Gioco d’azzardo, Lucca terza in Toscana per spesa

Anche a Lucca i numeri del gioco d’azzardo sono allarmanti. La provincia, secondo i dati dell’agenzia delle dogane e dei monopoli di stato, è infatti la terza in Toscana per spesa media nell’azzardo, con 1.403 euro di spesa pro capite, superiore alla media regionale.
Anche per far fronte a una deriva patologica partirà lunedì (18 febbraio) la campagna della regione Toscana per combattere il gioco d’azzardo. Quando la vita è un gioco è in gioco la vita, è questo il messaggio che comparirà per le strade di tutta la Toscana, su bus e tramvia, sui quotidiani e sui social, e verrà trasmesso anche per radio. L’immagine è quella di due persone, un uomo e una donna, incollate ad altrettante slot machine, ipnotizzate dal gioco.

Sotto, la scritta: Nel gioco d’azzardo si rischia di perdere soldi, lavoro e famiglia, seguita dal numero verde 800.881515. 
In Toscana la raccolta di denaro da gioco è arrivata a 4,8 milioni di euro, con una vincita pari a 3,7 milioni di euro e una spesa di oltre 1 milione. Nello stesso anno la spesa pro capite calcolata è pari a circa 1.304 euro, mentre a livello provinciale si conferma il record di Prato, in cui la spesa media per l’azzardo è stata di 2.948 euro pro capite. Seconda la provincia di Massa Carrara con 1.492 euro pro capite. Dopo Lucca c’è Pistoia con 1.325 euro, segue poi Livorno con 1.255 euro, Firenze con 1.188 euro e Arezzo con 1.108 euro di spesa pro capite. Le province più virtuose sono invece quelle di Grosseto con 1.108 euro, Pisa con 1.006 euro e Siena con 888 euro. Montecatini Terme è il comune dove si gioca di più, la spesa dedicata ai differenti giochi è di 6.067 euro pro capite.
La campagna è stata presentata stamani dall’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi, assieme alla consigliera regionale Serena Spinelli, presidente dell’osservatorio regionale sulla dipendenza da gioco d’azzardo patologico. “La dipendenza dal gioco d’azzardo – ha detto l’assessore Saccardi – sta diventando sempre più preoccupante, perché coinvolge un numero crescente di persone di tutte le età e di tutte le fasce sociali, che si lasciano tentare dal gioco, fino a far diventare questa passione una vera patologia. La Toscana è stata tra le prime regioni che hanno cercato di dare risposte alla crescente domanda di aiuto, sia delle persone entrate ormai nel vortice del gioco d’azzardo patologico, che dei loro familiari. Abbiamo messo in campo tante iniziative, tanti progetti, e costruito una rete territoriale in grado di farsi carico delle persone e delle loro famiglie. Ora abbiamo deciso di lanciare questa campagna di sensibilizzazione e informazione – spiega Stefania Saccardi -, rivolta a tutta la popolazione, ma in particolare alle categorie a rischio: giovani, persone disagiate. Della campagna fa parte anche un numero verde: invito tutte le persone che vogliono aiuto per liberarsi dal gioco patologico, e i loro familari, a chiamarlo. All’altro capo del filo troveranno persone esperte e preparate in grado di aiutarle”. I numeri del gioco d’azzardo patologico crescono anche a livello nazionale. La campagna varata oggi (15 febbraio) fa parte del piano regionale di contrasto al gioco d’azzardo varato nel 2018 e finanziato con oltre 3 milioni, che si propone di concorrere alla rimozione delle cause sociali e culturali che possono favorire le forme di dipendenza da gioco, e di promuovere una risposta coordinata e continuativa alle persone che manifestano un problema di Gap. “La Toscana è stata una delle prime Regioni a darsi una legge sulla ludopatia – ha ricordato Serena Spinelli – Con questa campagna diamo seguito a una serie di impegni presi. Prevenzione e informazione sono strumenti fondamentali per ridurre l’accesso al gioco in maniera patologica. Il fatto che tra i giovani sia in calo è anche frutto dell’informazione. Il gioco può diventare una patologia, e in molti casi ci sono multidipendenze. Spesso sono le famiglie che si rivolgono agli operatori. La rete dei servizi è in grado di dare risposte. Il logo No slot che proponiamo agli esercenti è una scelta etica: gli esercizi che lo scelgono, evitando di installare slot machine, diventano nostri partner nel contrasto al Gap. Dobbiamo continuare a lavorare, è necessario impegnarsi sugli anziani, sui bambini, sugli immigrati”.
L’azione di contrasto al gioco d’azzardo patologico condotta dalla Regione si è sviluppata su quattro direttrici: prevenzione primaria, prevenzione secondaria, formazione degli operatori, trattamento ambulatoriale; e, per i soggetti più compromessi, la sperimentazione di comunità residenziali. Con le risorse deriv.anti dal fondo istituito dal ministero della salute, la Regione prosegue la realizzazione di progetti innovativi in tema di contrasto del Gap. Tra questi rientra anche la campagna di informazione e comunicazione per la quale sono stati stanziati 180mila euro. Il numero verde 800.881515 è in funzione dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18. All’altro capo del filo ci saranno psicologi-psicoterapeuti.
Nell’ambito della campagna, è stato realizzato anche il logo No slot, che verrà dato a tutti gli esercizi pubblici che ne faranno richiesta e che scelgono di non installare  apparecchi e congegni per il gioco, lecito, con vincite di denaro. Per quanto riguarda la Toscana, i dati dell’Ars, agenzia regionale di sanità, ci dicono che la prevalenza di giocatori patologici e problematici coinvolge dallo 0,5 al 7,6 per cento della popolazione. Esistono segmenti di popolazione più vulnerabili, come nel caso degli adolescenti.
Tra i giovani, la prevalenza di comportamenti problematici legati al gioco è più alta rispetto alla popolazione generale, tra il 5 e il 6 per cento. I maschi giocano in misura quasi doppia rispetto alle femmine. I giochi preferiti sono i ‘gratta e vinci’ con il 66 per cento, seguono le scommesse sportive (54%), il biliardo e altri giochi di abilità (49%). I luoghi dove si gioca sono le ricevitorie, le sale da gioco,i bar e i circoli (90,1%); on line (17,7%); case private (45,4%). Secondo il test screening Lie/Bet Q condotto da Ars, si stimano 13mila adolescenti toscani a rischio.

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