Carbonizzatore, la Creo ci prova a Piombino

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Continua il percorso di Creo srl per realizzare il primo impianto di carbonizzazione idrotermale per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti organici a Piombino. Il 7 febbraio, infatti, la società ha presentato l’istanza alla Regione Toscana per l’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via): una valutazione a cui Creo ha deciso di sottoporsi volontariamente, nonostante che il progetto, per dimensioni e tipologia, potrebbe anche non essere soggetto alla valutazione di impatto ambientale. Una scelta, quella voluta dall’amministratore unico dell’azienda, Luca Gelli, compiuta per dimostrare in modo dettagliato e trasparente i reali effetti dell’impianto sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità della vita, a tutela delle istituzioni e degli stessi cittadini.

“È stato un lavoro imponente – spiega Luca Gelli – ma necessario. Siamo consapevoli che la tecnologia che andiamo a proporre per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti organici è fra le migliori attualmente esistenti. Il materiale prodotto riguarda lo studio di impatto ambientale, il progetto definitivo dell’impianto e una sintesi non tecnica e dimostrerà che l’impianto non ha alcuna ricaduta negativa sull’ambiente e sulla salute umana”.
Il progetto che Creo srl ha studiato per Piombino (località Colmata, Area Apea) prevede la realizzazione di un impianto di recupero di rifiuti organici derivanti esclusivamente dall’umido della raccolta differenziata, potature, sfalci e altre matrici vegetali, utilizzando la tecnologia della carbonizzazione idrotermale (Htc), brevettata in Spagna e sviluppata in Italia da Ingelia Italia (www.ingelia.it). La struttura di Piombino sarà la prima che Creo realizzerà in Toscana, per una capacità annua di 60mila tonnellate di rifiuti, ma l’interesse per questo tipo di impianti si sta allargando a macchia d’olio e, al momento, Ingelia ha ricevuto numerose manifestazioni d’interesse in tutta Italia.
L’obiettivo della tecnologia di carbonizzazione idrotermale è la chiusura in loco del ciclo dei rifiuti organici, attraverso la loro trasformazione, con solo otto ore di processo, in lignite rinnovabile (hydrochar) e compound di macronutrienti ed elementi con caratteristiche di fertilizzanti, da utilizzarsi come materie prime equivalenti in applicazioni per l’industria, per l’agricoltura e in sostituzione del pellet da legna.

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