Medici e infermieri in Consiglio bocciano S. Luca foto

Posti letto insufficienti, mancanza di personale, gestione dei servizi sul territorio e integrazione fra nosocomi a livello di area vasta. Operatori, medici, infermieri e sindacati sono concordi: “Il sistema San Luca non funziona”. Troppi i disagi, troppo lunghe le liste d’attesa e manca anche una rete di assistenza sanitaria territoriale. Senza considerare che resta da risolvere la questione Campo di Marte. Tutti nodi peraltro già noti che sono stati oggi (5 febbraio) ripercorsi al consiglio comunale aperto sulla sanità locale, al quale hanno preso parte, con interventi, 18 rappresentanti fra associazioni, comitati e categorie coinvolte. Non sono mancati, all’inizio, tentativi di manifestare il malcontento, con alcuni striscioni e cartelli che però sono stati fatti rimuovere dall’assise, a cui oltre a comitati e associazioni interviene per l’Asl Mauro Maccari, nominato commissario in attesa che l’iter per il nuovo direttore – già scelto – sia completato. Uno dei principali problemi emersi, fin dai primi interventi di operatori e sindacati, è stato quello della carenza del personale. E nel mirino è finito l’ospedale San Luca e il modello dell’intensità di cura. Il commissario dell’Asl Toscana Nord Ovest, Mauro Maccari, ha invece difeso il nosocomio, spiegando che sarà valorizzato specializzandosi nella robotica applicata all’ortopedica. Centrale anche la questione del futuro dell’ex ospedale Campo di Marte, con il M5S che ha proposto al Comune di acquistarlo per tutelarne la vocazione sociosanitaria, e Piero Angelini, ex consigliere di Governare Lucca che è arrivato a ipotizzare la possibilità di “confiscare” il San Luca, per “gravi violazioni nella sua realizzazione e nella procedura di appalto dei lavori”, su cui medita la presentazione di un esposto a procura e guardia di finanza.

Dopo un lungo dibattito iniziato alle 17 e terminato dopo le 23 con la presentazione di due ordini del giorno, uno da parte della maggioranza, l’altro dalle opposizioni, la sensazione è che sul tema della sanità sia difficile trovare una sintesi e una condivisione fra le parti. Peraltro su un tema, come quella della sanità, su cui il Comune non ha diretta competenza e anche, verrebbe da dire, sempre meno infuenza nel sistema dell’area vasta. Nondimeno, al termine di un dibattito che difficilmente potrà costituire più che un momento di ascolto e un invito al Cmune a “farsi portavoce” con gli enti che invece hanno la facoltà di incidire (ovvero Asl e Regione), la frattura politica interna al consiglio comunale si è consumata anche nella presentazione di due opposti ordini del giorno: l’uno della maggioranza, l’altro da parte dell’opposizione (Forza Italia, Siamo Lucca e Fdi) senza però il sostegno di M5S e Casapound che anzi hanno chiesto che l’aula si esprimesse semmai su un documento condiviso. A quel punto è sorta la proposta – condivisa da maggioranza e opposizione – di ridiscutere gli impegni da assegnare a sindaco e giunta sul delicato tema della sanità in commissione. Tuttavia dopo l’ennesima sospensione la minoranza ha chiesto che si procedesse comunque con la votazione dell’ordine del giorno. In particolare la richiesta è arrivata dal presidente del gruppo di Forza Italia Marco Martinelli che ha preteso che si votasse stasera l’odg “per dare una giusta conclusione al ricco e importante dibattito di questa giornata con un preciso indirizzo alla giunta”. Cosa fatta ma tra le polemiche e le divisioni, all’interno della minoranza visto che Bindocci e Barsanti hanno annunciato l’astensione dal voto. L’odg è stato respinto con 7 favorevoli e 18 contrari. Approvato invece il documento della maggioranza con 18 favorevoli, 7 contrari e un astenuto. Un finale turbolento dove sui temi della sanità si sono consumate le contrapposizioni di sempre.
All’inizio della lunghissima seduta non è mancato il tentativo di alcuni di manifestare il malcontento platealmente portando stiscioni e cartelloni di protesta: “Il Campo di Marte non si tocca”, recitavano alcuni. Altri puntavano il dito contro il rinvio del consiglio comunale di dicembre, accusando la maggioranza. Sono stati fatti togliere.
Gli interventi esterni, da quelli degli operatori del settore a quelli dei comitati del resto sono stati una sorte di cahiers de doleance che hanno rimesso in primo piano alcune presunte inefficienze del sistema e del servizio dell’assistenza sanitaria. La politica ha cercato di dare una risposta impegnando il sindaco e la giunta a farsi portavoce delle istanze raccolte. Il tutto però con realismo, è l’invito stesso della maggioranza, perché il libro dei sogni della sanità non può essere scritto in presenza di risorse sempre più limitate, come ha fatto notare anche il commissario dell’Asl Mauro Maccari. “Il San Luca diventerà polo d’eccellenza per la chirurgia robotica applicata all’ortopedia”: lo annuncia il commissario Usl, il dottor Mauro Maccari, intervenendo al Consiglio comunale aperto di questa sera. Il suo, in attesa del nuovo direttore generale, è un affresco che si incentra su una difesa dell’attuale gestione, nell’ottica di un ospedale San Luca che da concepirsi come valore aggiunto. Ci sono tuttavia, nella sua lettura, anche ammissioni esplicite rispetto alle falle del sistema che scaturiscono dal livello nazionale: “Se aggiungiamo posti letto al San Luca – il tema più annoso – poi dobbiamo assumere nuovo personale, ma non possiamo farlo”. Già, ma perché? Quella che viene descritta da Maccari è la sintesi di una “combinazione letale” tra tagli ministeriali e bandi andati deserti: “Un medico specializzando costa in media 70 mila euro l’anno e l’azienda deve razionalizzare – ricorda – e, comunque, quando abbiamo fatto delibere per assumere medici di pronto soccorso, pediatria e radiologia, non abbiamo ricevuto risposte”. Prossimamente, ammonisce Maccari, si potrebbero registrare problemi simili anche per la ginecologia. “Questo – precisa – per una scellerata programmazione che ha fatto calare gli specialisti della materia, molto al di sotto rispetto al turnover necessario”. Ad ogni modo, anche se “dopo il pensionamento della dottoressa De Lauretis abbiamo dovuto sospendere le assunzioni” viene ricordato che “con la nomina del nuovo direttore generale riprenderanno i bandi di concorso per i primari”.  L’attuale governo, viene ricordato, prevede l’apertura dei bandi di concorso anche agli specializzandi del quinto anno: “Ma per noi – sentenzia il commissario – si tradurrà in una boccata d’ossigeno che consumeremo tutta nel giro di un anno”.
La vera evoluzione però, per Maccari, passa per l’assistenza domiciliare integrata: “L’investimento da fare  non deve servire per far uscire i pazienti e collocarli nelle cure intermedie. Serve un’assistenza domiciliare integrata che richiede risorse: oggi andando a vedere le dimissioni dal San Luca, solo un terzo dei pazienti  entra in questo percorso. Ricordiamoci che quando parliamo di livello territoriale dobbiamo pensare anche alle risposte sociali, non solo a quelle sanitarie”.
Percorsi come detto terribilmente compromessi anche e soprattutto dalla mancanza di personale: “Resta il problema più evidente – conferma il commissario – anche se stiamo applicando un turnover con i nostri 13mila dipendenti. Dal 2013 al 2014, ad esempio,  il personale amministrativo è diminuito da 1144 a 1078 unità”.
In tutto questo, dunque, secondo Maccari non è soltanto necessario andare a cercare soluzioni vicine al San Luca, come quella – propugnata dalla minoranza – di acquistare l’area del Campo di Marte, ma soprattutto “comprendere con chiarezza chi fa cosa all’interno dell’azienda”.
Nel frattempo, sempre secondo Maccari, “Il San Luca riesce a stare al passo con le realtà più importanti in Italia perché è un ospedale moderno: la tecnologia ha bisogno di spazi tagliati in un certo modo. Bisogna considerare che abbiamo un numero di sale operatorie che è almeno il doppio di quello di Livorno, ad esempio. Adesso – prosegue –  si avvia a diventare un polo di eccellenza della chirurgia robotica ortopedica: è un primo passo di un percorso”.
Poi, sulle altre questioni aperte: “Il Consultorio? Dico ai comitati che hanno ragione. Noi per primi lo abbiamo trovato come una scatola vuota, ma lo stiamo riempendo, l’investimento è soltanto all’inizio. L’ospedale per intensità di cura? Lo prevede la legge regionale, ma non è detto che il modello resterà sempre questo”. Quindi, sulla mancanza di posti letto: “Abbiamo raddoppiato le cure intermedie a Campo di Marte e cercheremo di implementare questi posti anche nelle case di cura convenzionate”.
A dare il via alla discussione è stato il sindaco Alessandro Tambellini che ha invitato a riflettere sulle dinamiche e il futuro dell’azienda di area vasta invitando a realizzare una “integrazione profonda” tra le strutture ospedaliere delle zone, capire come riqualificare gli ospedali di valenza provinciale e come integrare gli ospedali di primo e secondo livello. Il primo cittadino è partito da considerazioni generali.
“Si tratta di un tema molto sentito – ha esordito il sindaco Tambellini – le cui questioni hanno risvolti nazionali, non solo locali. Si fa fatica ad assumere nuovo personale sia medico che infermieristico e questo determina l’allungarsi delle liste d’attesa”.
Dopo aver ricordato che il nuovo direttore generale dell’ospedale sarà nominato entro marzo, Tambellini ha ribadito la necessità per la Asl di una maggiore integrazione tra ospedali e presidi sul territiorio: “È sbagliato fare riferimento solo agli ospedali universitari, tralasciando quelli di primo livello presenti sul territorio, come quello di Lucca. È illogico doversi rivolgere all’azienda universitaria per interventi di carattere ordinario. Serve inoltre un’integrazione profonda tra le varie realtà ospedaliere e capire come integrare l’ospedale di primo livello con quelli di secondo (Castelnuovo e Barga, ndr). Trovo inoltre assurdo che con strumenti e capacità professionali di altissimo livello vengano oggi utilizzate al 50-60% delle loro potenzialità per carenza di personale”.
Tambellini ha poi ricordato l’annoso problema delle malattie croniche che, stante il progressivo invecchiamento della popolazione, diventerà sempre più stringente, per questo saranno fondamentali i presidi sanitari sul territorio.  “I servizi territoriali sono importanti ed oggi sono efficaci – afferma il primo cittadino -. Nei prossimi anni questi servizi dovranno avere sempre più spazio. Il rapporto tra ospedale e territorio diventa un aspetto fondamentale: una volta conclusa la cura della malattia nella sua fase acuta, è necessario che vi sia chi si prende carico del paziente. Il nodo è il sistema della cure intermedie che oggi non è ancora a pieno regime”.
Terminato l’intervento del sindaco, ha preso la parola Katia Anelli, presidente del consiglio degli infermieri che ha ribadito il problema legato al blocco delle assunzioni: “Mancano medici e anche infermieri, sia in ospedale che sul territorio – ha detto Anelli – soprattutto in area medica e chirurgica. La cronicità e il bisogno di assistenza aumenta e aumenterà sempre di più sul nostro territorio dato che la nostra regione è tra le più anziane d’Europa e d’Italia. Un numero ridotto di infermieri impedisce una reale assistenza personalizzata. Per questo è fondamentale assumere nuovi infermieri sia in ospedale che per le comunità”.
“Sulla questione Campo di Marte – conclude Anelli – questo deve dare risposte sanitarie ai cittadini con ambulatori specialistici e diagnostici e il trasferimento delle strutture di Maggiano e del polo didattico di San Maria a Colle”.
A ribadire le problematiche legate alla carenza di personale ci pensa poi Massimo Petrucci di Fp Cisl: “La carenza di personale può portare a  delle complicazioni serie. Infatti molti degli errori in sanità sono dovuti a turni di lavoro troppo lunghi e senza l’adeguato ricambio a causa delle carenze di personale. Senza un adeguato organico, poi, non possono essere usati con la giusta qualità i macchinari, con tutti i disagi per l’utenza che questo comporta. I cittadini sono costretti a spostarsi o a rivolgersi al privato. Basta alle strumentalizzazioni, cerchiamo di fare qualcosa di più incisivo per i cittadini lucchesi. Serve un segnale di maggiore interesse della politica su questo tema”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Pietro Casciani di Uil Fpl: “Alcuni territori hanno fatto la parte del leone e hanno drenato le risorse, anche perché hanno specializzazioni che Lucca non ha – ha spiegato il sindacalista -. Vogliamo un cambio di passo. Anche Lucca ha le sue eccellenze. Chiediamo alla direzione, pur sapendo che le risorse non sono infinite, che guardi a questo territorio con la dovuta attenzione. Ad oggi non mi sembra che con le carenze che ci sono, siano previste assunzioni in arrivo”. 
Casciani ribadisce poi la necessità di rendere l’ospedale di Lucca più appetibile per chi deve venire a lavorarci e quella di creare un osservatorio sulla sanità: “Oggi molti reparti sono coperti non da primari di ruolo ma da facenti funzione. Non siamo molto appetibili perché altre zone sono più interessanti dal punto di vista professionale. Serve, infine, un osservatorio della sanità: un tavolo tecnico dove confrontarsi sulle problematiche della sanità e dove sia garantito l’ascolto dei cittadini”. 
Dopo l’intervento di Fabrizio Bonino dell’associazione Cecchini cuore onlus di Pisa che ha ricordato l’importanza di diffondere la cultura del massaggio cardiaco e dell’utilizzo del defibrillatore, è stata la volta del presidente dell’ordine dei medici di Lucca Umberto Quiriconi che ha lanciato strali contro la riforma sanitaria, bocciandola su tutta la linea. “Il sistema dell’intensità di cura deve essere eliminato perché crea solo confusione. Il modello della sanità toscana non è mai stato condiviso dall’ordine dei medici. Nessuno studio conferma l’efficacia del modello dell’intensità di cura. Inoltre, non è stato preceduto da un’adeguata predisposizione del territorio. Per questo il modello non decolla. Questo nuovo sistema ha sostituito una catena gerarchica consolidata, che era sinonimo se non altro di ordine, con una serie di sottocategorie, creando confusione e diluendo le responsabilità”.
 Un accenno anche alla polemica legata ai posti letto: “Il San Luca, diciamocelo, è piccolo: i posti letto sono meno di quelli preventivati all’inizio, l’ha detto l’ex direttore generale D’Urso poco prima della sua partenza. Campo di Marte nel 2006 aveva 480 posti letto che poi progressivamente sono stati ridotti. Se il sistema regge lo si deve alla professionalità dei medici ospedalieri, l’ha detto anche il presidente rossi. Mancano posti letto anche per quanto riguarda le rsa e percorsi di collegamento tra la medicina territoriale e la medicina ospedaliera. Erogare un’assistenza medica sul territorio oggi è impossibile senza assunzioni”.
Quiriconi  ha anche ricordato che c’è anche un problema sicurezza per quanto riguarda i medici più esposti (pronto soccorso, psichiatria, guardia medica).
A seguire è stata la volta di Giovanna Lo Zopone della Cgil che ha sottolineato come “l’accorpamento delle Asl ha provocato uno tsunami. La riforma non ha avuto modo di evolversi perché non ci sono stati i decreti attuativi che avrebbero dovuto potenziare i territori. Servono nuove assunzioni, non solo di medici ma anche di infermieri, personale amministrativo, tecnici di laboratorio e Oss. Oggi a malapena si riescono a coprire i turni. Mancano i posti letto, in chirurgia ad esempio ne servirebbero almeno 15 in più e il territorio non è pronto a prendere in carico i pazienti dopo il trattamento in ospedale. Questo è anche frutto dei tagli alla sanità che stanno andando avanti da molto tempo, anche da parte dell’ultimo governo. Bisogna eliminare i vincoli sulle assunzioni del personale”.
È stata poi la volta dell’ex consigliere comunale di Governare Lucca Piero Angelini che ha minacciato un esposto a procura e guardia finanza sul project financing per il nuovo ospedale e non ha mancato di bacchettare sia la maggioranza che l’opposizione accusandole di “inciucio”. “La Regione puntava su tre ospedali di eccellenza, quelli universitari, con un declassamento degli altri – ha detto -. Alla base di tutta questa gestione c’è stata una politica sbagliata e mancanza di trasparenza. Il documento programmatico finanziario è infatti un imbroglio: le aziende hanno vinto la gestione degli ospedali incasseranno 600 milioni nei prossimi vent’anni. Molto di più di quanto era previsto nel bando. Il Comune dovrebbe fare qualcosa per rientrare nella proprietà dell’ospedale, ne avrebbe tutto il diritto. In caso contrario mi vedrò costretto a fare un esposto”. Quello che Angelini propone è che venga “confiscato” il nuovo ospedale, secondo l’ex consigliere realizzato in assenza di permesso a costruire, e che si ottenga Campo di Marte per “scambio” e non a titolo oneroso come proposto da altri, in primis Pescucci e Bindocci (M5S).
A nome dei comitati sanità ha poi preso la parola Gina Truglio che ha criticato la scelta dei gruppi di maggioranza di non dare la possibilità di parlare alle persone che si erano prenotate per il precedente consiglio poi rinviato:  “ Il Consiglio era stato rinviato in attesa del dg – dice – per cui quello di oggi  è un Consiglio non legittimo”.
Truglio ha poi ribadito le posizioni espresse da Angelini: “Con il metodo del project financing – ha aggiunto – gli ospedali affidati al gruppo Astaldi che oggi è in rosso e in amministrazione controllata. Anche la Corte dei conti ha bocciato la Regione Toscana per la costruzione dei 4 ospedali e in particolare di quello di Lucca per cui le spese sono raddoppiate senza giustificazione e conseguentemente c’è stato un  taglio dei posti letto”.
Paolo Pescucci (per il gruppo Salviamo il Campo di Marte) che propone chiaramente all’amministrazione comunale di acquistare l’area del Campo di Marte. “Va acquistato – spiega – perché già adesso si utilizza il 50% della sua superficie per ragioni socio-sanitarie. Questo è il segno evidente che il progetto San Luca non funziona, perché non si sono ascoltati i bisogni del territorio. All’interno del Campo di Marte si potrebbero anche accorpare le Rsa sparse per il territorio. In prospettiva, quando il San Luca diventerà obsoleto, sarebbe inoltre possibile costruire un nuovo padiglione per acuti, da circa 250 posti letto: così avremo un nuovo ospedale, circondato da spazi verdi e posizionato in area ideale. Il nuovo campo di Marte sarebbe anche facilmente raggiungibile grazie alla stazione metropolitana di superficie prevista nel Pums”. Ma come acquistare il Campo di Marte? “C’è uno studio commissionato alla Sinloc nel 2014 – prosegue Pescucci – e pagato 36mila euro. Perché non viene utilizzato? Il valore dell’area dipende dal vincolo socio-sanitario: se la destinazione rimane tale il valore scende. L’acquisto è una decisione soltanto politica e le ipotesi sono diverse: dalla permuta con le Rsa comunali alla via del crowdfunding”.
Si incentra invece su sfumature più prettamente sanitarie l’intervento di Fabrizia Vornoli Leone (Comitato di partecipazione Usl nordovest – zona Lucca/Mediavalle). “La problematica principe – ricorda – è quella legata al Pronto soccorso: la carenza di medici e di letti è cronica e crea disagi costanti. Oltre a questo, le dimissioni precoci causano problemi costanti”. Una questione che si aggiunge è la scelta, maturata nell’ultimo anno, di limitare l’accesso ai familiari: “E’ una decisione esagerata per come viene applicata – argomenta – perché il paziente arriva in stato di choc ed ha bisogno di sostegno dai suoi cari. Un caso recente? Una figlia ha rischiato di non poter dare l’ultimo saluto alla madre, a causa di questa rigidità, che si registra soltanto a Lucca”. Nel mese di dicembre il comitato ha effettuato interviste mirate a medici e pazienti: “Ne è emerso che un paziente assistito da familiari aiuta anche il personale”.
Altro nodo è quello che concerne l’estensione dei codici azzurri e bianchi, correlato alla carenza di organico. Poi, come noto, la carenza di posti letto: “Questo ingenera problemi di post degenza con ricadute importanti sui pazienti”. Quindi il problema delle liste d’attesa: “I tempi continuano ad essere troppo lunghi – dichiara Vornoli Leone – ed è necessario migliorare in fretta”. Tra le richieste più pressanti spiccano anche il potenziamento del consultorio e l’unificazione dei database aziendali.
Annunziata Biagi (coordinatrice di Cittadinanza attiva – Lucca) pone l’accento sull’attività del centro di ascolto del tribunale per i diritti del malato: “Nell’ultimo anno abbiamo accolto 135 persone e ricevuto 235 telefonate – afferma – quasi tutte incentrate sui problemi che discendono dal pronto soccorso. I tempi d’attesa sono troppo lunghi ed il divieto per i familiari di accompagnare i pazienti è deleterio”. Poi si ricorda la necessità di aprire un ospedale a bassa intensità di cura (Obi, ndr): “Ci hanno risposto che l’Obi sarebbe costituito dal Campo di Marte, questo non è accettabile. Per questo continueremo a vigilare ed a fare le segnalazioni necessarie”.
Della situazione legata al personale parla invece Cristina Orsi (cittadina che da anni si occupa di questioni sanitarie): “Servono maggiori assunzioni e più turnover, specialmente tra gli infermieri. Attenzione, in questo senso, a non perdere le nostre eccellenze”. Poi sul modello dell’intensità di cura: “Non è mai stato applicato e l’assistenza personale resta un miraggio. Ogni aspetto ha bisogno di essere potenziato, perché siamo ai minimi termini. Occorre lavorare su due livelli: sociale e sanitario, senza lasciare come unica spiaggia il pronto soccorso”. Mancano, inoltre – denuncia Orsi – gli infermieri di famiglia: “E’ incredibile aver formato del personale e non avere infermieri che agiscono a fianco del medico di famiglia”.
Gabriella Bertani (direttivo Fials, Lucca sanità) ringrazia i comitati: “Sono un occhio puntato sulla sanità e ci forniscono il polso reale della situazione”, poi si sofferma sulla riabilitazione. “Non dobbiamo confonderla con l’attivazione motoria. Penso alla proposta di una piscina, che ha un senso fino ad un certo punto: non prevista come percorso riabilitativo nemmeno dalla Regione Toscana, quindi non si dovrebbero dare false speranze. In questo senso non servono cattedrali nel deserto: potenziamo l’esistente, cioè Campo di Marte, che è una realtà che vive ogni giorno”.
Luca Dinelli (comitato contro il depotenziamento dell’ospedale unico della Versilia) afferma che i problemi della sanità scaturiscono dal livello nazionale e, segnatamente, dalla ristrettezza delle risorse: “Hanno tagliato lo Stato sociale – dichiara – e questo ha creato disagi a cascata. Il governatore Rossi, di fronte a questi problemi, ha tentato delle riorganizzazioni fantasiose. Uno dei problemi più gravosi resta quello dei posti letto: in Toscana si tratta di un parametro fortemente disatteso. La capienza pensata al San Luca avrebbe avuto senso se ci fosse stato un territorio intorno capace di ricevere il post acuto”.
Il capitolo relativo ai servizi sanitari viene scandagliato anche dalla Uil pensionati, che parla attraverso il rappresentante Guido Carignani: “Il pronto soccorso resta il problema principale, ma non l’unico. Manca un dialogo tra pubblico e privato, che genera il problema della lunghezza delle liste d’attesa. Inoltre – segnala – anche sul nostro territorio la popolazione è sempre più anziana e, per questo, richiede una costante quantità di cure. L’augurio è che gli amministratori locali sappiano farsi carico di questi problemi”.
Il dottor Raffaele Faillace (presidente “associazione Amici del cuore di Lucca” ed ex direttore generale della Usl) porta invece in dote un’esperienza positiva, come quella dell’associazione da lui presieduta che, nel corso degli ultimi anni, ha saputo fornire una risposta concreta ai problemi di molti malati del territorio. Un modello, questo, che è spesso stato capace di ovviare alle carenze della sanità territoriale – come viene ricordato – grazie alla professionalità ed all’esperienza di diverse equipe mediche. “Dobbiamo però chiederci – il monito – se la sanità pubblica voglia davvero proseguire in questa direzione, o se sia necessario cambiare, nella prospettiva di un maggiore dialogo con i privati”. Gli “Amici del cuore” nel frattempo proseguono la loro mission, caratterizzata anche da un forte sostegno alla fasce più deboli e indigenti della popolazione: “Tramite la nostra associazione – rammenta Faillace – siamo riusciti a creare una rete con il territorio che offre servizi anche alle persone incapienti. In questo senso, stiamo per far partire anche progetti per l’inclusione e la cura della popolazione dei Sinti e dei Rom, tramite la Caritas”. Poi c’è il coinvolgimento delle scuole: “Abbiamo incontrato un entusiasmo straordinario da parte dei ragazzi, perché non è vero che non si interessano a queste tematiche. Il percorso tra gli studenti è fondamentale per formare e sensibilizzare fin dalla più tenera età”. Infine, il progetto che prevede la creazione di un centro contro le malattie rare, a Lucca: “Queste persone meritano risposte precise. Abbiamo già pronta un’equipe medico-scientifica composta da otto professionisti”.
Daniela Grossi (presidente associazione La Città delle donne) ricorda che “la salute non è soltanto l’assenza di malattie”. Uno tra i temi maggiormente sentiti dall’associazione è quello inerente al consultorio: “E’ necessario – precisa Grossi – investire per pubblicizzare l’attività ambulatoriale. La nostra associazione, inoltre, è impegnata nella sensibilizzazione e nella diagnosi precoce del tumore alla mammella femminile. Sotto questo profilo sono stati organizzati incontri e convegni con la breast unit, con il Comune di Lucca e con le società sportive. E’ sempre emersa necessità, in questo senso, l’esigenza da parte delle persone di avere una completa informazione sulla prevenzione, diagnosi e cura sul nostro territorio”.
Infine, dell’aspetto della promiscuità al San Luca parla Patrizia Branzanti (referente gruppo Udi – unione donne in Italia): “La dignità dei pazienti deve essere maggiormente tutelata – spiega – e, per questo, non è possibile che si verifichino ancora situazioni di estrema vicinanza dei malati, di entrambi i sessi, come spesso avviene oggi nei corridoi del pronto soccorso”.
Il dibattito dei consiglieri comunali. La prima a intervenire è la consigliera di Lei Lucca Donatella Buonriposi: “E’ opportuno  -si domanda – organizzare il cambiamento o cambiare l’organizzazione? Quali sono le reali possibilità di cambiare l’organizzazione anziché le norme? Un manager deve rispondere a questo. Abbiamo la sensazione che ci sia difficoltà ad assumersi responsabilità, ci vuole coraggio per fare certe scelte. E’ fondamentale che le istanze di questa sera siano comprese dal manager che arriverà”.
Il consigliere della Lega Giovanni Minniti torna a chiedere più posti letto, affermando che “La maggioranza non ha voluto prendere impegni in tutto questo tempo, favorendo intollerabili ricoveri promiscui. Questo – attacca – è un consiglio comunale di fantasmi, a cominciare dal sindaco Tambellini, che ha assecondato le scelte di Rossi e della Saccardi. Perché il sindaco non si è incatenato quando la regione affossava la sanità lucchese?”.
Duro anche Massimiliano Bindocci (M5S): “Quella della sanità lucchese è una situazione grottesca. La giunta regionale sta mettendo la sanità pubblica in grado di non funzionare, per arricchire il privato. La sanità come business è il modello perseguito. Si tratta di un giochino – afferma – che sta funzionando. Il sindaco ha descritto i problemi dell’ospedale, ma dov’era negli ultimi sei anni e mezzo? Ci sentiamo presi in giro più volte, perché questo Consiglio non si fece per la mancanza di un direttore generale e non c’è nemmeno oggi. Avete inoltre bocciato la proposta della consulta sulla sanità e non considerate i letti come una variabile importante”.
Per Fabio Barsanti, consigliere di Casapound: “Dopo stasera il nuovo direttore generale avrà molti spunti da raccogliere. Serve un percorso con questa figura, quando sarà nominata, che porti ad affrontare i problemi. Inoltre dobbiamo continuare a  difendere la destinazione socio sanitaria del Campo di Marte”.
Il consigliere di Siamo Lucca Alessandro Di Vito, dal canto suo, ricorda come la battaglia sui posti letto non possa essere declassata in alcun modo: “Il Campo di Marte resta fondamentale in ambito socio sanitario, ma per questo servono progetti, non mozioni. I posti letto? Non è vero che non servono, se non ci sono gli ospedali non vanno avanti. Occorre – precisa – maggiore attenzione per la low care, i 48 posti letto previsti al San Luca non ci sono. Non possiamo pensare, ad esempio, che da Lucca si vada a Barga per fare riabilitazione. I cittadini hanno pagato i posti letto che non hanno circa 30 milioni di euro. Non ripetiamo quel danno con il Campo di Marte: l’amministrazione deve ascoltare le istanze del territorio, non quelle del governatore Rossi. No alla sanità in barella, per la dignità dei cittadini. Il sindaco può alzare la voce, basta essere maltrattati dalla Regione. Serve inoltre più umanità nel rapporto, i familiari devono stare vicini ai congiunti. Attendiamo che l’amministrazione rediga un documento sulla base di questo consiglio”.
Per la consigliera del Pd delegata alla sanità Cristina Petretti occorre discutere della “Sostenibilità e della appropriatezza del sistema sanitario. Stiamo assistendo ad una domanda crescente, a causa di un consumismo sanitario sfrenato. La visione ospedalo – centrica incentrata sul post acuto,  inoltre, non si adatta alle malattie croniche”.
Sul futuro di Campo di Marte torna anche il consigliere di Sinistra con Tambellini, Pilade Ciardetti: “Grazie al lavoro della commissione competente abbiamo fatto una mozione affermando in maniera chiara che deve restare a destinazione pubblica, con funzioni socio sanitarie”.
Bagarre sugli ordini del giorno. Con un ordine del giorno alternativo invece i consiglieri di minoranza Marco Martinelli e Simona Testaferrata, di Forza Italia, Remo Santini, Alessandro Di Vito, Enrico Torrini (Siamo Lucca) e Nicola Buchignani (Fratelli d’Italia) ha proposto d impegnare “il sindaco, la giunta e tutta l’amministrazione comunale a costituire un osservatorio sulla sanità con tavolo tecnico permanente (di cui facciano parte tutte le realtà del territorio riconducibili alle problematiche sanitarie e socio sanitarie) per monitorare lo stato e la qualità dei servizi oltre che lo sviluppo dei progetti, con rendicontazioni puntuali nelle apposite commissioni consiliari e consiglio comunale”. Tutto questo, si legge nel documento presentato, “considerata la forte necessità emersa sul coinvolgimento delle numerose realtà esistenti sul nostro territorio, le quali hanno dimostrato tutta la loro competenza sulla materia e la loro forte volontà di un confronto continuo e costruttivo e ravvisata l’esigenza di regolamentare in maniera più efficace sia l’organizzazione sia la logistica dell’ospedale San Luca (posti letto mancanti, carenza di medici ed infermieri, mancanza di dignità per i malati, un elisoccorso non funzionale alle urgenze) nonché dei servizi territoriali e di cura domiciliare, con l’esigenza di inserire una figura professionale quale l’infermiere di famiglia e di comunità da affiancare ai medici di base, in piu’ un potenziamento dei. Cav (centri accoglienza alla vita) per il sostegno alla natalità ed alla genitorialità, fornendo una particolare attenzione verso tutti i temi  legati alla disabilità”. Altra questione sollevata anche quella della necessità  “di un potenziamento delle cure intermedie e di una decisione definitiva e chiara sul futuro utilizzo del Campo di Marte a destinazione sanitaria, con un polo specifico per la riabilitazione”.
A questo punto però è nata la bagarre. Bindocci e Barsanti hanno sostenuto la necessità di votare un documento condiviso da parte di tutto il consiglio comunale e la maggioranza si è detta disponibile. Tuttavia i consiglieri della minoranza hanno insistito perché si votassero gli ordini del giorno e dopo alcune sospensioni si è deciso di procedere, pur tra le polemiche a quel punto sollevate dalla maggioranza.
Per oltre un’ora, è andata in scena una netta contrapposizione tra minoranza e maggioranza sugli ordini del giorno. Un’impasse estenuante che ha spinto il sindaco, dopo le accuse ricevute, a prendere la parola per difendersi dall’attacco di chi, dalla minoranza, sosteneva che non votando l’ordine del giorno per la costituzione dell’osservatorio l’amministrazione non avrebbe assecondato le richieste giunte dai cittadini: “Noi non siamo contro i cittadini. L’osservatorio? Gli organismi per le necessarie discussioni ci sono già e sono stabiliti per legge: io dico realizziamoli, coinvolgiamo come dovuto le associazioni nelle sedi opportuni”. Subito è passato all’attacco Remo Santini: “Da lei non accettiamo lezioni di partecipazione dei cittadini, visto che lei ha mentito sui motivi del rinvio del consiglio comunale aperto del dicembre scorso”. “Io – ha replicato il sindaco – ho detto che in una fase transitoria in cui non esisteva alcuna struttura che reggeva l’azienda ho ritenuto necessario che il consiglio aperto in quel momento non avesse senso. Solo quando ho avuto la certezza che era stato nominato commissario Maccari ho richiesto che venisse convocato il consiglio comunale. La designazione del direttore generale non è ancora consecutiva, e lo sarà non prima di marzo. Per non attendere allora tutto questo tempo, abbiamo deciso di convocare questo consiglio comunale con la presenza qualificata di Maccari”. Il voto degli ordini del giorno arriva così tra le polemiche allo scoccar della mezzanotte. Passa quello della maggioranza, com’era facile prevedere. Ma quel voto, arrivato dopo un estenuante scambio di accuse e recriminazioni, non sembra esser destinato ad avere il sapore di una vittoria.

Roberto Salotti
Paolo Lazzari
Luca Dal Poggetto

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