Confagricoltura, progetto per introdurre nuove coltivazioni di olio in Toscana

Introdurre nuove colture oleaginose in Toscana, per utilizzi innovativi e sostenibili. E’ l’obiettivo di Sic Oleat: ottenere, attraverso la spremitura meccanica a freddo, oli vegetali di elevata qualità per utilizzi più diversi, dalla cosmetica ai lubrificanti, sia per il settore alimentare che industriale.
Sic Oleat, finanziato dal bando per Progetti integrati di filiera della Regione Toscana, è stato presentato al Centro di ricerche agroambientali E.Avanzi dell’università degli studi di Pisa. Insieme a Confagricoltura Toscana, in qualità di capofila ci sono l’azienda di trasformazione Savi Italo, due aziende agricole toscane, Musu e Pian dei Volpi, e l’ente di ricerca università di Pisa – CiRAA.

Girasole “alto” ed “altissimo” oleico, lino e crambe, sono queste le coltivazioni da potenziare o avviare completamente in Toscana. “L’introduzione di colture alternative ha lo scopo di diversificare i sistemi colturali e permettere lo sviluppo di nuovi prodotti in rapporto ai nuovi modelli di domanda, anche in un’ottica di filiera integrata sul territorio – afferma il direttore di Confagricoltura Toscana, Marco Mentessi – Parliamo di colture alternative da introdurre negli avvicendamenti tradizionalmente occupati dai cereali, per aumentare e diversificare il reddito degli agricoltori toscani, nel rispetto di pratiche agricole sostenibili”.
Gli oli vegetali ottenibili da girasole, lino e crambe, infatti, sono caratterizzati da un elevato valore nutraceutico e salutistico, che li rende particolarmente interessanti per un mercato in grande crescita in Italia: +7 per ento annuo secondo stime QuintilesIms Italia.
Il girasole è la coltura più conosciuta e coltivata in Toscana (quasi 23mila ettari nel 2018, fonte Istat), ma sono molti gli spazi di mercato ancora disponibili soprattutto per le varietà innovative “alto” ed “altissimo oleico”: basti pensare che mentre in Francia queste rappresentano ben il 62 per cento delle coltivazioni totali di girasole, in Italia siamo fermi al 35 per cento.
Meno diffuso il lino, con solo 300 ettari coltivati nel 2018 (fonte Istat), anche se la sua introduzione soprattutto in sistemi di agricoltura biologica può essere un’importante opportunità per gli agricoltori toscani vista la crescente richiesta da parte del mercato europeo.
Totalmente sconosciuto è infine il crambe il cui olio ottenuto dalla spremitura dei semi è molto interessante per numerose utilizzazioni industriali, soprattutto nel settore cosmetico. Per questo motivo è attualmente oggetto di sperimentazione in tutta Europa.
Il progetto Sic Oleat prevede ulteriori iniziative divulgative, a cura di Confagricoltura Toscana, che accompagneranno l’avanzamento delle attività sperimentali di coltivazione, estrazione ed analisi comparate degli oli ottenuti.

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