Ex monastero di Vicopelago a nuovo, si studia progetto foto

Valorizzare gioielli dell’architettura religiosa locale, partendo da un luogo simbolo e rappresentativo di una serie di opere di inestimabile valore in Lucchesia: l’ex monastero Sant’Agostino delle monache agostiniane di Vicopelago. Sarà questo l’oggetto di studio dal 25 luglio al 3 agosto della Summer School, promossa dall’Università di Bologna, dalla scuola alti studi Imt di Lucca e dal Centro Studi Cherubino Ghirardacci, con il patrocinio del Comune di Lucca e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Il tema che verrà sviluppato, attraverso un ricco programma di workshop e seminari, riguarda la valorizzazione dei patrimoni monastici dismessi, che prenderà le mosse dallo specifico caso di studio.

Nello specifico, il tema che verrà affrontato e sviluppato dagli studenti riguarderà la valorizzare di gioielli dell’architettura religiosa locale, attraverso workshop e seminari, con il duplice scopo di tratteggiare piani operativi esportabili e creare professionisti con una sensibilità adeguata alle peculiarità dei beni.
Il progetto è stato presentato questa mattina (22 luglio) nella sala degli specchi di Palazzo Orsetti dal sindaco Alessandro Tambellini e dai relatori Maria Luisa Catoni, professoressa del corso per dottorandi di analisi e menagement del patrimonio culturale della scuola Imt di Lucca, dall’ingegner Luigi Bartolomei dell’università di Bologna dipartimento architettura, Francesca Adragna dell’Ordine degli architetti, Lucia Corrieri Puliti, vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Lauro Dini, proprietario dell’ex monastero di S. Benedetto e S. Scolastica di via della Zecca a Lucca.
L’iniziativa tra l’altro costituisce una vera e propria sfida, sul fronte dei progetti architettonici dal momento che, a livello nazionale, si tratta del primo progetto relativo ai recuperi di beni architettonici dismessi di patrimoni monastici. I patrimoni immobiliari degli enti religiosi hanno, infatti, caratteristiche proprie: sono interi cosmi, formati da spazi dati al culto (cappelle e chiese) da saloni e luoghi per attività manuali e manifatturiere, poi giardini e orti, luoghi per gli incontri e la socialità. Nel paesaggio i conventi e i monasteri non sono “punti”, ma comparti territoriali. In più se del patrimonio delle chiese, grazie al censimento avviato dalla Conferenza Episcopale Italiana (clicca qui), si inizia a conoscere la consistenza e il catalogo, del patrimonio degli ordini religiosi nella sua globalità non si sa nulla. Ciò è dovuto alla storica autonomia amministrativa e canonica di ciascun ordine o congregazione: ove qualcuno abbia sviluppato un’attenzione al proprio patrimonio culturale, sia in senso di censimento che di riuso, si tratta di esperienze singolari e distinte, che non prevedono o suppongono un osservatorio per collezionare best practice o, semplicemente, memorie.
Gli studenti durante la Summer School metteranno a punto un dettagliato progetto di recupero e di eventuale riutilizzo del complesso e poi lo presenteranno alla città. Maria Luisa Catoni professoressa di Storia dell’arte all’Istituto Imt di Lucca illustra quale sia l’interesse di Imt in questo progetto della Summer shool:
 “La scuola alti studi Imt è molto interessata all’iniziativa per due importanti punti di vista, in primo luogo all’interno del percorso di studi previsto, esiste un corso per dottorandi di analisi e management di architettura di beni ecclesiastici, il cui tema tocca molto da vicino gli argomenti del workshop.  Altra fonte di collegamento è la collocazione che hanno avuto gli Imt, all’interno del complesso dell’ex monastero di San Francesco che si offre da spunto e modello su come utilizzare questi beni”.
“Il bene di un ente religioso – prosegue Catone – vive in uno status giuridico ben definito, infatti è sia soggetto al diritto italiano, sia al diritto canonico, si tratta inoltre di ordini femminili alcuni molto piccoli, nel mondo vi è una mancanza di spazi  e di conseguenza  nasce il problema dell’architettura urbana, della sua riconversione e della destinazione che deve avere. In molti progetti è stata  scelta come destinazione d’uso l’utilizzo culturale del bene e la sua autostenibilità. Si tratta nella quasi totalità di beni strutturanti nel senso etimologico del termine, sono beni comuni che in molti casi sono stati la base dell’evoluzione storica, sociale e culturale delle città che sono cresciute intorno a questi edifici. Gli Imt è molto interessata al tema dell’evento ed è compagno entusiasto di questo progetto”.
Un progetto che servirà anche a riportare alla luce un patrimonio culturale, spiega Luigi Batolomei dell’Università di Bologna: “E’ ancora sconosciuta la consistenza di questo patrimonio culturale che non si riassume soltanto nelle mura e nell’interesse architettonico dell’edificio. Vi sono anche altri patrimoni culturali importanti, come ad esempio gli archivi, le bibilioteche, i ricettari e le usanze per cerimonie interne di feste, ecc. Patrimoni che andrebbero a sparire nel tempo come gli ordini che li hanno creati”.
“Il progetto Summer School costituisce il primo tentativo di riflessione sistematica sul tema del riuso del patrimonio delle comunità religiose – continua l’ingegner Bartolomei – ed è pertanto un evento all’attenzione del pontificio consiglio della cultura della Santa Sede e dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei e dal Cnr che parteciperà all’evento con una propria ricercatrice”.
 Ai partecipanti al workshop verrà richiesto la realizzazione di un progetto di riqualificazione dell’ex monastero agostiniano, con  una nuova destinazione d’uso che dovrà svolgere un ruolo di interesse pubblico, per iniziative comuni. Il professor Bartolomei individua quattro indirizzi tematici per la realizzazione di questo obiettivo: 
“Un tema economico finanziario che terrà conto delle varie voci di spesa da affrontare, uno giuridico, perché come è già stato illustrato gli edifici degli ordini religiosi sono interessati sia dal diritto italiano che da quello canonico. Un tema storico artistico, nel caso del monastero agostiniano di Vicopelago, può essere legato alla storia artistica della nostra città, come la presenza nel convento della sorella di Puccini con il nome di suor Giulia Enrichetta e a tutte le numerose testimonianze pucciniane del luogo. Ultimo tema è naturalmente il progetto architettonico nel senso stretto della parola”.
“La scelta del monastero agostiniano di Vicopelago – prosegue – è un’occasione per i partecipanti al corso di applicarsi ad un progetto di studio reale, l’edificio infatti non è propriamente abbandonato, ma di proprietà della Comunità Monastica del Corpus Domini a Cento. Le monache di Ferrara hanno investito una cospicua somma per la ristrutturazione dell’edificio, 120.000 euro per la parte ottocentesca, il Summer Shool si pone come un gradino, uno step per la riconversione di edifici monastici. Altro luogo interessato dal progetto e sempre legato alle tematiche, è il Convictus, l’ex monastero di S. Benedetto e S. Scolastica di via della Zecca a Lucca, dove gli studenti saranno ospitati. Si tratta di un legame cercato e voluto in modo che gli studenti si applichino allo studio di un progetto simile al luogo in cui sono alloggiati”. 
Anche Francesca Andragni dell’ordine degli architetti sottolinea l’importanza dell’iniziativa: “Il tema del recupero del patrimonio archiettonico portato avanti nel Summer School è importante come metodo e modello di collaborazione tra più professionalità, per la realizzazione di un progetto che porti l’edificio verso una vita autosostenibile”. “La Fondazione Crl – spiega la vice presidente Lucia Corrieri Puliti – ha sempre tenuto in gran considerazione il recupero di opere architettoniche che rappresentano un passaggio di valori storici e culturali nonché ricchezza per le nuove generazioni”.
Il caso di studio: L’ex monastero delle monache agostiniane di Vicopelago
La Summer School Nuovi scenari per patrimoni monastici dismessi si pone l’obiettivo di studiare strategie ripetibili, processi e atteggiamenti progettuali volti alla valorizzazione dei patrimoni culturali delle comunità religiose. Lo scopo è duplice: da un lato tratteggiare piani operativi esportabili, dall’altro mobilitare e costruire professionisti con una sensibilità adeguata alle peculiarità dei beni. Per raggiungere questi scopi la Summer School adotta come caso di studio l’ex monastero delle monache agostiniane a Vicopelago, messo a disposizione dalla comunità agostiniana Corpus Domini di Cento che attualmente lo possiede.
L’edificio si presenta con i caratteri della delizia rinascimentale lucchese. Essa fu costruita nel secondo ‘500 probabilmente per la famiglia Buonvisi in ossequio ai principi di Giovanni di Vincenzo Saminati (XVI sec). Una villa in posizione piana ma dominante al centro di una proprietà terriera difesa da un recinto murato comprendente campi coltivati e giardini, in prossimità di un corso d’acqua. Facciata a sfondo di un viale prospettico, salone d’ingresso rialzato e passate, ad unire il fronte monolitico della facciata, con lo spazio intimo che sarebbe divenuto chiostro, sul quale la villa si affaccia con una loggia a tre archi estesa sui due piani. La villa di Vicopelago giunge alle monache agostiniane dopo un avvicendamento proprietario. Prima fu sede estiva del Seminario diocesano, poi, durante la dominazione di Elisa Baciocchi esso fu sede estiva del Collegio Felice. Fu in seguito alle soppressioni degli ordini religiosi che le monache agostiniane uscite da San Nicolao lo acquisirono mediante un intermediario nel 1886. Con l’ingresso di Iginia Puccini in monastero (1875), la villa entra tra i luoghi delle frequentazioni Pucciniane. Il maestro Giacomo Puccini, infatti, affezionatissimo alla sorella, aveva ottenuto il permesso del vescovo per insegnare alle monache canto corale e si mostrava generosissimo con la comunità religiosa, tanto da donare loro un suo pianoforte, un armonium e alcune prime edizioni delle sue opere, tra le quali La fanciulla del West con dedica autografa Alla mia cara monachina” documento che tornerà a Lucca per le giornate della Summer School e che sarà esposto al museo casa natale di Giacomo Puccini. La comunità agostiniana, ridottasi nella seconda metà del ‘900, lascerà Lucca solo nel 1999 unendosi al Monastero Agostiniano del Corpus Domini di Cento. In questo contesto la Summer School è solo la prima tappa di un progetto più ampio mediante il quale la proprietà del monastero di Vicopelago, comunità monastica del Corpus Domini a Cento, vorrebbe restituire l’edificio alla fruizione e all’utilità della cittadinanza lucchese, riportandovi anche i suoi arredi e archivi, oggi depositati in luogo sicuro con la dipartita delle Monache nel 1999.
Simbolo e testimonianza di questi intenti è il ritorno a Lucca di alcuni beni mobili nel possesso delle monache: il bastone da passeggio di Giacomo Puccini completerà gli abiti del maestro al Museo Casa Natale. L’edizione de La Fanciulla del West con dedica autografa del Maestro seguirà la Summer School nei suoi luoghi in una teca blindata fornita per l’occasione da Fratelli Schiavone e concluderà il suo rimpatrio proprio nel salone del Monastero di Vicopelago la sera del 29 luglio prossimo, quando la Fondazione Giacomo Puccini offrirà in quegli spazi un concerto – ad invito – di repertori pucciniani connessi al luogo tanto noto e caro al maestro. Nell’occasione il parco accoglierà un rinfresco offerto da Caparol Center – Lucca, ditta che ha già condotto una campagna di studi sugli intonaci di questa villa, protetti da aggressioni moderne dalla vita claustrale che essa ospitava. Segno ben più concreto delle intenzioni delle monache rispetto al futuro del Bene sono i lavori di ristrutturazione urgente che si stanno svolgendo presso l’Ex Monastero per un importo lavori di 120.000 euro, curati dall’architetto Alberto Bortolotti di Bologna. Si tratta del restauro di volumetrie perdute a causa della caduta dei tetti in volumi secondari, aggiunti alla struttura principale agli inizi del ‘900: lavori necessari per assicurare all’edificio un futuro nel quadro di un piano economico finanziario capace di assicurare una stabilità di lungo periodo a questo edificio di origine cinquecentesca, di circa 4500 metri quadrati di superficie utile e oltre 11.000 metri quadrati di parco.

Paolo Pinori

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