Anziana al S.Luca per labirintite: “Trattata come un niente”

Trattamento scostante da parte dei medici e degli infermieri del pronto soccorso di Lucca. Una vera e propria odissea quella che racconta una donna di 80 anni dopo un violento attacco di labirintite lo scorso 13 agosto.
La donna si è recata al pronto soccorso del San Luca e le ore successive, a quanto racconta, sono state un vero e proprio incubo. A partire dall’accettazione: “Mi viene misurata la pressione, poi vengo portata nel gabbione, dove c’erano otto persone e mi viene buttato sui piedi il foglio di entrata. Chiedo se possono darmi un lenzuolino perchè sentivo freddo, essendociaria condizionata e me lo mettono un po’ sopra, senza neppure guardarmi, come se fossi un niente”.

Ma i disagi non mancano, a detta dell’anziana signora, che, prima di essere visitata dal medico di pronto soccorso si sente abbandonata, senza possibilità di muoversi dalla barella e senza poter vedere un parente per l’impossibilità di entrare da parte degli estranei. “Mi mettono nel corridoio di spalle – prosegue il racconto – così da non poter vedere spesso le infermiere. Lì era ancora peggio, perchè ero proprio sola contro il muro. Ho iniziato ad avere bisogno urgente di andare in bagno e ho chiesto più volte un aiuto: o hanno fatto finta di non aver sentito, pur passando a neanche mezzo metro o mi hanno risppsto che prima dovevo andare dall’otorino. Mi hanno poi detto che dovevo andare in bagno accompagnata e se ne sono andati. Insomma, mi sono sentita prigioniera, impotente e, pur essendo una che non ha paura di niente e nessuno, in quel momento ho avuto paura, mi sono vista dimenticata”.
Al momento della visita dell’otorino la signora viene fatta entrare con il pannolone, così racconta, e dopo il rifiuto della manovra per gli otoliti e l’inserimento della flebo chiede di essere dimessa. Al momento dell’uscita la signora, sempre secondo il suo racconto, nota che dalla zona della flebo esce del sangue.
“Ritorno subito dentro – conclude la donna – alla destra della sala d’aspetto e appena faccio vedere il braccio, un infermiere ed una dottoressa mi prendono subito il braccio e velocemente mi ci mettono sopra un bel po’ di garze e me lo fasciano stretto”. Una medicazione che, secondo la donna, il giorno successivo sarebbe stata giudicata inadeguata al punto prelievi del Campo di Marte.
“Mi auguro – conclude la signora – che si faccia capire che chi va in pronto soccorso non ci va per divertimento, ma perchè ha bisogno di aiuto medico e anche psicologico. L’ospedale dovrebbe essere il posto dove si trova aiuto e umanità. Invece, a volte e ora più spesso, troviamo indifferenza, cattiveria, malignità e poca professionalità”.

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