Incentivi al personale sanitario, 38 milioni dalla Regione

Un sostegno per l'emergenza covid. I sindacati: "Giusto riconoscimento a chi rischia la vita"

C’è soddisfazione tra i sindacati per l’accordo raggiunto con la Regione Toscana per il pagamento degli incentivi al personale sanitario a causa del covid-19. Un’operazione da 38 milioni di euro di cui beneficeranno tutti gli operatori sanitari, sia pubblici che privati.

“L’accordo tra Regione Toscana e Cgil, Csl e Uil, le Funzioni Pubbliche e l’intersindacale medica – si legge in una nota – ha un valore che va oltre l’impegno di spesa che comunque resta importante. Si è voluto riconoscere lo straordinario impegno dei lavoratori della sanità pubblica. Partendo dagli ospedali e dai lavoratori alle dirette dipendenze, la comunità ha riconosciuto loro non un risarcimento economico per l’esposizione al virus, ha riconosciuto il loro ruolo fondamentale e non sostituibile“.

Nessuno parla più di malasanità e di fannulloni – prosegue la nota – dietro una spinta emotiva collettiva, tramite la contrattazione sindacale e l’azione politica abbiamo fatto, credo, un pezzo di storia del sindacalismo moderno. Non un gettone a tutti i lavoratori ma il riconoscimento dell’esposizione ad un virus letale, tecnicamente graduata, senza distinzione tra le figure professionali. Il riconoscimento non poteva andare solo ai lavoratori diretti del Ssr Toscano, doveva comprendere tutti i lavoratori del Sistema”.

“Nella fase due – prosegue la nota – è necessario cominciare a dire come il sistema dei servizi pubblici deve essere garantito, allontanandolo dalla logiche del massimo ribasso, dando dignità al lavoro pubblico e privato che garantisce i servizi pubblici. La politica ora dovrà rivedere cosa si è esternalizzato e in che modo, si devono rivedere i concetti fondamentali degli appalti e dei servizi in convenzione ed esternalizzati a partire dai contratti di lavoro applicati che devono essere rinnovati e garantiti nei costi, un nuovo sistema dei controlli con nuovi e più cogenti obbiettivi di servizi, serve una nuova progettazione”.

“La mancanza di mascherine ci ha sbattuto in faccia che la deregolamentazione dei sistemi produttivi ha reso fragile la tutela della salute, così come i tagli dei posti letto. Il sistema degli appalti che garantisce bassi costi in congiuntura, ha costi altissimi in termini di diritti contrattuali e di servizio. Per il futuro – conclude la nota – dovremo costruire una economia ambientalmente e socialmente compatibile, una economia che garantisca i diritti di cittadinanza attualmente in crisi. Se vogliamo mettere sulla giusta strada la fase 3 e la ripresa non solo l’economia reale dovrà essere ripensata ma anche l’economia che garantisce i diritti di cittadinanza oggi tutti messi in crisi,salute, scuola, mobilità e, ultimo non ultimo, il giusto compenso a chi lavora”.

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