I precari al ministro Giannini: “Stop assalto graduatorie”

di Roberto Salotti
Prevedere più controlli sull’assegnazione dei punteggi nelle graduatorie e porre dei limiti agli inserimenti “a pettine” nelle liste di insegnanti in attesa del ruolo, da altre province o altre regioni. Un modo per evitare di “precarizzare il precariato” e di scatena una guerra tra poveri. Lo avevano detto, e non si sono arresi. I docenti precari della provincia di Lucca hanno scritto al ministro dell’istruzione Stefania Giannini una lettera in cui, dopo aver illustrato la situazione dell’assalto alla graduatoria scolastica provinciale – ma il caso si ripete in altre province della Toscana, in Emilia Romagna e in Abruzzo ma anche in altre regioni italiane -, fanno delle proposte concrete per risolvere una situazione di incertezza che si ripete da anni e che più di recente si aggravata per l’inserimento, nella sola graduatoria provinciale di Lucca, di almeno 500 persone provenienti da altre regioni d’Italia. E’ l’esercito di 145 precari a firmare la lettera che questa mattina (23 giugno) è stata inoltrata all’assessore all’istruzione del Comune di Lucca, Ilaria Vietina, che si è presa l’impegno di farla avere al ministro Giannini. 

La speranza è quella di avere una risposta dall’esponente lucchese del governo Renzi, ma intanto alcuni sono al lavoro per scrivere una lettera direttamente al premier, portando all’attenzione del presidente del Consiglio una situazione che non travolge soltanto i precari della scuola lucchesi ma interessa centinaia e centinaia di docenti in attesa del ruolo. “Non vogliamo – spiega il gruppo di precari lucchesi -, e lo sottolineiamo con forza, far cadere questa nostra riflessione nel qualunquismo o nella stereotipata rivalità tra nord e sud, perché non si tratta di questo. Il nostro stesso gruppo è formato da insegnanti provenienti da molte zone d’Italia, e diversi di loro hanno portato le proprie personali esperienze al riguardo. La situazione – aggiungono – è ovviamente molto complessa e di difficile risoluzione, ma crediamo che sia necessario un intervento dall’alto che faccia un po’ di chiarezza e metta regole maggiormente condivise così che non finisca tutto, ancora una volta, nella solita ’guerra tra poveri’ e nella prevaricazione dei soliti ’furbetti’”.
Per questo i 145 precari lucchesi propongono al ministro delle “soluzioni”. Tra queste, più controlli e eventuali sanzioni nei confronti di chi, dopo aver ottenuto l’incarico annuale, non prende mai servizio. Insieme a maggiori verifiche sui punteggi attribuiti a coloro che si trovano in graduatoria e il ricalcolo dell’organico di diritto effettivo. Tra le richieste offerte al ministro c’è anche quella di inserire un tetto massimo di persone che possono richiedere il trasferimento nella graduatoria di una determinata provincia. L’obiettivo è quello di evitare casi come quello lucchese, dove nella graduatoria delle scuole per l’infanzia, in cui si trovavano circa 140 persone, se ne sono inserite altre 400, con punteggi molto alti, da altre province o regioni. “Vale la pena riflettere – aggiungono poi gli insegnanti precari lucchesi – sulle diverse modalità di acquisizione dei punteggi, perché questo può comportare alla fine, nel momento dell’assegnazione dei ruoli o degli incarichi annuali, una discriminazione e disparità di trattamento”.
Per questo i docenti lucchesi sono pronti anche a fare da soli. Quando infatti le graduatorie saranno definitive (entro la metà di luglio), potranno richiedere accertamenti su posizioni in lista ritenute dubbie o sospette. E i 145 precari che hanno firmato la lettera al ministro Giannini hanno intenzione di spulciarle veramente tutte, senza escludere l’ipotesi di ricorrere ad avvocati. Del resto è uno strumento reso possibile dalla normativa, un’arma in più, insomma, da potersi giocare.
“Questo problema – spiegano alcune insegnanti – va ben oltre la nostra provincia e questa non è una questione di campanile. Anzi, vorremmo contribuire a creare delle regole che possano dare più certezze a tutti”.
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