L’Oltreserchio resta diviso sugli elettrodotti foto

di Roberto Salotti
L’Oltreserchio resta ancora diviso sugli elettrodotti. La frattura tra il comitato Starc e i Comuni, da un lato, e, dall’altro, il comitato Maggiano 2005, che si batte da un decennio contro i tralicci che sulle colline esistono già, è apparsa evidente e a quel che sembra insanabile anche all’assemblea di lunedì sera (16 maggio) a Nozzano. Il Comune cerca di fare da paciere e l’assessore Francesco Raspini con convinzione getta acqua sul fuoco: “Non si può che dire un no convinto al nuovo tracciato, ma la battaglia contro gli elettrodotti deve essere unitaria e la risposta dal territorio univoca”. Ma Maggiano non si può accontentare e passa all’attacco: “Siamo stanchi di sentire da tutti sì all’opzione zero, è come dirci che di noi ve ne fregate”. Le posizioni contrapposte sono diventate insomma sempre più marcate tra i cittadini di questa zona della Lucchesia e al di là dei numeri “il fronte comune” della battaglia contro i tralicci, purtroppo, ha ceduto – come ha rilevato lo stesso Raspini. A tutto vantaggio, si è detto da più parti, proprio di Terna. Più in generale – ed è forse quel che più conta a questo punto -, resta, infatti, incerto il futuro di quel progetto ancora in iter di autorizzazione al ministero che, dopo corsi e ricorsi, è riuscito a spaccare il fronte comune dei cittadini che appena due anni fa avevano intrapreso un percorso comune per combattere un “nemico” solo: l’aggressione al territorio e i rischi per la salute dallo scempio dei tralicci. 

Che poi sono sia quelli alti sulle case e che quelli disegnati su un progetto che poi è stato integrato a dicembre da tre opzioni. Tre alternative al tracciato originario che Starc con le cinque amministrazioni coinvolte, forti anche del parere (negativo) delle Belle Arti, respingono tutte con forza.
“Dall’Oltreserchio non può che uscire una posizione decisa che vada nel senso di una netta contrarietà a ipotesi di nuovi elettrodotti – ha detto l’assessore all’ambiente del Comune di Lucca, Francesco Raspini -: tutti gli strumenti per fermare i tralicci sono dalla nostra parte, da quelli regionali come il piano paesaggistico, fino ai pareri espressi dalle Sovrintendenze. Quello che purtroppo ci è dispiaciuto vedere è che il fronte dei cittadini ha cominciato a cedere. Invece contro gli elettrodotti bisogna marciare uniti”.
Sarà dura se ancora stasera, al termine della nuova relazione dei consulenti del comitato Starc e dell’intervento dei rappresentanti dei Comuni, il comitato 2005 di Maggiano chiedeva una attenzione “attuale e contestuale” ai problemi che gli abitanti del paese ma anche quelli di San Pietro e Nozzano affrontano tutti i giorni da 11 anni. Ed è per questo che pur di vederli risolti almeno in parte il gruppo di cittadini si è messo a valutare le alternative di Terna, optando per l’ipotesi A2 che segue il tracciato del progetto in fase autorizzativa e che il comitato 2005 propone in una versione con correttivi “meno impattante”. L’atmosfera all’assemblea si surriscalda, infatti, quando a nome di questo comitato, parla Alberto Annovi: “Chiediamo da tempo una soluzione contestuale del problema di Maggiano – ha detto -: non vogliamo continuare quindi a sentire opzione zero, cioè niente nuovo elettrodotto perché è come dire agli altri quindi a noi che si arrangino. Lo dimostra perfino lo striscione della sala: no elettrodotto. Ci saremmo aspettati di leggere un no agli elettrodotti”.
L’attacco frontale alla posizione del comitato Starc (e quindi delle amministrazioni) suscita l’immediata reazione del presidente Simona Lena: “Fin dall’inizio vi abbiamo porto la mano, mettendo a disposizione anche i nostri tecnici ma avete voluto prendere una strada diversa. Ma c’è modo e modo. Non ci si può schierare apertamente con Terna sostenendo la necessità di un nuovo elettrodotto, per toglierselo davanti casa e spostarlo a qualche centinaio di metri”. Per Ilaria Tomei del comitato 2005, nessuna posizione pretestuosa o personalistica. Anzi, la decisione di Maggiano e altri di sostenere una delle tre opzioni al tracciato originale è stata frutto di grande ponderazione: “All’open day di Terna l’avvocato del comitato Starc disse che forse era il caso di valutare una soluzione che potesse andare bene per il territorio e questo è quello che anche noi abbiamo fatto. Ci siamo affidati ad un legale e abbiamo fatto le valutazioni sulla base dei progetti”.
Secondo il comitato di Maggiano, i consulenti di Starc avrebbero sostenuto l’ipotesi B1 come la migliore di quelle proposte da Terna e in effetti l’hanno sostenuto anche stasera illustrando nuovamente i motivi del no al nuovo elettrodotto, ma hanno specificato di aver svolto una semplice valutazione tra le ipotesi presentate e di non ritenerla migliore in assoluto. Perché la posizione di Starc resta quella originaria: “No al nuovo elettrodotto e messa in sicurezza dell’esistente”. Poi è arrivato a chiarire ulteriormente anche l’assessore Francesco Raspini: “I Comuni hanno assunto una posizione chiara: nessuna delle alternative proposte da Terna ci convince e nessuna di esse, compresa la B1, è realizzabile. Non c’è solo il nostro parere contrario ma anche quello degli enti preposti, senza considerare i vincoli imposti con il pit dalla Regione alla quale – ha aggiunto – abbiamo chiesto di insistere contro Terna per evitare con tutti i mezzi la realizzazione del nuovo elettrodotto”.
La serata che sul finire si è animata, ed era più che atteso, è iniziata con l’intervento del comitato Star e dei consulenti. Il fisico Paolo Parma ha messo nel mirino le integrazioni presentate da Terna a dicembre, sostenendo che si basano su una analisi ‘multicriteria’ falsata che ha – secondo il tecnico – soltanto l’obiettivo di dimostrare una tesi: ovvero che il progetto migliore è quello già presentato e in fase di autorizzazione al ministero. Ma a suscitare poi le polemiche è stata l’analisi dell’impatto dell’elettrodotto che esiste già a Maggiano. Parma, citando i dati Arpat, ha fatto notare le criticità dei rilievi sulle emissioni evidenziando che superano i 3 microtesla (valore a cui Terna è vincolata per i nuovi elettrodotto) soltanto per il 20%. “Troppo – ha commentato più tardi nel suo intervento l’assessore Raspini -: vogliamo che sia il governo nazionale a intervenire e rivedere i limiti massimi di emissioni a cui Terna deve adeguare l’esistente, creando cittadini di serie A e di serie B, o costringendo un sindaco e una amministrazione locali a fare scelte in una materia così delicata e che esula dalle strette competenze dei Comuni”.
A completare il quadro la relazione dell’architetto consulente di Starc, Patrizia Savini, che ha ricordato il pesante impatto di tutte le ipotesi messe sul tavolo da Terna, non solo sul fronte del paesaggio e della salute, ma anche in termini di inquinamento da polveri sottili e per i danni che apporteranno, ha sostenuto, i cantieri e gli scavi per alzare i tralicci sulle montagne: una colata di cemento con la quale – ha detto – potrebbero essere costruite 40 palazzine.
Quel che comunque sembra chiaro, nonostante le divisioni emerse con il comitato di Maggiano o all’interno del paese di Chiatri, dove alcuni sostengono la necessità di appoggiare l’ipotesi di un nuovo elettrodotto per eliminare i tralicci esistenti, è che adesso le carte si giocano altrove. Al Tar, anzitutto, dove pende il ricorso di Terna contro i lacci del piano paesaggistico regionale e, quindi, al ministero dove è ancora aperta – è bene ricordarselo – la procedura di Via per il progetto El324.

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