Cei: “Legge di bilancio, rischio taglio agli incentivi”

I consistenti tagli agli incentivi dell’Impresa 4.0 preoccupano le imprese. Così Lido Cei, ad di Ideaservice Srl, azienda della Santissima Annunziata che si occupa proprio di finanziamento alle aziende.
“La questione industriale – dice – torni al centro della politica economica visto che nonostante le rassicurazioni delle ultime settimane si delinea il rischio concreto di vedere, nella prossima legge di bilancio, un taglio molto consistente agli incentivi che hanno caratterizzato le politiche di Impresa 4.0 e che avevano contribuito, a loro volta, alla ripresa economica del paese. Nel disegno di legge di bilancio che dovrebbe essere presentato proprio in questi giorni si legge un forte ridimensionamento dell’iperammortamento, nessun rinnovo per il superammortamento, credito di imposta, per la formazione 4.0 e nuova Sabatini. Il rischio reale e concreto è che la discontinuità delle politiche industriali del governo possa bloccare quel percorso virtuoso di crescita che la nostra economia aveva imboccato grazie allo sforzo comune tra istituzioni, imprese e sistema della ricerca sulla sfida della innovazione digitale”.

“Sarebbe stato auspicabile, al contrario – prosegue Cei – una grande azione di manutenzione del piano finalizzata a consolidare il ciclo di investimenti e allargare la platea delle imprese coinvolte con un focus più attento alla formazione del capitale umano. Salvo sorprese dell’ultimo minuto così non sarà e quello che a me pare più grave è la perdita di un disegno complessivo di politica industriale che ci penalizzerà sicuramente nel confronto degli altri paesi europei i quali, invece, continuano a sostenere i propri sistemi produttivi con misure orientate al medio-lungo periodo. Mi auguro che nel dibattito parlamentare sia possibile avviare un confronto con le forze politiche orientato a rimettere al centro la questione industriale”.
“Peccato – conclude Cei – perchè il mondo dell’Ict, quello del digitale rappresentano uno straordinario acceleratore della crescita economica e della industrializzazione moderna e vedere tutto ciò accantonato a fronte di operazioni più assistenzialiste che creatrici di sviluppo mi lascia veramente sorpreso e preoccupato per il futuro delle nostre imprese”.

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