Calo fisiologico per le vendite all’estero delle aziende

Vendite all’estero in calo per le aziende lucchesi. Questo il dato registrato nei primi tre mesi del 2019. Il calo è del -6,1% (-55 milioni) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per quanto riguarda le vendite all’estero della provincia di Lucca per un ammontare complessivo pari a 854 milioni di euro. La dinamica lucchese, in fisiologico calo dopo il record storico del 2018, risulta peggiore sia rispetto a quella toscana, che ha messo a segno un incremento del +16,1%, sia a quella nazionale che si è fermata al +2%.

Il favorevole andamento di alcuni dei settori di specializzazione territoriale ha sostenuto la crescita regionale, con incrementi particolarmente elevati a livello locale: a Massa Carrara sono salite le vendite di macchinari e apparecchi elettrici, a Pistoia i mezzi di trasporto, a Firenze il sistema moda, ad Arezzo l’orafo. Positivi ma più contenuti gli andamenti di Grosseto, Livorno, Prato e Pisa, mentre Lucca e Siena hanno segnato diminuzioni. Sono questi i principali risultati emersi dall’analisi dei dati Istat sul commercio estero da parte dell’ufficio studi, statistica e politiche economiche della Camera di Commercio di Lucca.
Sul fronte delle importazioni è proseguita la crescita in provincia di Lucca, con un +5,5% rispetto ai primi tre mesi del 2018 per complessivi 515 milioni di euro. La dinamica regionale risulta migliore di quella lucchese, con un incremento degli acquisti dall’estero del +9,6%, mentre quella nazionale si è fermata al +1,6%.
“La flessione degli scambi con l’estero della nostra provincia era in parte atteso, visto il rallentamento degli indicatori economici a partire dalla fine del 2018 – ha commentato Giorgio Bartoli, Presidente della Camera di Commercio di Lucca – Il dato che emerge dalle ultime analisi economiche è preoccupante per le imprese lucchesi, che risultano maggiormente colpite rispetto al resto della Toscana e dell’Italia. E’ difficile parlare di prospettive di crescita nell’attuale contesto di incertezza in cui gli operatori si trovano ad operare, dove alle complicate condizioni internazionali si aggiungono le perduranti incertezze interne. Si tratta di elementi che possono agire da disincentivo delle decisioni di acquisto per investimenti di una certa portata, quali i macchinari e le tecnologie di produzione. A queste sono da aggiungere le criticità del nostro territorio, quali ad esempio la questione degli assi viari, e la necessità di iniziare ad agire e fare sistema per arrivare ad una soluzione concreta e condivisa in tempi brevi”.

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