Maschere, nuovo braccio di ferro al Giglio

Sindacati in subbuglio per la decisione di esternalizzare il servizio di maschere al teatro del Giglio. L’annuncio di voler ricorrere per il servizio ad una cooperativa esterna data il 28 luglio scorso dal direttore del teatro Manrico Ferrucci non piace alle organizzazioni sindacali che dicono no all’affidamento “ad una cooperativa, con la motivazione dichiarata di risparmiare sul costo del personale di sala che è il meno pagato di tutto il settore dello spettacolo: l’inquadramento delle maschere è settimo livello, il più basso in assoluto per retribuzione nel contratto nazionale”.

“Da mesi – aggiungono i sindacati -, la Rsu, assieme al settore produzione, chiede alla direzione l’organizzazione di un nuovo concorso, similmente a quanto fatto nel 2011. In quell’occasione, venne organizzata una competizione aperta, imparziale e obiettiva che selezionò, tra centinaia di ragazzi, una graduatoria di trenta persone da cui si è attinto, negli anni successivi, per l’assunzione del Personale di Sala. Questo tipo di lavoro, stagionale e di tipo a chiamata, non consente l’indipendenza economica, perché viene svolto in un numero limitato di ore e, tipicamente, impiega studenti o laureandi universitari. Inoltre, presenta un elevato turn-over, poiché si tratta di giovani che stanno terminando gli studi, per lo più”.
“A primavera 2016 – aggiungono le sigle del settore – la graduatoria si è esaurita e sarebbe stato necessario procedere all’organizzazione di un nuovo concorso, per poterlo terminare in tempo per l’inizio della stagione 2016-2017, assumendo il numero di maschere necessarie a coprire tutti i servizi. La direzione ha temporeggiato per mesi, senza rispondere con chiarezza. Poi, a fine luglio, quando sono drasticamente ridotti i tempi per l’organizzazione di un concorso (nel 2011 il bando, pubblicato in estate, consentì le prime assunzioni solo a dicembre), è giunta la notizia dell’intenzione di affidarsi a cooperative. Con una tattica dilatoria e furbesca – attaccano i sindacati -, la direzione crede di poter giungere allo scopo, più volte enunciato, di risparmiare il più possibile esternalizzando pezzi di azienda. Anche di un settore, quello del personale di sala, che non ha costi fissi, poiché è composto da lavoratori che vengono pagati solo a prestazione, ovvero ogni volta che c’è spettacolo, e non costano un euro all’azienda quando il teatro è chiuso. Ancora una volta, come troppo spesso avviene nel mondo di oggi, viene scelto di risparmiare sui più deboli e sui sui precari. Da anni tramite l’assunzione e la formazione del personale di sala vengono portati nel teatro giovani lucchesi che con professionalità e cortesia accolgono il pubblico negli eventi teatrali, facendosi apprezzare anche all’esterno, tant’è che il personale di sala Atg è impiegato in numerosissimi eventi in tutto il Comune di Lucca, come steward e addetti antincendio, oltre che in recenti incarichi per la diffusione della raccolta differenziata. Confidiamo che l’amministrazione comunale intervenga e che lo stesso teatro cambi idea”.

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