Conflavoro sigla nuovo contratto per i metalmeccanici

Conflavoro Pmi all’avanguardia anche nel settore della metalmeccanica. L’associazione di categoria, con il suo presidente Roberto Capobianco, infatti, ha firmato con le sigle sindacali Fesica Confsal, rappresentata dal segretario generale Bruno Mariani, Confsal Fisals con Filippo Palmieri e con l’assistenza del Confsal, un nuovo contratto collettivo nazionale. Un contratto che disciplina i rapporti di lavoro tra le aziende del settore degli stabilimenti metalmeccanici, dove la lavorazione del metallo abbia una presenza esclusiva, prevalente o quantitativamente rilevante; degli stabilimenti e delle unità produttive e di servizio tradizionalmente considerati affini ai metalmeccanici, e delle unità produttive e di servizio, ricerca, progettazione e sviluppo che abbiano con il settore metalmeccanico interconnessioni di significativa rilevanza.

“Anche in questo caso – afferma il presidente nazionale di Conflavoro Pmi, Roberto Capobianco – quello che abbiamo perseguito durante la contrattazione è il miglior bilanciamento possibile per tutelare da una parte le esigenze delle aziende, in un momento di particolare difficoltà del comparto, e dall’altra i diritti dei lavoratori. Uno sforzo che conferma la nostra volontà di dare vita a un moderno sistema di contrattazione in grado di fornire risposte mirate alle esigenze delle diverse realtà imprenditoriali e territoriali senza dimenticare la qualità e la quantità dell’occupazione”.
“Il modello previsto – dice Bruno Mariani, segretario generale della Fesica Confsal – aiuta lo sviluppo, migliora le condizioni dei lavoratori all’interno e all’esterno dei luoghi di lavoro e aumenta la competitività delle imprese e contribuisce alla tutela dei dipendenti, favorendo innovazione ed una formazione di qualità nell’arco dell’intera vita lavorativa, oltre a fornire risposte adeguate alla questione salariale”.
Fra i punti principali del contratto collettivo nazionale firmato da Conflavoro Pmi e sigle della Confsal la valorizzazione della contrattazione territoriale, che è in grado di dare risposte differenziate alle diverse necessità di sviluppo nelle diverse zone del paese, e la bilateralità, ovvero un modello di relazioni fra rappresentanza datoriale e lavoratori di tipo partecipativo. “Già in passato – spiega il presidente Capobianco – i comparti hanno dimostrato di saper rispondere alle sfide imposte dai cambiamenti economici-produttivi, attraverso la realizzazione di strumenti e percorsi innovativi, basati sulla valorizzazione del territorio, sul forte coinvolgimento e sulla responsabilizzazione delle parti sociali, nell’ottica di un confronto partecipato, costruttivo e condiviso”.
Nel particolare Conflavoro Pmi e Confsal, come chiarito anche nelle premesse del contratto chiedono che la disciplina legislativa in materia di agevolazioni contributive e fiscali a favore delle erogazioni salariali di secondo livello “venga implementata, resa strutturale e certa”. A tutto questo nel contratto si aggiungono obiettivi di elevato valore sociale inseriti nel contratto in diversi strumenti previsti: l’assistenza integrativa sanitaria, la previdenza complementare e gli ammortizzatori sociali “attraverso il virtuoso percorso di integrazione fra risorse pubbliche e private”. A garantire la bilateralità è l’Ente bilaterale autonomo del settore privato (Ebiasp), che si occupa, assieme alle sue articolazioni territoriali, dopo la firma del contratto collettivo nazionale delle diverse attività in tema di occupazione, mercato del lavoro, formazione, qualificazione professionale e sostegno al reddito. Fra i principali compiti dell’ente bilaterale proprio quello della contrattazione collettiva decentrata sia regionale sia territoriale.

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