Dispositivo Gps a guardie mediche contro aggressioni

L’Ordine dei medici di Lucca dice no alla violenza in ogni sua forma, sia essa contro i pazienti o contro i colleghi. Per questo l’ente presieduto dal dottor Umberto Quiriconi ha realizzato due iniziative a tutela delle vittime di violenza, non solo fisica ma anche verbale. Nello specifico, le guardie mediche (il personale sanitario più a rischio) saranno dotate di un nuovo dispositivo di localizzazione satellitare che potranno attivare in caso di necessità. Il dispositivo si metterà in contatto con la centrale operativa del 118 che, una volta verificata la segnalazione, provvederà ad inviare una squadra di soccorso. Lotta alla violenza, non solo verso i medici ma anche verso i cittadini: in questo senso, l’ordine ha realizzato un opuscolo informativo che servirà ai medici per capire come comportarsi.

Gli atti di violenza contro medici e operatori sanitari sono in drammatico aumento: il 66% dei medici ha subito almeno un aggressione da parte di pazienti. Di questi, due su tre sono stati aggrediti verbalmente e uno su tre anche fisicamente. Il personale più a rischio è quello che opera nei reparti di psichiatria, in pronto soccorso e i sanitari che prestano servizio sul territorio (le guardie mediche). E proprio per questo motivo, l’Ordine dei medici ha deciso di dotare i propri colleghi più esposti di un particolare dispositivo di sicurezza: premendo un bottone i “medici di prossimità” potranno inviare una richiesta di aiuto alla centrale operativa. Il dispositivo sarà dotato di gps e di una scheda sim e avrà anche la possibilità di registrare le conversazioni. Una volta ricevuto il segnale, la centrale operativa proverà a mettersi in contatto con il medico e, in caso non ci riuscisse, provvederà ad inviare i soccorsi. Inoltre la presenza di questo dispositivo sarà ben segnalata in modo che possa anche fungere da deterrente nei confronti di malintenzionati.
Il dispositivo sarà messo a disposizione entro una ventina di giorni e coprirà tutti i 16 presidi di guardia medica presenti in Versilia, Piana di Lucca e Valle del Serchio.
“Si tratta di una nostra iniziativa – ha commentato il presidente dell’ordine dei medici di Lucca, Umberto Quiriconi – in Toscana solo Pistoia ha questi dispositivi. Abbiamo fatto questa scelta per tutelare i nostri colleghi più esposti, in particolare quelli che svolgono il servizio di guardia medica che spesso si trovano di fronte a richieste improprie. In molti casi, le sedi non sono adeguate dal punto di vista logistico: non sono ben attrezzate, mal illuminate e spesso, soprattutto in Versilia, si trovano in zone a rischio. Questa iniziativa rappresenta un piccolo passo in avanti ma non risolve certo il problema in maniera definitiva”.
Questa iniziativa parte da lontano e precisamente dal 2015, quando ad Altopascio si verificò uno degli episodi di aggressione più gravi in provincia di Lucca. Vittime di questo episodio furono le dottoresse Silvia Bandini e Giulia Marsalli, entrambe guardie mediche e facenti parte della commissione giovani dell’ordine dei medici che, da allora, insieme a molti altri colleghi, si sono impegnate per garantire una maggiore sicurezza. “Come commissione giovani medici – spiegano le due dottoresse – lavoriamo per migliorare la sicurezza dei nostri colleghi. Grazie a questo dispositivo saremo sempre in contatto con la centrale operativa del 118 che potrà inviare soccorsi in caso di bisogno. Ci troviamo poi spesso a dover affrontare anche richieste improprie come soldi e visite a persone che in realtà non ne avrebbero bisogno. C’è molta insistenza, soprattutto da parte di chi vive in situazioni di disagio socio-economico. Noi medici cerchiamo sempre il dialogo con le persone ma gli episodi di violenza, soprattutto verbale, sono in aumento”.
Non è un caso che questa iniziativa sia stata presentata a pochi giorni dalla festa della donna. Infatti, nella maggior parte dei casi, sono le donne medico a subire aggressioni che possono essere verbali ma possono arrivare anche a schiaffi e spintoni. Non sono però solo i medici le vittime di violenza ma anche i cittadini, soprattutto quelli più deboli: le donne, gli anziani, i bambini e i portatori di handicap. Saper riconoscere i sintomi della violenza ed essere in grado di interfacciarsi con le vittime è un aspetto fondamentale e non scontato. E proprio per questo motivo, l’Ordine dei medici ha deciso di realizzare un opuscolo informativo di 16 pagine che sarà distribuito con il prossimo numero di Lucca medica, la rivista dell’ordine. A spiegare il senso di questa iniziativa è la dottoressa Piera Banti, responsabile del pronto soccorso di Castelnuovo Garfagnana e del codice rosa: “Se vogliamo combattere la violenza – spiega – è fondamentale la formazione. Per questo abbiamo deciso di realizzare questo opuscolo informativo dove diamo poche, semplici e chiare indicazioni su come affrontare la violenza: come riconoscerla, come comportarsi con le vittime, quali sono i tipi di violenza, conoscere le conseguenze a medio e lungo termine, capire quando si è di fronte ad una effettiva situazione di pericolo, quali siano i reati puniti dalla legge e a chi possono rivolgersi i medici che si trovano di fronte a questi casi”.
“Sapersi interfacciare con una vittima di violenza è molto difficile – conclude Banti – Le prime tre domande sono fondamentali: sbagliare il primo approccio può voler dire perdere il paziente che si chiude in se stesso. Per questo è fondamentale che i colleghi sappiano come comportarsi in questi casi ed è quello che abbiamo cercato di fare con questo opuscolo”.

Luca Dal Poggetto

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