D’Alessandro dopo Waters: “Summer a Lucca finisce qui”

Il concerto di Roger Waters? Un trionfo di emozioni per 23500 persone e non solo. Anche per tutti coloro che, pur non acquistando il biglietto, hanno voluto ascoltare da lontano le note di una delle anime dei Pink Floyd.
All’indomani dell’overdose di emozioni, quelle che solo la musica riesce a dare, parla il patron del Summer Festival, Mimmo D’Alessandro. Non riesce a godersi a piano il secondo grande concerto-evento sugli spalti delle mura. Colpa, anche di quella burocrazia che lo ha tenuto impegnato per tutta la notte durante il primo smontaggio delle attrezzature. Con tanto di verbale elevato dai vigili del fuoco che D’Alessandro è pronto a contestare.

Sul concerto, invece, quello che traspare è la grande emozione provata e fatta provare a tante persone: “È stata – dice D’Alessandro – a livello di spettacolo una delle cose più belle cui io abbia mai assistito e che abbia mai organizzato. Peccato per il terrorismo che è stato fatto intorno al concerto, quell’atmosfera che alla fine ha alllontanato qualcuno dal voler essere presente all’evento”. Alla fine il ticketing si ferma a 23500 biglietti venduti: “Certo, a differenza del concerto dei Rolling Stones – spiega – che era unica data italiana, con Roger Waters ci sono state dieci date. Ma vista l’atmosfera che c’era intorno al concerto abbiamo fatto anche troppo. Poi anche il mercato è cambiato, ci sono eventi ovunque. Firenze ha fatto un festival con 190mila persone, che ovviamente attrae soldi che vengono tolti dal mercato. Noi chiuderemo a 90mila biglietti venduti e abbiamo fatto un miracolo”.
“A parte i numeri che sono importanti – prosegue D’Alessandro – sono più che soddisfatto. Penso che con il concerto di Roger Waters abbiamo fatto la storia. Già solo il discorso che ha fatto luio dal palco è una cosa incredibile, quando ci ha invitato a restare umani. Una magia unica, che ho condiviso con lo storico manager di Roger Waters, che mi ha scritto di essere rimasto incantato dall’atmosfera serena e bella del concerto. Abbiamo ancche fatto una passeggiata in città e ha elogiato Lucca. Di questo la città dovrebbe essere onorata e orgogliosa. E chi non lo è significa che non ha anima. Le emozioni, d’altronde, non sono un privilegio di tutti perché le emozioni si provano e non si comprano. E dove arriva la musica non arriva nient’altro. È per questo che il mio orgasmo più grande è vedere la gente soddisfatta di partecipare ai miei concerti”.
Il futuro, allora? Un Summer Festival ancora a Lucca per la 22esima edizione? “A una domanda così a bruciapelo – dice – oggi rispondo che il festival è finito qui. Quello che ho subito in questi mesi, infatti, non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico. La violenza psicologica intorno a questa cosa non pensavo neanche che potesse esistere. E devo dire che, in particolare, sono preoccupato per le generazioni future. Se non troviamo,infatti, il sistema di smantellare questa vecchia e grassissima burocrazia c’è di che preoccuparsi. Figuratevi che un turista americano che ho incontrato mi ha detto che la gente in Italia non sorride più ed è impegnata solo a scagliarsi l’una contro l’altro. Per chi ha successo non c’è altro che invidia e qualcuno non aspetta altro che il fallimento. Ecco perché, con Roger Waters, anche io chiedo di tornare umani e di cercare di riconquistare il sorriso”.
Un sorriso che, come traspare, è scomparso nelle ultime ore dopo la gioia del successo sugli spalti delle Mura: “Non so – racconta – dove ho trovato la forza per superare quello che è successo dopo il concerto. Una serie di osservazioni, anche pretestuose e un verbale dei vigili del fuoco sul quale io non sono d’accordo perché non è giusto. A volte ho l’impressione che è come se ci fosse un mandante, come quando un arbitro che fa di tutto per farti perdere la partita spezzando il gioco a centrocampo. Il tutto con rilievi stupidi e inutili. Quando da me viene la Guardia di Finanza, infatti, sono felice, perché mi sento protetto visto che faccio questo mestiere con passione immensa. Ma i controlli devono essere onesti e non punitivi”.
“È un peccato se vado via da Lucca – dice D’Alessandro – anche per tutta la gioia che mi ha dato qui il pubblico e che non mi toglie nessuno. Dopo 21 anni mi dispiace anche se non è per il fatto che io vado via da Lucca che non continuerò a lavorare. Certo è che la gente per venire ai concerti deve sentirsi sicura e noi lavoriamo per questo perché siamo gente seria e siamo gente per bene. Invece quello che ho vissuto in questi mesi e intorno a questo concerto non mi appartiene. Il mio mondo è un altro, è quello che ho vissuto all’uscita di un Real Madrid – Napoli al Bernabeu. Tutti insieme e tutti a festeggiare nel dopopartita, comunque sia finito il match”.
Una partita che Mimmo D’Alessandro, che ha vinto ancora la sfida dell’organizzazione, ora deve giocare contro la burocrazia, che a volte rappresenta anche un alibi per non rischiare nulla.
Siamo certi, l’edizione numero 22 si farà e la sua sede sarà ancora Lucca. Ad essere in dubbio, semmai, è un nuovo maxievento sugli spalti. Anche se c’è già, Mimmo in testa, chi sogna grandi nomi per fare ancora il pienone.

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