Industria, bene l’export. Edilizia in crisi nera

Resta nella sua fase di debolezza l’economia lucchese. Questo secondo i dati aggiornati a settembre e diffusi stamani (18 dicembre) alla sede di Assindustria Lucca. Dopo un recupero iniziale l’attività produttiva nei primi 9 mesi ha continuato a rallentare (+1%). Il fatturato ha segnato un andamento analogo (0,8%). L’export invece prosegue nella sua lenta crescita, con un +2,3%. Nel manifatturiero, si riduce il ricorso alla Cig ordinaria, che rimane su livelli elevati nella straordinaria. Sul fronte del credito a settembre sono proseguite la crescita dei depositi e la flessione degli impieghi. Dall’inizio dell’anno gli affidamenti sono calati di 170 milioni per le attività manifatturiere e di 70 per le costruzioni.

Ad illustrare l’andamento complessivo dell’economia lucchese e lo stato di salute dei diversi comparti erano presenti, questa mattina, la presidente Cristina Galeotti affiancata da Mario Baldassari (consigliere incaricato Baldassarri e F.lli SpA), Katia Balducci (Overmarine SpA, capo sezione nautica), Mauro Celli (vice presidente A.Celli Paper), Tiziano Pieretti (vicepresidente Industria Cartaria Pieretti), Claudio Romiti (direttore Assindustria Lucca) e Stefano Varia (Varia Costruzioni Srl, consigliere incaricato alle infrastrutture).
Il quadro che emerge suggerisce comunque un moderato ottimismo per quanto riguarda l’anno venturo, anche perché il 2014 chiude complessivamente con la produzione che fa segnare un+1.0 per cento. Segno più anche per quanto riguarda il fatturato: qui i dati parlano di un +0.8 per cento. Nel complesso reggono bene settori come il cartario, il nautico, il lapideo ed il metalmeccanico, mentre una preoccupante controtendenza scaturisce dal comparto edile, con Stefano Varia che parla di vera e propria caduta libera.Un primo affresco della situazione lucchese e nazionale viene fornito da Galeotti: “Dobbiamo riflettere anzitutto su quello che accade a livello internazionale – spiega – dove notiamo segnali positivi (fatturato +3 per cento) con India e Cina che fanno da traino e gli Usa che manifestano una crescita consolidata, mentre frenano il Brasile e la Russia. Per invertire la rotta, a partire dall’Eurozona, bisognerà porre l’attenzione sul rapporto con gli Usa, specie per quanto riguarda il tasso di cambio favorevole ed il prezzo del petrolio contenuto: questo contribuisce già allo 0,5% del nostro Pil nazionale. L’impressione è che usciremo dalla decrescita nel 2015, andando a realizzare anche un piccolo incremento. Le sfide da affrontare sono ancora numerose: persiste anzitutto un esubero della capacità produttiva. In lucchesi questo si è tradotto in un maggior ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria (mentre diminuisce quella ordinaria) e, inevitabilmente, questo blocca anche gli investimenti. Dal punto di vista finanziario c’è stato un miglioramento, c’è liquidità sul sistema, anche se ancora non ne beneficiano le piccole-medie imprese. Crediamo dunque che il 2015 possa essere migliore, anche se non caratterizzato da una piena ripresa”.
Per quanto riguarda il comparto cartario prende la parola Pieretti: “In termini nazionali il settore soffre pesantemente – osserva – soprattutto relativamente alla parte produttiva. A Lucca tuttavia non abbiamo grandi presenze di produttori per carte grafiche e da stampa, per cui si registrano risultati migliori rispetto ai dati nazionali. Qui facciamo soprattutto carte per packaging e tissue e, per la seconda tipologia, rappresentiamo l’80% della produzione nazionale. Il settore tiene anche grazie alla forte capacità di esportazione, vero punto di forza, mentre la nota dolente è quella dell’energia: anche se il prezzo del petrolio sta scendendo si registra un inasprimento del costo delle accise. A livello occupazionale nel complesso abbiamo tenuto. Prospettive per il 2015? Serve la massima attenzione perché ci sono tante leggi in discussione che possono incidere negativamente. La proiezione per inizio anno è di un incremento dei consumi. Gli investimenti sono pochi in Italia, per cui l’auspicio è che si torni a crescere sotto questo profilo”.
Mauro Celli illustra invece quella che è la la situazione del metalmeccanico nella provincia di Lucca, aggiungendo per altro una stoccata conclusiva: “Oggi riescono a fronteggiare la crisi quelle aziende che sono attrezzate per esportare – ricorda – e che dimostrano dinamismo. In questo senso Lu.Me ha realizzato molte iniziative sul territorio e segnalo anche la prossima edizione dedicata al tissue, che si terrà dal 21 al 28 giugno 2015. Quella sarà una vetrina del made in Italy a Lucca e vogliamo raddoppiare le presenze del 2013: da 700 persone qualificate ad almeno 1500 da tutto il mondo. La novità è che gli utenti potranno visitare l’azienda che vogliono, facendo preventiva richiesta. Per quanto concerne i paesi trainanti, la Cina resta il mercato di riferimento, ma a livello di regioni geografiche emergenti si stanno muovendo anche India e Africa, mentre non si vedono investimenti all’orizzonte in Italia”. Poi Celli propone anche quella che è la soluzione avvallata da tutti coloro che partecipano al tavolo: “C’è bisogno di creare masse critiche per una maggiore sinergia tra le aziende virtuose – dice – in modo da uscire dalla dimensione familiare, per viaggiare nel mondo con le spalle più larghe. In questo senso siamo anche convinti che i rami secchi debbano essere tagliati, perché gravano sulle tasche di tutti: dobbiamo toglierci dalla testa l’idea che in Italia si possa continuare a produrre di tutto. Dobbiamo specializzarci e fare poche cose molto bene, punto.
In questo panorama il settore nautico, dopo anni di crisi, esce sicuramente rafforzato, anche se Katia Balducci invita a mantenere alto il livello di guardia: “Il nostro guadagno è principalmente legato alla domanda estera – dichiara – e a Viareggio c’è la più grande concentrazione di cantieri navali in Italia, ma la crisi si fa sentire. Il crollo del rublo ci penalizza, perché i Russi sono i nostri principali clienti. In Italia non aiutano i moltissimi controlli della Guardia di Finanza: le imbarcazioni si spostano così in porti vicini. Non fraintendetemi:giusto che ci siano i controlli, ma vanno fatti in modo diverso. A livello locale sentiamo la grave assenza di un Comune commissariato: molti sono scoraggiati e non vengono a Viareggio perché mancano strutture adeguate. Malgrado questo c’è la volontà di migliorare. C’è poi un problema legato alle concessioni demaniali, perché serve un piano industriale a monte, se vogliamo evitare che venga il primo investitore e si porti via tutto. Interverremo anche sul porto: vogliamo fare degli spostamenti semplici, varianti rapide da approvare. Adesso ci stiamo confermando sulla parte dei servizi e siamo aperti a nuovi spunti: dal 2 al 6 febbraio 2015 invitiamo 100 comandanti per fare un forum costruttivo. Il 2015, ad ogni modo, si presenta come un anno di incertezze”.A soffermarsi sulla questione del lapideo è il direttore di Assindustria Claudio Romiti: “Per il marmo ed il mondo lapideo in genere i numeri sono positivi, il settore sta crescendo. Il problema – ammonisce – nasce dalla normativa regionale: l’attuale piano paesaggistico non riconosce le cave come elemento territoriale, per cui l’attività produttiva è a rischio”.
Rapido ed incisivo anche l’appunto di Baldasarri: “Parola d’ordine per la mia sezione (gomma-plastica-chimici farmaceutici) è la ricerca di mercati esteri e il conseguente ampliamento della gamma dei prodotti. Il mercato italiano non ci fornisce sbocchi rilevanti, perché si registra una flessione, per cui abbiamo voluto sondare altri territori, come quello africano”.
Poi, al culmine di una fotografia dai contorni tutto sommato positivi, ecco la sfocatura: Stefano Varia definisce agghiacciante la situazione del comparto infrastrutturale, parlando di vera e propria caduta libera. “Voglio lanciare un grido d’allarme – tuona – perché solo a Lucca sono andati persi 2037 posti di lavoro e 419 imprese sono state chiuse, dal 2008 ad oggi. La perdita di 4-5 operai per azienda oggi non fa notizia, ma la crisi è grave. Questi persone non sono riassorbibili dal mercato: si è perso il 35% delle imprese e quelle rimaste non ce la fanno a farsene carico, perché sono già in difficoltà a mantenere la propria struttura. Non esiste nemmeno un mercato estero, ovvero imprese che partecipano alle gare d’appalto in Italia, perché c’è una giustizia pessima, oltre alla piaga dei ritardati pagamenti (lo Stato apre il portafogli ai fornitori a oltre 300 giorni). Siamo all’ultimo posto in Europa: non si paga per mantenere i vincoli posti dal patto di stabilità. Eppure Renzi lo aveva chiamato patto di stupidità quando era sindaco, ma ad oggi nulla è stato fatto, anche se speriamo di essere smentiti. Il circuito bancario? Sostiene solo le imprese che hanno dei buoni rating. Il mercato privato è fermo perché non c’è più fiducia negli investitori ed è aumentata del 200 per cento la tassazione sugli immobili. Le imprese cercano di sopravvivere, ma per questo devono essere pagate. Nella nostra zona qualcosa si muove: per l’asse nord-sud e est-ovest a Lucca, si è sbloccato qualcosa: Anas ha confermato il progetto preliminare e la regione ha dato il via libera agli investimenti necessari. A Lucca, poi, dovrebbe partire senza troppi intoppi anche il progetto per il ponte sul Serchio, ma sono piccoli segnali in un quadro desolante “.
Altre ricette per ingranare la marcia della ripartenza? A spiegarle ci pensa ancora Cristina Galeotti: “Intanto se venissero ridotte le aliquote della tassazione sarebbe un bene per tutti – spiega – e poi bisogna continuare ad investire nella fonazione. In questo senso stiamo continuando a cercare di plasmare figure adatte ad inserirsi nelle nostre aziende, anche e soprattutto per arginare la disoccupazione. Questo si sta già facendo nel turismo e nel nautico e, a breve, ci sarà la nuova edizione del master Carta, capace di realizzare un livello di placement vicinissimo al 100 per cento. Sono grandi sforzi, ma dobbiamo continuare in questa direzione”. Di certo non convincono ancora le ultime azioni del governo Renzi, neanche il Jobs Act. “Il decreto sul lavoro? – commenta in chiusura Varia – Per ora è ineffettivo. Rimanda a decreti attuativi di cui per ora non c’è traccia”.
E intanto la ripresa tarda ad arrivare…

Paolo Lazzari 

 

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