Elettrodotto Oltreserchio, parola a presidenza Consiglio

La parola passa alla presidenza del Consiglio dei ministri. Sarà il governo a dover decidere per quanto riguarda la realizzazione del nuovo elettrodotto nell’Oltreserchio se sia o meno sanabile il disaccordo tra ministeri – quello dell’Ambiente che ha dato il via libera, da un lato,  e il Mibac che ha offerto un parere negativo, dall’altro – o se il tracciato non debba realizzarsi, nemmeno nell’opzione meno impattante e ritenuta la migliore dalla procedura di Via, ormai conclusa, ovvero la B1.

La politica, in sostanza, dovrà dare una risposta, perché il disaccordo tra i pareri non può essere ormai risolto in altro modo. La questione, come molti forse ricorderanno, era esplosa già nel marzo scorso quando dopo la pubblicazione del parere della commissione di valutazione del ministero dell’Ambiente nell’ambito della procedura di Via a cui è stato sottoposto il progetto presentato da Terna il Mibac, facendo opposte valutazioni, aveva emesso un parere negativo, con 25 prescrizioni molto articolate e nelle quali si contesta l’impatto sul territorio e sul suo patrimonio culturale e paesaggistico della realizzazione dell’elettrodotto.
Presentato nel 2014, il tracciatore, nelle sue varianti alternative preparate da Terna e sottoposte all’attenzione del ministero, è stato al centro per questi anni dell’ostilità del comitato Starc mentre il comitato di Maggiano ha riacceso contemporaneamente i riflettori sull’elettrodotto che esiste già, chiedendone la dismissione a Terna.
Su tutto comunque ora pesa il no del Mibact all’opzione B1 per il riassetto e potenziamento dell’elettrodotto che invece la commissione di valutazione del Ministero dell’ambiente, nella fase di procedura di Via, ha valutato come la migliore e meno ’impattante’ per realizzare l’adeguamento della linea. Un’opera che per Terna è necessaria ad assicurare il fabbisogno energetico, ma per i cittadini di queste zone è ormai diventata una croce.
Del contrasto tra le posizioni dei ministeri hanno approfittato gli enti locali che contro il via libera hanno proposto ricorso al Tar. Ora però il ministero dell’Ambiente ha passato la “patata bollente” al Consiglio dei ministri. La presidenza è chiamata a decidere sul progetto e soprattutto se siano o meno da prendere in considerazione le prescrizioni avanzate con tanto dettaglio dalle Belle Arti.

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