Cantiere Giovani salvo, i posti di lavoro no

Cantiere Giovani salvo, i posti di lavoro no. E’ quanto denuncia il Ceis, l’associazione che da tempo aveva in gestione il Cesdop, un centro di documentazione sul disagio e le tossicodipendenze, sostenuto anche dalla Regione, la cui documentazione (libri, riviste, materiale documentale e ricerche) erano stati messi a disposizione e progressivamente alimentati dalla Provincia e dal Ceis stesso, che da lunghi anni ha in gestione il Cantiere. Ora però, con la riforma delle Province, l’impiego di personale di Palazzo Ducale per proseguire nell’attività e mantenere aperto il Cantiere ha messo in difficoltà il Ceis. “Ora – accusa l’associazione – senza nessuna comunicazione ufficiale agli organi del Ceis il presidente uscente della Provincia, Baccelli, ha deciso in maniera unilaterale di sostituire il personale del Ceis con personale della Provincia, mettendo l’associazione in condizione di licenziare il proprio personale”.

“Al Cesdop – ricorda il Ceis in una nota -, prima ancora che fossero conclusi i lavori di ristrutturazione dell’ex ostello di via del Brennero, fu data come sede una parte di quello stesso edificio, nel quale si trasferì dai locali di via S. Giustina, sempre messi a disposizione dall’amministrazione provinciale. Lo stesso Cesdop e il Ceis parteciparono all’ideazione e alla progettazione di quello che poi diventò il Cantiere Giovani. Sembrò pertanto ovvio che, una volta ultimati i lavori di ristrutturazione si affidasse al Ceis la gestione e l’animazione del Cantiere Giovani. E il Ceis lo ha fatto investendovi proprio personale e volontari e coinvolgendo gli stessi giovani fruitori del servizio. E’ fuori dubbio che il Ceis abbia garantito non solo l’accesso alla biblioteca del CeSDoP, ai servizi internet, alla sala prove e agli altri spazi e servizi del Cantiere, ma anche spazi e tempi di studio, di confronto e di aggregazione che hanno portato ad una crescita progressiva dei giovani frequentatori fino a raggiungere il numero attuale di oltre 1.100. La conduzione del Cantiere da parte del Ceis, ha cercato infatti di promuovere la partecipazione e la corresponsabilità dei giovani, evitando il più possibile l’inefficienza, lo spreco, l’assistenzialismo e l’eccessiva burocrazia. Tutto ciò in una condizione di estrema precarietà – accusa ancora l’associazione -, perché i contratti di convenzione con l’amministrazione provinciale si rinnovavano per pochi mesi attraverso bandi pubblici. Nonostante ciò il Ceis ha garantito la continuità ideale, relazionale e gestionale del Cantiere. Ora senza nessuna comunicazione ufficiale agli organi il presidente uscente della Provincia, Baccelli, ha deciso in maniera unilaterale di sostituire il personale del Ceis con personale della Provincia, mettendo l’Associazione in condizione di licenziare il proprio personale”.
I motivi, secondo l’associazione, sono di due ordini. Il provvedimento è stato preso per “collocare il personale della Provincia in vista del suo prossimo ridimensionamento. Ma ci si dovrà domandare come personale della pubblica amministrazione potrà garantire l’accesso, la qualità e gli orari del servizio in precedenza garantiti dal Ceis, né è ipotizzabile che il Ceis faccia da tappabuchi nei tempi e nelle mansioni non coperte dal personale della Provincia”. L’altro obiettivo secondo il Ceis sarebbe quello di “risparmiare risorse economiche finora assegnate al Ceis per la retribuzione del personale. Ci domandiamo: come è possibile che Istituzioni e Fondazioni che investono somme ingenti per coprire servizi che si rivolgono ad una élite di poche persone trovino difficoltà a trovare pochi denari per garantire un servizio di così grande apertura e disponibilità ad un numero così rilevante di giovani della città e della Piana? Viene ancora da domandarsi: dove a Lucca si prendono le decisioni? in quali luoghi e in quali consessi? Con quali criteri e priorità? Da anni il Ceis – prosegue l’associazione in una nota – propone alle Istituzioni lucchesi una soluzione che potrebbe garantire la continuità gestionale e ideale per il Cantiere: fornire al Ceis un budget annuale per tre anni che l’associazione gestirebbe sotto la supervisione delle istituzioni preposte. In questo modo si riconoscerebbe anche il capitale investito dal Ceis in questi anni, che materialmente è costituito dai libri, riviste e documenti che l’associazione ha messo a disposizione e, ancora di più, delle idee e delle persone che si sono spese nel progetto”.

 

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