Da S. Vito all’Oltreserchio, ecco i vigili di quartiere

A Lucca gli agenti si muoveranno in quelle zone che stanno progressivamente perdendo abitanti, negozi e imprese e in cui si notano piccole aree degradata che creano insicurezza tra i cittadini: Sant’Anna, San Concordio, San Vito, Oltreserchio, Ponte a Moriano, Santa Maria del Giudice. Sono i nuovi vigili di quartiere e il progetto per Lucca è stato presentato questa mattina (11 giugno) in Regione, dopo il via libera della giunta ai progetti già proposti a febbraio e individuati come beneficiari dei finanziamenti messi a disposizione da Palazzo Panciatichi: quasi 9 milioni per tre anni, tali da coprire la spesa per assumere ottanta agenti (una cifra complessiva per 15 comuni). Vigili in più, dedicati esclusivamente a questo.

Le pattuglie a piedi lavoreranno nelle strade e nei quartieri più ‘delicati’, proponendosi come punto di riferimento per i cittadini e per i commercianti; e la spesa per gli stipendi sarà coperta dalla Regione. “Nei prossimi giorni saranno firmate le convenzioni con i Comuni, ma molti sono già all’opera nel reclutare il nuovo personale. Un paio di mesi al massimo e saranno tutti pronti a partire” spiega l’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli. L’idea era stata lanciata nei mesi scorsi, accanto alla richiesta al Governo di un innalzamento della dotazione organica delle forze dell’ordine, che risulta tuttora insufficiente in Toscana. “Il problema rimane e non era una richiesta strumentale – sottolinea il presidente della Toscana, Enrico Rossi – Vorrei sapere se i ripetuti annunci del ministro dell’interno sull’arrivo di nuovi poliziotti e carabinieri realmente si è tradotto, al netto dei pensionamenti, in un saldo positivo deglii organici delle forze dell’ordine sul territorio”. “Il nostro – conclude Rossi assieme a Bugli – sicuramente è un aumento concreto: un progetto pensato per le realtà più fragili, con solo un annuncio, con ottanta vigili urbani in più”.
I dettagli dell’iniziativa della Regione sono stati messi a punto dopo ottobre dell’anno scorso. Sono state trovate le risorse e a febbraio è stata approvata la delibera che ha definito l’elenco della città dove gli ottanta vigili inizieranno ad operare: quindici comuni scelti in base ad un criterio concordato con Anci, l’associazione dei Comuni, che è basato sull’indice di delittuosità in rapporto al numero di ‘abitanti equivalenti’ dei territori. Di fatto sono stati conteggiati non solo i residenti ma anche i pendolari, gli studenti, chi nelle città si sposta giornalmente in entrata e uscita e naturalmente i turisti. Sono stati considerati inoltre solo i Comuni con un numero di abitanti equivalenti sopra 35 mila: quelli fino a 55 mila avranno risorse per impegnare due vigili di quartiere su due turni, sopra 55 mila due vigili per tre turni.
Nell’elenco figurano così Viareggio, Pisa e Firenze, Massa, Prato, Livorno, Lucca, per l’appunto, Pistoia, Grosseto e Arezzo. In tutte queste dieci città sono previste tre coppie di vigili di quartiere distribuite in altrettanti turni giornalieri, a spese della Regione. Sono 675 mila euro in tre anni per Comune. Campi Bisenzio, Pontedera, Sesto Fiorentino, Empoli e Piombino con il sostegno della Regione potranno contare invece ciascuno due coppie di vigili di quartiere al giorno: 450 mila euro per ciascuno la spesa da sostenere dal 2019 al 2021. Gli agenti saranno tutti formati attraverso un corso tenuto dalla scuola interregionale di polizia locale, ente creato anni fa dalla Toscana assieme a Liguria ed Emilia Romagna. La giunta, oltre ad approvare i progetti presentati, ha definito anche la convenzione che dovrà essere firmata con ciascun Comune.
Ad essere impegnati come vigili di quartiere potranno essere i nuovi assunti oppure agenti già in servizio, con però altrettanti vigili a tempo determinato arruolati per sostituirli nei servizi in cui finora erano impiegato. Il saldo dovrà infatti essere sempre positivo. Il progetto prevede un finanziamento per tre anni, dal 2019 al 2021, per aumentare l’organico del personale di polizia municipale da destinare alla polizia di prossimità. Gli agenti dovranno svolgere esclusivamente i compiti di vigili di quartiere e trascorsi i primi tre anni i Comuni si impegnano a proseguire nel progetto fino al 2023, sostenendone integralmente, a quel punto, la spesa.
La rivoluzione del modello di ‘polizia di prossimità’ sta nella vicinanza ai cittadini. “Si ribalda di fatto il paradigma – spiega l’assessore -: in un certo senso non è più il cittadino che deve recarsi al comando per denunciare, per lamentarsi, per chiedere o sollecitare un intervento, ma è l’agente che si muove sul territorio, parla con i cittadini, comprende le loro problematiche ed interviene per risolverle addirittura prima che una necessità emerg”a. Azione di prevenzione (anche sociale) prima che di contrasto e un approccio proattivo. La polizia adatta la sua organizzazione alla realtà locale e alle problemi vivi del territorio. C’è anche la possibilità di collaborare con il cittadino stesso per aumentare la sicurezza delle città, rendendolo partecipe nel raggiungimento della propria sicurezza oggettiva e soggettiva. L’orientamento all’ascolto e la capacità di creare relazioni di fiducia è uno dei punti chiave del successo di questo modello organizzativo.

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