L’agronomo Bulleri: “Alberi malati, rischi sulle Mura”

“Gravi rischi per l’incolumità” delle persone sulla passeggiata delle Mura, a causa della precarietà di alcune alberature. A sostenerlo è Giuseppe Bulleri, agronomo nonché direttore della Domus Romana di Lucca, che prende spunto dall’attualità degli ultimi giorni per fare la sua analisi sulla situazione. “Il recente distacco del ramo del Liriodendron nei pressi della Casermetta sede dei Lucchesi nel Mondo – osserva – ha suscitato clamore perché prontamente denunciato da persone che se lo son visto cadere accanto. Ma altro distacco molto più preoccupante per la dimensione del fenomeno, per gli aspetti fitopatologici, per il pericolo dell’incolumità pubblica, per i possibili danni alle strutture adiacenti, per la gravità e con alta probabilità di prossime recidività (inevitabili col passare del tempo se non si interviene subito), si è verificato circa un mese fa a pochi metri dall’episodio recente”.

“Si è verificato il distacco da un platano di una ramificazione principale di notevole dimensione, caduta a meno di tre metri dalla Casermetta sede dei Lucchesi nel Mondo. Il fatto non ha suscitato preoccupazione presso l’opinione pubblica perché verificatosi a notte fonda e non comunicato al pubblico. Per pura casualità non ha causato danni – prosegue Bulleri -. Tre metri oltre avrebbe colpito la Casermetta, e fortunatamente data l’ora tarda nessuno percorreva quel tratto di Mura. Il caso manifesta aspetti fitopatologici gravi, con serio pericolo per l’incolumità pubblica – sostiene l’esperto -: lo stato vegetativo della pianta è assolutamente fuori dalle corrette simmetrie di sviluppo per assicurare i limiti di sicurezza di stabilità. Ma l’aspetto molto più grave è che le ramificazioni staccatesi presentavano al loro interno delle cavità molto pronunciate. Ciò significa che parte dei tessuti sono stati erosi dall’azione di carie (invisibile all’esterno) facendo venire meno le funzioni di sostegno, di trasporto della linfa e di collegamento tra i diversi organi della pianta. Tale patologia è pericolosissima perché invisibile all’esterno, e progressiva nella sua azione distruttiva. Oltre a danneggiare il valore botanico, nei parchi urbani piante con questa forma di patologia rappresentano un grave rischio per l’incolumità delle persone”.
Ma ci sono secondo Bulleri altri motivi per temere: “La situazione in quel tratto di mura – sostiene – è resa ancora più pericolosa dalla presenza a pochi metri di distanza di un altro esemplare di platano che manifesta lo steso quadro fitopatologico. Va segnalato che l’identica sintomatologia è presente sui platani di piazza Napoleone. Qui lo stato di salute delle piante è messo ancora più a rischio dalla permanenza in loco di due ceppi di esemplari abbattuti da oltre un anno perché colpiti dal cancro. Tale situazione oltre ad essere illegale (per legge dovevano essere eradicati entro pochi giorni dall’abbattimento) i ceppi rimasti a cielo aperto rappresentano un serio rischio di contaminazione per le altre piante. E’ necesssario fare nel più breve tempo l’analisi strumentale della stabilità delle piante sospette e nei casi più preoccupanti intervenire con una potatura di riequilibrio vegetazionale e analizzare i rami eliminati. Segnaliamo che gran parte dell’alberatura delle Mura presenta uno sviluppo vegetativo fuori da parametri della corretta alboricoltura urbana. La vegetazione è stata lasciata svilupparsi allo stato naturale senza mai un preciso intervento di potatura per il corretto mantenimento. Segnaliamo che il livello di scarsa attenzione e la mancanza di mirati interventi specialistici è evidente anche in altre zone delle Mura. All’altezza del baluardo di San Frediano abbiamo segnalato pubblicamente da oltre un anno (attraverso mass media e stampa) che un platano manifestava evidenti sintomi di cancro. La segnalazione è stata ignorata. Nel frattempo la pianta è morta (lo scheletro è ancora lì a testimoniare l’incuria) e nel frattempo altre piante contigue incominciano a presentare sintomi della stessa malattia. Questo comportamento oltre a generare gravi danni al patrimonio arboreo della città, è responsabile della presenza di un focolaio attivo per la trasmissione della malattia che per legge deve essere combattuta appena se ne ha la consapevolezza. Non è sufficiente dichiarare da parte dell’amministrazione che è tutto sotto monitoraggio, quando i fatti dimostrano il contrario. Non è sufficiente dichiarare che sono state impiantate 100 piante in sostituzione di 50 morte. Bisogna essere capaci di diagnosticare le cause che ne hanno procurato la morte e dove possibile intervenire preventivamente con interventi curativi. Non è sufficiente – insiste Bulleri – di avvalersi di consulenze da parte di agronomi generici. Bisogna fare intervenire agronomi con anni di esperienza nel vivaismo e nell’alboricoltura. Se si ha una fragilità ossea non si ricorre dal medico generico, si va dall’ortopedico. Segnaliamo che la caduta di rami dalle piante delle Mura è un vecchio problema che da anni si ripete perché nella manutenzione non è prevista come pratica abituale la periodica potatura di mantenimento che consente l’equilibrato sviluppo vegetazionale delle piante. Casi di incidenti anche gravi con danni a persone e cose per caduta di rami dalle Mura, purtroppo si sono verificati nel passato. E’ determinante una attenta azione di controllo e prevenzione. Le su riportate osservazioni non sono dettate da una personale propensione al catastrofismo o dall’inclinazione al protagonismo o dal gusto di interpretare presagi di Cassandra memoria. Le su riportate osservazioni hanno origine da oltre trentanni di esperienza nella produzione e coltivazione di piante. Di attività di manutenzione di parchi pubblici di diverse importanti città (compresa Lucca dove abbiamo curato molteplici interventi e abbiamo sviluppato l’idea e coordinato la prima edizione di Murabilia), di parchi di aree archeologiche (Pompei), di parchi di grosse aziende private (cinque Stabilimenti Fiat), oltre dalle competenze derivate dal titolo di studio di laurea in scienze agrarie. Le su riportate osservazioni hanno origine dall’etica professionale, dalla responsabilità di un normale cittadino guidato dal proprio senso civico”.

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