Un Papa “volontarario”. È questa l’immagine del Pontefice che sembra emergere da questo primo anno del suo magistero e che è stata tratteggiata in apertura del Festival del Volontariato di Lucca. La quattro giorni dedicata all’associazionismo e al terzo settore promossa anche quest’anno dal Centro Nazionale del Volontariato ha oggi preso il via nel segno della riflessione: al centro il messaggio innovativo lanciato in questi mesi da Bergoglio, capace di portato in primo piano il valore e il significato dell’impegno civile. Protagonisti dell’incontro l’arcivescovo Italo Castellani e il vaticanista Raffaele Luise, accolti al Real Collegio dal presidente del Cnv Edoardo Patriarca.

“Abbiamo deciso di iniziare questa edizione del Festival – afferma Edoardo Patriarca – accendendo i riflettori sull’anima più profonda, spirituale del volontariato. Abbiamo scelto di farlo ponendo in luce l’immagine dell’impegno civile testimoniata da Papa Francesco. Quello che abbiamo di fronte è un Papa che incarna i valori fondanti del volontariato, non solo religioso, ma anche laico. Lo fa mettendo in primo piano la concretezza dei suoi gesti. La sua vicinanza ai poveri e il suo andare nelle periferie ricordano anche a noi l’importanza di recarsi laddove si fa la storia: non nei palazzi, ma nelle strade del mondo. Non c’è volontariato senza questo dinamismo, senza questo “farsi prossimi”, senza il mettersi per primi in cammino verso l’altro. Papa Francesco ce lo rammenta con il suo essere e il suo fare”.
A offrire il suo contributo alla riflessione a al dialogo l’arcivescovo Italo Castellani. “C’è uno stretto legame che avvicina Papa Francesco al mondo del volontariato: si tratta della capacità di esprimere l’amore attraverso i gesti, aspetto che contraddistingue e caratterizza lo stesso messaggio di Gesù – ha spiegato Castellani -. La semplicità e la forza dei gesti compiuti ai margini del mondo dal nostro Papa rappresentano i tratti fondanti del suo pontificato. Si tratta di un messaggio rivoluzionario da cui lasciarci ispirare e contagiare: partire da questo rappresenta il modo migliore per dare il via a questo Festival”.
“Parlare di Papa Bergoglio in questo contesto – dichiara Raffaele Luise – non significa voler declinare le tematiche dell’impegno civile in senso esclusivamente cattolico, previlegiando una visione clericale. Tutt’altro: iniziare col messaggio lanciato da Papa Francesco in questo primo tempo del suo magistero significa abbracciare un visione universale che vede il volontariato come protagonista del processo di riconciliazione delle differenze e di rinascita dell’umanità”.
“È un rapporto di empatia quello che Papa Francesco sta costruendo con il mondo del volontariato – continua -. Questo perché ciò che anima il suo rivoluzionario pontificato coincide con uno degli aspetti fondanti dell’essere volontario: la capacità di compiere gesti concreti e di farlo laddove la vita è più difficile, nelle periferie”. “È dunque l’immagine di “volontario” quella che il Papa offre di sé – conclude Luise -, di chi va dove c’è più bisogno, non limitandosi alle parole, ma “sporcandosi le mani”. Il suo innovativo messaggio ha come referente un’unica categoria: l’essere umano. L’intento è quello di far uscire la Chiesa dalla sua autoreferenzialità, riportandola nel mondo, nelle società civili. Il tutto per dar vita a un abbraccio nuovo, di riconciliazione delle differenze, in grado di curare le relazioni ferite. E che cos’è questa se non l’anima più intima di tutto il volontariato, non solo credente, ma anche laico?”.

Laura Gianni