In Consiglio via libera al piano intercomunale del cibo

Ok in consiglio comunale con 18 voti favorevoli (5 i contrari e due gli astenuti) nella serata di oggi (7 maggio) al piano intercomunale del cibo e alla bozza di convenzione per la gestione associata della funzione e dei servizi collegati al piano.
Ad illustrare il percorso svolto è stato l’assessore Gabriele Bove, che ha ricordato l’iter iniziato nel maggio del 2018. “Si è trattata – ha detto – di una occasione importante di ascolto di tutti i soggetti che in qualche modo hanno a che fare con l’alimentazione, dalla terra alla tavola: allevatori, agricoltori, operatori del sociale, scuole. Tante le tematiche e le buone pratiche emerse, dagli orti urbani, alle mense scolastiche al tema dello spreco del cibo, all’integrazione e alla cultura che intorno al cibo ruotano”. “L’obiettivo – spiega Bove – è costituire una cabina di regia con scadenza entro la fine del 2022 per condividere buone prassi e con gli obiettivi prefissati, fra cui la sana alimentazione e la riduzione dello spreco alimentare. Per questo verranno costituiti due organismi, ovvero il Consigliod el cibo e l’agorà del cibo della Piana di Lucca”.

Nel dibattito interviene Simona Testaferrata, di Forza Italia, che parla di “delibera dell’ovvietà. Penso che quello che viene detto è del tutto condivisibile ma è da evitare la costituzione di un altro carrozzone. Servono politiche vere sul tema del cibo, perché la cena non si mette insieme con i discorsi. Non ha senso spendere 20mila euro per ribadire delle ovvietà”. Due le proposte della consigliera: dare incentivi per il recupero di campi abbandonati, valutare contro lo spreco del cibo il ritorno alle mense interne delle scuole.
Fabio Barsanti di Casapound condivide gli enunciati del piano ma solleva dubbi sulla questione della partecipazione: “Bisogna capire – dice – come si attua la partecipazione in questi organismi. Sono sempre scettico sulle modalità di attuazione della partecipazione di questa aministrazione”.
Del lavoro in commissione parla Maria Teresa Leone di Lucca Civica: “Importante sottolineare – dice – la presenza di 320 soggetti che hanno partecipato ai lavori per il piano intercomunale del cibo che ha recepito anche una serie di considerazioni che ci eravamo prefissati nelle linee programmatiche dell’amministrazione. Fra queste la questione dell’attento uso del cibo che è sempre stata affrontata già a livello delle scuole e che è collegata anche alla questione di una sana educazione alimentare”.
Chiudono il dibattito i rappresentanti di SiAmo Lucca. Enrico Torrini punta il dito sulla scarsa qualità del cibo nelle mense scolastica e chiede di puntare sulla “qualità e territorialità dei prodotti, anche per una questione di rilancio economico”. Per Di Vito serve fare cultura e sostenere l’economia agricola “prima – dice – di fare consulte e organismi”.
Per Bindocci il testo è confuso nella forma e negli obiettivi: “Serve – commenta – qualcosa di più chiaro e concreto, nei fini e negli obiettivi”.
Concludono gli assessori. Per Gabriele Bove “ben venga il dibattito sul tema del cibo, che è un tema molto importante sul territorio. Tanto è vero che sono le stesse persone che sono intervenute nei lavori a chiederci un gioco di squadra fra soggetti diversi. Tutti loro hanno chiesto una cabina di regia. I costi? La compartecipazione del comune di Lucca è di 8300 euro. Ogni intervento ha ovviamente dei costi e rispetto alla ricaduta mi sembrano ben utilizzati. L’obiettivo? Lo ribadisco ancora una volta: una condivisione e uno scambio di buone pratiche come, ad esempio, quello degli orti urbani”.
L’assessore Vietina sottolinea l’importanza della dimensione del patto, che va oltre i confini territoriali del Comune e ricorda alcuni dei contenuti come il patto scuola-famiglia per la qualità della mensa scolastica. “L’impegno delle scuole – prosegue Vietina – è poi quella del lavoro per la riduzione e il recupero dello spreco”. Sul tema emerge anche una indicazione importante, dopo le sollecitazioni della consigliera Testaferrata: “La scelta di un centro unico di cottura – dice Vietina – invece delle mense interne alle scuole l’abbiamo trovata dalle precedenti amministrazioni in modalità per cui una situazione di inversione di tendenza non è compatibile con le possibilità dell’amministrazione comunale”.
“La delibera – conclude Vietina – risponde all’aspetto fondamentale di considerare adesso un impegno del territorio istituzionalmente riconosciuto che sancisce che il cibo è un diritto”.

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