Tagetik si consolida a Lucca: presto nuovi assunti

“Lucca resterà il fulcro dell’attività di Tagetik e ci saranno nuove assunzioni, in tutte le sedi nazionali ed internazionali”. Così Ian Rhind, amministratore delegato di Wolters Kluwer Tax & Accounting, il colosso olandese da 5 miliardi di euro annui di fatturato, che nelle scorse settimane ha acquisito l’azienda lucchese per circa 300 milioni di euro. L’occasione è un pranzo informale al Real Collegio, sede di una due giorni intensa di appuntamenti con gli attori di questo compartimento di mercato – i softwares per supportare i processi fiscali e finanziari di privati ed aziende – al quale prendono parte ovviamente, per Tagetik, Pierluigi Pierallini (fondatore e presidente), Marco Pierallini e Manuel Vellutini (membri del cda). La società continuerà ad esistere e ad operare sotto il profilo amministrativo, con il nome di Cch (acronimo del prodotto di punta della multinazionale dei Paesi Bassi) Tagetik, ma nella sostanza viene inglobata e diventa una costola esiziale di Wolters, che va a colmare così una lacuna importante nel proprio portfolio di servizi.

Il secondo punto fermo resta la volontà di trasferire la sede alla ex Manifattura Tabacchi, un’ipotesi ancora in piedi. Qui è Vellutini a prendere la parola, per sbrogliare il campo da equivoci di sorta: “Non è assolutamente vero – commenta – che dopo l’acquisto da parte degli olandesi ci sia stato un disimpegno in questo senso. Anzi, la Wolters si è dimostrata entusiasta, al punto di coinvolgere immediatamente la divisione real estate ed i suoi legali. Chiariamo anche che qua non si parla di favori nei confronti di Tagetik: noi intendevamo aderire ad un progetto per far rivivere una parte della città, portando ogni giorno in centro i nostri 300 dipendenti ed i visitatori che riceviamo da ogni angolo del mondo. Se siamo ancora a disposizione? Per ora è tutto fermo, ma siamo disposti a discuterne ancora: certo non dipende solo da noi, ma sopratutto dagli altri attori coinvolti nella trattativa”.
Un progetto, viene specificato, che non contempla nel modo più assoluto possibilità di acquisizione dei locali: “E’ contrario alla politica di Wolters Kluwer ed anche alla nostra – spiega ancora – perché noi lavoriamo con i software, con la proprietà intellettuale: dobbiamo essere elastici, pronti ad espanderci”. Un’espansione che, considerato il patto, è in predicato di verificarsi di qui ai prossimi mesi: “Questo accordo – afferma Pierluigi Pierallini – rappresenta la soluzione migliore per i nostri clienti e per i dipendenti. Il mercato ci propone dei competitors molto forti (Oracle e Ibm su tutti) e serviva un partner per crescere in fretta”.
L’incontro, raccontano, è avvenuto dopo mesi di corteggiamenti da parte di altri investitori che, tuttavia, chiedevano la maggioranza del gruppo. E’ stata la Wolters a cercare Tagetik, per andare ad ampliare le maglie del suo core business: “Non abbiamo preso Tagetik perché era una concorrente – chiarisce Rhind – ma perché rappresenta un settore di mercato in cui eravamo carenti (i software per i processi finanziari e fiscali, appunto). I nostri valori, dal business alla cultura del lavoro, sono molto simili: porteremo il brand in giro per il mondo, specialmente nel nord degli Stati Uniti, che rappresentano circa il 43% del mercato di riferimento. Lucca resta il cuore del progetto ed assumeremo ancora, sia qui che nelle altre sedi sparse in Italia e nel mondo, perché possiamo crescere solo in questo modo”. Numeri, però, non vengono fatti: di certo Tagetik, società da ultimo valutata 70 milioni di euro e capace di produrre 55 milioni di euro annui di fatturato, adesso sente di avere le spalle più coperte: “Gli investitori – precisa Marco Pierallini – si approcceranno ai nostri prodotti (realizzati in Borgo Giannotti, in un ex stabilimento della Bei & Nannini caffè) con maggiore fiducia, sapendo della grande solidità finanziaria del gruppo Wolters”.
Tagetik aveva già una sede negli Usa, a Stanford (con 100 clienti), una in Cina ed altre sparse per l’Europa, oltre a quelle in Italia: ora, potendo contare sul supporto di una multinazionale suddivisa in 4 comparti da più di 1 miliardo di euro di fatturato annuo ciascuno, gli orizzonti si allargano sensibilmente.

Paolo Lazzari

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