Imprese del lapideo, appello al governo per la riapertura

La categorie: "Settore fondamentale, non può proseguire il blocco"

Un appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che vede fra i destinatari anche il ministro dello sviluppo economico Patuanelli e il presidente della Regione Toscana Rossi: le imprese del settore lapideo apuo-versiliese di Confindustria Toscana Nord, di Cna Lucca e Confartigianato Imprese Lucca chiedono con forza la riapertura.

In una lettera ben documentata con dati e informazioni sul settore, le imprese evidenziano come l’estrazione e la lavorazione lapidea nell’area apuo-versiliese rappresenti una punta di eccellenza a livello italiano e mondiale: “I materiali che escono della nostre cave e dalle lavorazioni successive a valle sono conosciuti ed apprezzati ovunque: i più grandi e famosi edifici del mondo sono abbelliti con marmi e pietre provenienti da quest’area”, si legge nella lettera, dove si aggiunge che il valore della produzione è stimato in mezzo miliardo di euro, con 170 milioni di valore aggiunto di cui 40 milioni riconducibili all’indotto.

“Nella nostra lettera abbiamo evidenziato come il nostro settore viva soprattutto di export – sottolinea il presidente della sezione lapidei e varie di Confindustria Toscana Nord Fabrizio Palla -. Una sottolineatura necessaria, dato che nel calendario delle riaperture saranno forse privilegiati i settori che attraverso le esportazioni contribuiscono in maniera determinante al bilancio nazionale. Chiediamo che le nostre attività riaprano quanto prima: possiamo farlo in condizioni di sicurezza. Nelle cave non ci sono luoghi chiusi ristretti e il distanziamento personale fra i lavoratori è facilmente ottenibile; ma queste condizioni già di per sé favorevoli sono state ulteriormente migliorate, anche con il contributo delle locali Asl, attraverso l’applicazione di efficaci protocolli anti contagio. Anche i laboratori di lavorazione delle pietre, che da anni hanno intrapreso con successo una serie di iniziative per aumentare la sicurezza sul lavoro, sono già pronti con protocolli aziendali e procedure di gestione concordate con le parti sociali”.

“Il settore lapideo è fondamentale per l’economia del nostro territorio, basata su lapideo, nautica e turismo, tutti in questo momento fermi – aggiunge Andrea Giannecchini, presidente di Cna Lucca – . Nella nostra lettera facciamo presente che sono stimati 180 milioni di euro di pagamenti a fornitori locali, dalle imprese conto terzi ai trasporti, includendo anche materie prime, servizi, professionisti, credito e utenze. Altri 60 milioni di euro sono costituiti da costi del personale, versati a cittadini residenti in provincia. Una filiera completa e articolata, la nostra, che parte comunque da un mercato internazionale oggi di fatto paralizzato. Anche noi artigiani risentiamo fortemente di questa situazione, che sta danneggiando le nostre imprese. Auspichiamo che, con piena disponibilità da parte nostra ad applicare le misure di sicurezza necessarie, la riapertura delle attività avvenga quanto prima per non aggravare una situazione già oggi decisamente pesante.”

“Fra imprese industriali e artigiane il nostro settore costituisce l’unica fonte di reddito e di indotto per molti piccoli comuni montani della Toscana, in cui il lapideo arriva a rappresentare fino al 67% della fonte di lavoro dei residenti – conclude Michela Fucile, presidente di Confartigianato Imprese Lucca -. Parliamo di aree economicamente fragili, che nell’estrazione e lavorazione lapidea hanno un riferimento fondamentale. Le difficoltà commerciali date dalle restrizioni decretate a seguito della pandemia si riversano a cascata lungo la filiera. Una situazione difficile che era iniziata già prima del fermo delle attività produttive, quando il blocco della circolazione delle persone aveva già limitato fortemente le opportunità commerciali delle imprese che si interfacciano con i mercati internazionali. Ma anche i contratti già in essere non possono essere onorati. Occorre che questa situazione si sblocchi quanto prima: osservando con scrupolo le condizioni di sicurezza, le aziende devono poter riaprire.”

La lettera è stata inviata, oltre che ai vertici del Governo italiano e toscano, anche ai presidenti nazionali di Confindustria, Cna e Confartigianato, con i quali le associazioni locali sono in stretto contatto per monitorare la situazione.

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