Snai conferma 62 esuberi, nubi sugli ammortizzatori

di Roberto Salotti
I sindacati tornano a casa dal tavolo per la vertenza Snai di stamani (21 novembre) con un magro bottino. L’azienda, infatti, pur confermando il piano degli esuberi ha ridotto da circa 90 a 83 i lavoratori da licenziare (per il gruppo) e da 64 a 62 per la sede di Porcari (2 per il settore commercio e 60 con il contratto dei metalmeccanici). Il braccio di ferro ora si sposta sul fronte degli ammortizzatori sociali, perché la società ha intenzione di procedere con la ristrutturazione che prevede il taglio del personale: nessuna procedura è stata ancora attivata, perché troppi nodi restano ancora da sciogliere. Primo fra tutti gli effetti anche su eventuali ammortizzatori sociali della fusione del gruppo Snai con Cogemat.

Non sarà una strada facile nemmeno questa e il banco di prova sarà il prossimo incontro già fissato per il 6 dicembre prossimo. Le posizioni, infatti, restano distanti anche su questo capitolo ma c’è dell’altro. Dopo la fusione con Cogemat, sarebbero emersi dubbi con l’Inps sul futuro codice di applicazione degli ammortizzatori sociali. Un punto definito, allo stato, come prioritario dagli stessi sindacati ma anche dall’azienda che al termine dell’incontro ha firmato un verbale di incontro in cui si pone al primo punto la verifica con l’istituto nazionale di previdenza sociale della situazione. In questo frangente è stato quindi sottoscritto l’impegno condiviso a non porre alcun tipo di pregiudiziale sul tipo di ammortizzatore sociale che verrà prescelto anche se, al di là dei documenti di intenti, le proposte sono diametralmente opposte.
I sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm chiedono il ricorso ai contratti di solidarietà, ma Snai, confermando la strada dei licenziamenti, opta al momento per la cassa integrazione. “Prima di discutere di questo – spiega il segretario regionale della Fiom Cgil, Massimo Braccini – c’è assolutamente da risolvere la questione preliminare dell’Inps. E’ stata l’azienda a renderci partecipi e a mostrarci un documento dell’istituto, che dopo la fusione operata in Snai ha ingenerato più di qualche dubbi. Pertanto ci siano messi a disposizione e ci attiveremo congiuntamente con l’azienda all’Inps per chiarire anzitutto la situazione, perché alla maggior parte dei lavoratori Snai da oltre 15 anni viene applicato il contratto dei metalmeccanici e i contributi per gli ammortizzatori sociali sono versati. Diverso, ma lo si sapeva, il discorso per il settore del commercio che purtroppo non potrà godere degli ammortizzatori”.
Domani nell’assemblea dei lavoratori programmata dalle 13 alle 14 sindacati, Rsu e dipendenti decideranno le prossime mosse, che potrebbero portare ad un altro pacchetto di scioperi, sebbene a questo punto la tensione e l’esasperazione sia un sentimento diffuso tra gli stessi lavoratori.
I sindacati, comunque, non hanno intenzione di cedere. E intanto un altro risultato da Snai lo hanno ottenuto: all’azienda infatti è stata sottoposta la questione del monte ore per partecipare alle assemblee. Da questo punto di vista è stata data disponibilità, dopo che nelle ultime settimane i segnali arrivati dall’azienda erano andati in senso contrario, sostengono i sindacati.
Ma in primo piano ci sono i licenziamenti, che al momento non sembrano più evitabili. I sindacati hanno chiesto nuovamente all’azienda di non escludere la via dei contratti di solidarietà, l’unica in grado – sostengono le sigle – di evitare i licenziamenti e consentire comunque alla azienda una ristrutturazione. Ma al termine si è deciso di rinunciare, per il momento, alle pregiudiziali in modo da chiarire la posizione con l’Inps.
Nel vivo della trattativa in questo senso si entrerà nell’incontro del 6 dicembre prossimo. Così è stato concordato al termine di un incontro fiume che si è svolto dalle 11 a Roma e da cui sono confermate le posizioni distinti di azienda, da un lato, e sindacati e lavoratori dall’altro. Tuttavia, Snai si è detta disponibile a ridurre ancora il numero degli esuberi: per farlo resta in piedi infatti la proposta ai lavoratori che lo desiderino di convertire il contratto da full time a part time, ma è una possibilità a cui, per ora, quasi nessuno è sembrato interessato.
“Non siamo per nulla soddisfatti dell’atteggiamento di Snai – commenta la segretaria provinciale di Fim Cisl, Narcisa Pellegrini -: anche nel corso dell’incontro di oggi abbiamo proposto all’azienda di procedere con i contratti di solidarietà ma Snai conferma gli esuberi. Abbiamo chiesto che ci venga spiegato cosa rende impossibile percorrere questa strada ad una azienda che da tempo opera con questi numeri. Nell’incontro del prossimo 6 dicembre si tornerà a parlare anche di questo, perché secondo noi possono esserci gli spazi perché la richiesta dei sindacati venga accolta”.
“E’ necessario – spiega ancora Braccini della Fiom Cgil – superare le contrapposizioni con l’azienda in questa delicata fase. E crediamo che a questo punto sia utile anche che l’azienda si faccia aiutare nella gestione di questa crisi. Per questo nessuna pregiudiziale e nessuna procedura ancora aperta. Prima di tutto c’è da fare chiarezza sugli ammortizzatori sociali, poi ne sarà discussa la tipologia e la modalità”.

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