Movida addio, falcidiate le deroghe per la musica

di Roberto Salotti
La stagione della movida è ormai alle porte, ma a Lucca sarà ancora più raro sedersi al tavolo di un locale e ascoltare musica dal vivo e, soprattutto, all’aperto. E’ il risultato della lotta al rumore e all’inquinamento acustico, varata dalla Regione Toscana con la legge che impone nuovi limiti alla concessione delle serate in deroga. Un provvedimento che difficilmente potrà essere aggirato e che riduce drasticamente il numero degli spettacoli dal vivo possibili nei locali, soprattutto in quelli del centro storico e della immediata periferia. A Lucca sono 10 le deroghe possibili alla musica dal vivo nell’arco di un anno; altre 10 sono riservate al Comune, per manifestazioni pubbliche o eventi che godano del suo patrocinio.

Quello che, invece, renderà ancora più esigue le possibilità di organizzare serate di intrattenimento nei luoghi della movida a Lucca è il fatto che le deroghe prima concesse per locale (fino a 30 serate possibili in un anno), ora verranno assegnate per zona e non più al singolo privato. Che dovrà fare i conti anche su questo con la concorrenza, nelle immediate vicinanze. Sì perché la “guerra” alla musica, produce anche questo come uno dei tanti risultati: chi sarà più propositivo, ma anche più veloce, potrà infatti aggiudicarsi il numero maggiore di serate, lasciando gli altri locali a piedi. O meglio, in silenzio. E’ vero: in centro ci saranno più zone e quindi più possibilità di deroghe. Ma resteranno comunque molto inferiori rispetto a quanto avveniva in precedenza.
Gli aspetti del nuovo regolamento regionale sono tornati oggi (3 aprile) al vaglio della commissione bilancio e sviluppo economico del Comune, dove sono intervenuti i tecnici dell’amministrazione che da settimane studiano l’impatto delle nuove norme e come applicarle concretamente alla realtà cittadina. Che si sta già mobilitando, a partire non solo dalle istituzioni ma anche dalle categorie che saranno presenti ad un confronto sul tema, convocato in Prefettura, il prossimo 14 aprile. Una sede in cui si cercherà di fare chiarezza sulle norme che riguardano la musica dal vivo, ma anche sul problema più generale degli schiamazzi notturni e degli esposti dei residenti.
A Lucca la situazione appare comunque già chiara: tutto il centro storico e gran parte della periferia è inserito in fascia III, una area mista di residenziale e commerciale, per la quale il regolamento regionale mette a disposizione 10 deroghe alla musica per i privati (con il criterio non del singolo locale ma delle zone all’interno della fascia), e altre 10 al Comune. Ci sarà poi la possibilità di altre 5 deroghe, ma per la musica dal vivo all’interno dei locali.
Nella fascia IV rientrano invece alcune zone ad alta densità abitativa, nella fascia di rispetto di alcune grandi arterie, come ad esempio la via Sarzanese. Per questa zona le serate a disposizione dei privati salgono a 15 e altre 10 sono quelle riservate alle manifestazioni pubbliche.
“Il nuovo sistema normativo è molto complicato – spiega Virginia Lucchesi, consigliera di Lucca Civica e presidente della commissione bilancio -, ma il dato che inevitabilmente emerge è che il numero complessivo delle deroghe che potranno essere rilasciate sarà notevolmente ridotto. In tutto questo, va detto, che resta comunque aperta la questione vera e propria degli schiamazzi e del disturbo della quiete pubblica, che nulla hanno a che vedere con la musica dal vivo nei locali”. “E’ per questo – aggiunge – che è intenzione dell’amministrazione comunale portare avanti il confronto già avviato da tempo sia con i residenti che con i rappresentanti dei locali e dei comitati pro movida per trovare una sintesi e un codice per evitare, come negli anni passati, le valanghe di esposti o di ricorsi”.
In effetti, anche sul fronte delle deroghe alla musica sono molte le questioni “aperte”, aspetti del regolamento che restano ancora poco chiari o soggetti a varie interpretazioni. Per questo gli uffici comunali stanno completando una sorta di “mappatura” della città, insieme ad informative che interpretino le regole, da pubblicizzare sul sito internet dell’amministrazione con l’obiettivo di evitare fraintendimenti. I nuovi limiti al rumore si basano infatti sulla base di valutazioni sull’impatto nei confronti di coloro che ascoltano e non soltanto quindi sui decibel della musica. Alcune zone, infatti, in base alla loro densità abitativa o anche alla loro conformazione (vicinanza di palazzi abitati o piazze) potranno avere “indici” anche molto diversi rispetto ad altre zone della stessa fascia, all’interno dello stesso centro storico.
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