta rappresentanza istituzionale: tra gli altri, il sindaco Mario Pardini, l’assessora Paola Granucci, il presidente del consiglio comunale Enrico Torrini, il presidente della Provincia Marcello Pierucci, l’assessore regionale Stefano Baccelli, la consigliera regionale Valentina Mercanti, l’assessora di Camaiore Anna Graziani, la consigliera di Porcari Madalina Golea e, per la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che ha finanziato il restauro, il presidente Massimo Marsili con la vicepresidente Maria Pia Mencacci e l’ex presidente Marcello Bertocchini, durante il mandato del quale i lavori sono iniziati.



















