Rivalutazione crediti, aumentano richieste delle imprese

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In Toscana rallentano le richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese. È questo il dato che emerge dalle rilevazioni del primo semestre 2018 elaborate da Crif relativamente al numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane, nell’aggregato di ditte individuali e società di capitali. L’analisi ha evidenziato una sostanziale stabilità (+0,4%) rispetto allo stesso periodo del 2017, cui si accompagna tuttavia una pesante flessione dell’importo medio richiesto (-11,6%). A livello provinciale, in Toscana, si osservano situazioni molto eterogenee, con Prato e Massa Carrara che registrano una robusta crescita a cui si aggiunge anche Lucca con un +10,3%, mentre per quanto riguarda la media degli importi richiesti, Lucca si posiziona al quarto posto in Toscana con 67.922 euro.

Nel complesso sono state le richieste da parte delle imprese individuali ad aver evidenziato una dinamica negativa (-0,5%) mentre le società di capitale hanno visto, invece, una crescita pari al +0,9%. Queste le principali evidenze emerse dall’ultima analisi effettuata da Crif sulla base del patrimonio informativo di Eurisc – il Sistema di informazioni creditizie, che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie, di cui oltre 9 milioni riconducibili a imprese. Per quanto riguarda nello specifico la Toscana, nel primo semestre 2018 il numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti da parte delle imprese è risultato in calo dell’1% rispetto al 2017, una performance in controtendenza rispetto al dato rilevato a livello nazionale, in lieve crescita. Prendendo in considerazione il volume complessivo delle richieste, va sottolineato come la regione si posizioni nei primi posti della classifica nazionale, come già anche nell’anno precedente. A livello provinciale, si osservano performance estremamente eterogenee, con le province di Massa Carrara e Prato che fanno segnare una robusta crescita, rispettivamente pari a +21,8% e +12,8%, mentre Arezzo si caratterizza per un eloquente -19,6%, precedendo Grosseto (-13,7%). A Firenze il numero di richieste è rimasto allineato alla precedente rilevazione, facendo segnare un modesto +0,8%. Anche l’importo medio richiesto dalle imprese toscane risulta in calo rispetto al corrispondente semestre 2017 e con 63.451 Euro si colloca al di sotto della media nazionale (65.576 euro). In regione, l’importo medio più elevato è stato rilevato a Pisa, con 90.101 euro, seguita da Massa-Carrara, con 80.075 euro. Lucca si posiziona al quarto posto in questa speciale classifica (67.922 euro) dopo Prato (76.296). All’altro capo della classifica, si posizionano Arezzo (48.066 euro), che ottiene uno delle performance più contenute a livello nazionale, e Grosseto con 54.182 Euro mediamente richiesti. A Firenze il valore mediamente richiesto si è fermato a 54.717 euro. Nel complesso, le dinamiche rilevate a livello di singoli territori potrebbero essere influenzate da molteplici fattori, che non sono stati oggetto di approfondimento nello studio. Questa disomogeneità potrebbe derivare, più che dalla particolare struttura del tessuto imprenditoriale dei singoli territori, dall’accentuazione della tendenza a frazionare maggiormente le richieste di credito. Un nuovo approfondimento del barometro Crif permette di osservare anche la distribuzione delle richieste per classi di fatturato delle imprese stesse. Per quanto riguarda la Toscana, dall’analisi emerge che il 31,4% delle richieste di finanziamento, quota che risulta maggioritaria, è effettuata da micro imprese con fatturato compreso tra 50.000 euro e 500.000 euro, che numericamente risultano preponderanti. Per altro, l’incidenza di questa tipologia di richiedenti risulta in calo con il dato del 2017 (-1,1 punti percentuali). “Dopo la dinamica negativa che aveva caratterizzato la prima parte del 2017, la rilevazione relativa ai primi sei mesi dell’anno in corso mostra una leggera ripresa del numero di richieste di credito da parte delle imprese italiane ma in Toscana la variazione è risultata leggermente negativa. Le società di capitali mostrano una maggiore dinamicità ma entrambi i comparti (e quindi anche quello delle ditte individuali) hanno fatto registrare una frenata relativamente all’importo mediamente richiesto, anche a conferma che in questa fase è meno sentita l’esigenza di fare provvista – commenta Simone Capecchi, executive director di Crif –. Va detto comunque che le nostre imprese si trovano ancora in una fase in cui cercano di trarre stimoli e sinergie più forti dal territorio e dalla filiera produttiva di appartenenza. In questo scenario le aziende di credito stanno continuando a stimolare la domanda sfruttando anche il favorevole contesto di mercato, caratterizzato da un lato dalla possibilità di offrire denaro a condizioni estremamente appetibili, dall’altra da livelli di rischio in progressivo miglioramento. La condivisione e la valorizzazione delle informazioni a livello di ecosistema rappresentano, quindi, un fattore cruciale, in grado di fornire nuova energia al mercato e garantendo adeguato supporto ad una domanda di credito che si sta orientando sempre di più verso gli investimenti e le attività di sviluppo del business”.

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