Tralicci, l’Oltreserchio chiede a Terna di staccare la spina foto

di Roberto Salotti
Da Stabbiano, fino a Cerasomma e a Maggiano il coro è unanime: Terna stacchi la spina dell’elettrodotto, quello che esiste già e che da anni pende sulle case degli abitanti, o, se proprio non fosse possibile si adoperi ad abbassare le emissioni sotto gli 0,4 microtesta, limite indicato dall’organizzazione mondiale della sanità. E lo faccia, sotto lo stretto monitoraggio dell’Arpat. Al terzo e non ultimo punto, i cittadini chiedono la conferma dell’abbattimento dei tralicci, come annunciato dalla stessa Terna, presentando l’ipotesi di elettrodotto alternativo sulle colline, di cui si chiede ad ogni modo lo stop. E’ la sintesi di una lettera che il Comitato contro l’elettrodotto invierà non solo all’azienda, ma anche al sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, all’Asl, all’Arpat, al Prefetto di Lucca ma anche alla procura, ai vigili del fuoco e ai carabinieri di Nozzano.

Un documento presentato questa sera (8 maggio) nel corso dell’assemblea cittadina convocata nei locali attigui alla chiesa di Maggiano e promossa dal comitato contro l’elettrodotto e con la partecipazione anche degli abitanti di Balbano e Nozzano, dove terna vuole realizzare non soltanto una nuova centrale ma anche il tracciato di un nuovo elettrodotto da 132 e 380 chilovolt, contro cui di recente si è espresso anche il consiglio comunale di Lucca (L’articolo), al fianco degli abitanti della zona (Leggi). Che sostengono l’iniziativa del comitato sorto nel 2005 contro i tralicci nella Piana dell’Oltreserchio e che in particolare a partire dal 2007 quando la linea è stata attivata per intero da Terna hanno avviato battaglie e azioni legali, fino ad oggi, in cui tornano a chiedere a Terna una disattivazione della rete.
Una richiesta estrema e se ne rendono conto anche i cittadini, che però considerano necessario un cambio di rotta di Terna. A dirlo, senza mezzi termini, è il presidente del comitato contro l’elettrodotto Claudio Villani: “L’inquinamento elettromagnetico è fuori controllo a Maggiano e nei paesi limitrofi – afferma Villani – perché gli attuali limiti oltre i quali si prefigurano rischi per la salute delle persone sono puntualmente superati. L’Oms indica il livello massimo di emissioni in 0,4 microtesta. Ebbene, ci sono monitoraggi dell’Asl e dell’Arpat dal 2005 che indicano emissioni comprese tra i 3 e i 9 microtesla”. Del resto, le normative nel corso degli anni sono cambiate e al momento della attivazione dell’elettrodotto che passa da Maggiano il livello di guardia era fissato in 10 microtesla. Un limite ben diverso da quello con cui oggi vengono realizzati nuovi elettrodotti, abbassato drasticamente agli 0,3 microtesla. “Vogliamo che le linee che ci passano sulla testa – dice ancora Villani – siano adeguati ai livelli che vengono presi in considerazione attualmente per la realizzazione degli elettrodotti. Chiediamo al sindaco in particolare, che si impegni ad ottenere quanto è stato ottenuto per l’elettrodotto a Sant’Alessio”.
Le posizioni del comitato contro l’elettrodotto sono condivise anche dagli abitanti di Nozzano e di Balbano. Questi ultimi devono contrastare un elettrodotto ancora da realizzare, ma si uniscono volentieri ad una battaglia che ritengono comune. E’ anche per questo che nel testo della petizione che da settimane ormai è in piedi in tutto l’Oltreserchio hanno sottolineato, nero su bianco, la necessità di accogliere le richieste dei cittadini che si battono con l’elettrodotto che esiste già. “Stiamo costituendo un comitato – spiega per loro Simone Lena – in modo da poter collaborare attivamente con l’attività dei cittadini che a Maggiano e nei paesi limitrofi si sono già organizzati da tempo. Proprio oggi abbiamo effettuato un sopralluogo al tracciato indicato da Terna per il nuovo elettrodotto e abbiamo raccolto dati che saranno elaborati dai tecnici in modo da opporsi alla realizzazione del progetto. Non vogliamo che lo stop giunga soltanto per qualche vizio di forma, vogliamo proporre delle osservazioni mirati a smontare per intero il progetto di Terna. Per questo riteniamo che la nostra debba assolutamente essere una battaglia comune”. Una voce fuori dal coro e contestata nel corso dell’assemblea quella dell’avvocato Cesare Ciacca che ha spiegato che Chiatri ha costituito il suo comitato contro l’elettrodotto, pur condividendo la necessità di agire in accordo con il resto dell’Oltreserchio: “Le nostre colline, un valore per tutta la Lucchesia – ha detto – non possono essere deturpate dai tralicci, un danno non solo per la salute dei cittadini, ma anche per il turismo e per le attività ricettive ed economiche che si trovano lungo il percorso proposto. Noi appoggiamo le istanze presentate anche dagli altri paesi, ma riteniamo di dover conservare la nostra identità”.
Il comitato contro l’elettrodotto, ad ogni modo, ha lanciato un appello all’unità, con la proposta di creare un coordinamento per portare avanti compatti l’opposizione a Terna. “Nel corso degli ultimi dieci anni – commenta il presidente Claudio Villani -, ci siamo confrontati con diversi interlocutori e amministratori. Abbiamo presentato anche ricorsi al tribunale di Lucca, restando con un nulla di fatto in mano, a causa di presunti vizi di forma nelle relazioni che abbiamo presentato, rivolgendoci ad esperti del Politecnico di Milano. Già nel 2009 apprendemmo della volontà di Terna di realizzare una nuova stazione elettrica nell’Oltreserchio, perché, ci venne spiegato, altrimenti la rete non era per loro più conveniente. All’epoca si parlava delle Cateratte di Nozzano, oggi si è passati alle ex cave di Balbano. Appena si è insediato, abbiamo contattato il sindaco Tambellini, chiedendo un adeguamento delle emissioni. Non ne è seguito nulla. Anche il confronto che abbiamo avuto con l’ex assessore all’ambiente Giuseppe Pellegrini Masini non ha portato ad alcun risultato, fino ad oggi in cui ci siamo convinti che sia assolutamente necessario imporre le nostre istanze, in tutte quante le sedi opportuni, compresi i carabinieri e la procura della Repubblica”.

FOTO – L’assemblea a Maggiano contro l’elettrodotto

 

 

Il servizio su DìLucca
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