Rappresentatività sindacale, Conflavoro: “Serve legge”

Una legge sulla rappresentatività sindacale. E’ stato questo il tema dibattuto oggi (23 luglio) da Conflavoro Pmi all’undicesima seduta della commissione lavoro alla Camera. Il presidente Roberto Capobianco ha affermato la necessità di provvedere a una legge – a oggi assente – che non crei disparità tra i sindacati legittimi. Ha chiesto anche un periodo di cinque anni affinché le sigle possano qualificarsi dopo alcune discriminazioni subite da determinate circolari dell’ispettorato del lavoro. Riconoscendo comunque alla nuova gestione dell’Inl di aver riportato un minimo di chiarezza in merito con la circolare 7 del 2019.

“Una legge che chiarisca la rappresentatività sindacale è oggi più che mai necessaria. Purtroppo le circolari 3 e 4 dell’Inl – ha sottolineato il presidente Roberto Capobianco – in modo arbitrario hanno eletto a sindacati comparativamente più rappresentativi determinate sigle storiche escludendo tutte le altre senza alcuna verifica numerica in merito. E tuttora non ci spieghiamo perché in passato l’ispettorato abbia a tutti gli effetti dichiarato, senza entrare nel merito, che esistano sindacati non comparativamente maggiormente rappresentativi”. “A oggi – ha ricordato il presidente di Conflavoro Pmi – non esiste infatti in Italia una legge sulla rappresentatività o sul concetto di ‘comparativamente’. Riconosciamo che la stessa nuova gestione dell’ispettorato ha comunque fatto maggiore chiarezza in merito. Ci riferiamo, in particolare, alla circolare 7 del 2019 la quale si concentra sulla bontà dei contenuti dei contratti collettivi e non sul nome delle sigle che li firmano. Ma resta il fatto che una legge sulla rappresentatività è necessaria, non più rimandabile proprio per evitare che si creino in futuro altre situazioni dannose per le piccole imprese italiane. Le quali, pur aderendo a sindacati maggiormente rappresentativi i cui contratti collettivi sono riconosciuti come legittimi da tutti gli enti preposti tra cui il Cnel, hanno comunque subito gravi disagi”. E adesso per Conflavoro Pmi c’è la necessità di fermare i motori e dare la possibilità ai sindacati legittimi e responsabili di lavorare a condizioni paritarie, certe e uniformi per tutti gli attori.“Vanno poste come base di ogni efficacia contrattuale le basi retributive e contributive dei contratti leader di ogni settore, applicando – ha concluso Roberto Capobianco – giuridicamente e sindacalmente il concetto di ‘maggiormente rappresentativo’. Esso, infatti, è già regolamentarmente e sostanzialmente definito dalla circolare 14/1995 del ministero del Lavoro e in grado di garantire quella libertà sindacale che, anche attraverso lo strumento del rispetto dei parametri retributivi contrattuali, vedrebbe naturalmente sanciti i presupposti sindacali di riferimento”.

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