Musei nazionali di Lucca, oltre 20mila visite nel 2013

Sono stati 20.941 nel 2013 i visitatori dei musei nazionali di Villa Guinigi e Palazzo Mansi. A renderlo noto è la Sovrintendenza. “Un dato – si commenta – molto stabile negli ultimi anni, che si confronta positivamente con altre paragonabili realtà museali della Toscana quali, ad esempio, la Pinacoteca Nazionale di Siena (21.292 presenze) o la Certosa di Calci (22.509 presenze), e ancor più rispetto ad altri musei quali Casa Vasari ad Arezzo (12.615 presenze) o i Musei Nazionali di Pisa (14.570 presenze). L’alta quota di ingressi gratuiti consegue a disposizioni di legge riguardanti, fino al recente decreto del ministro Franceschini che ha soppresso la gratuità per i visitatori con più di sessantacinque anni, alcune categorie professionali (giornalisti, docenti di alcune facoltà e accademie, insegnanti italiani della scuola di ogni ordine e grado, guide turistiche) e alcune categorie di persone: i soci dell’Icom, i giovani entro il diciottesimo anno d’età, i disabili e i loro accompagnatori”.

Risorse. Il principale compito, rispetto a queste finalità, spiega la Sovrintendenza, è quello di far funzionare i musei in tutte queste attività, secondo la loro natura e funzione. “Un compito oggi non facile – si sottolinea -, a causa dei replicati tagli e della cronica scarsità di risorse pubbliche per la cultura (è noto che il bilancio del Ministero per i beni culturali rappresenta nel 2014 lo 0,19% del bilancio dello Stato, quando nel 2000 era lo 0,39%). Questa carenza di risorse non aiuta certo a migliorare e rinnovare gli allestimenti, l’illuminazione, i servizi, gli apparati e gli impianti come si vorrebbe affinché i musei, pur mantenendo la loro atmosfera di antiche dimore signorili che ne costituiscono il fascino, possano presentarsi al pubblico con tutto il loro prestigio; anzi permette a stento di assicurare la minima manutenzione. Nondimeno si fa quanto possibile, non senza dignità: ad esempio, i criticati apparati di comunicazione dei musei lucchesi sono un sistema ampiamente utilizzato nei musei, dove la presenza di arredi storici o di un numero rilevante di opere renderebbe invasivo l’uso di didascalie o altro; e l’apparato didattico esplicativo in doppia lingua è stato comunque molto apprezzato da specialisti del settore, tanto da essere inserito come esempio ‘virtuoso’ nel manuale della comunicazione museale redatto dal Mibact. Il Mibact – aggiunge la Sovrintendenza – non assegna alcuna risorsa per le attività di valorizzazione e promozione, condotte grazie alle Fondazioni bancarie che consentono di programmare l’attività didattica, le iniziative espositive per far conoscere anche il patrimonio non esposto dei musei e valorizzare le collezioni, e tutte le iniziative culturali, quali incontri, presentazione di restauri ecc. che ogni anno i Musei offrono al pubblico”.
Personale. La scarsità è anche di risorse umane, ammette la sovrintendenza. Nei due musei nazionali lavorano per la vigilanza e l’accoglienza 33 persone, suddivise in tre turni ridotti all’osso (tre persone in orario di apertura) a coprire le 24 ore tutti i giorni della settimana compresi i festivi e il lunedì, giorno di chiusura di quasi tutti i musei in Italia e in Europa. Esiste per contratto un tetto massimo del 30% per il numero di festivi lavorativi, che per il Mibact può essere elevato fino al 50%, come viene fatto. “Nonostante questo incremento, non è purtroppo possibile con il numero di persone in servizio garantire l’apertura nei giorni festivi – sottolinea la Sovrintendenza -. La programmazione delle ferie è richiesta sull’intero anno e tiene conto dei flussi di visitatori, che nei musei di Lucca raggiunge il suo apice nei mesi di aprile e maggio per stabilizzarsi durante i mesi estivi e decrescere in quelli invernali. La chiusura di alcune sezioni a Palazzo Mansi o l’attesa per visite accompagnate a Villa Guinigi sono soluzioni che il personale è costretto ad adottare solo in casi eccezionali”.
Bigliettazione. I biglietti dei musei nazionali non possono essere in vendita nel peraltro vicinissimo ufficio turistico perché non vi è un concessionario dei cosiddetti servizi aggiuntivi, spiega ancora la Sovrintendenza. La dimensione dei Musei di Lucca non ha una scala economica, né un’attrattività per la presenza di opere di notorietà eccezionale, tali da essere appetibili per un concessionario di servizi aggiuntivi. “Ciò ostacola – si spiega – sinergie con gli altri musei della città, in primo luogo quelli comunali, che invece sarebbero desiderabili; tentativi compiuti in passato in tal senso non hanno avuto esito, ma è giusta la sollecitazione a lavorare in questa direzione, e a pensare in termini di sistema cittadino dei musei e dei luoghi d’arte”.
Sostenibilità. “Il problema della sostenibilità economica dell’immenso e capillare sistema dei musei pubblici in Italia (4.588 in tutto tra musei, complessi monumentali e aree archeologiche, di cui il 64% di proprietà pubblica; dal solo Mibact ne dipendono quasi 500) è un problema reale, ancor più in questa perdurante fase di crisi economica e di riduzione della spesa pubblica. Questo problema deve certamente essere affrontato – sostiene la Sovrintendenza -, e si può e deve fare molto per migliorare lo stato delle cose e studiare nuove soluzioni”.

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