Operai agricoli, fiato sospeso: “Si apra il tavolo sul contratto provinciale di lavoro”

I sindacati incalzano: "Messi a dura prova dal lockdown, ora c'è bisogno di garanzie"

Non si sono mai fermati, nemmeno nel pieno del lockdown, per assicurare a tutti il bene indispensabile del cibo. Si parla degli operai agricoli, oltre 3mila nel comprensorio Lucca-Massa-Pistoia, di cui 2mila a tempo determinato. “Un settore non a caso definito ‘primario’, di cui  la provincia di Lucca con i suoi prodotti, le sue campagne, olio e vino, è protagonista – sottolinea Massimo Bani, segretario generale Cisl Toscana Nord -, un settore  che in area regionale fornisce l’8-10% del Pil della Toscana, con produzioni oltretutto di alta qualità e ad alto valore aggiunto, a cominciare dal vitivinicolo appunto. Eppure ad oggi nessuno si è seduto al tavolo per il rinnovo del contratto provinciale di lavoro. Una situazione di stallo che mina ulteriormente il comparto, in buona parte provato dagli effetti a cascata della pandemia, soprattutto per quanto riguarda i produttori più piccoli. Sono lavoratori che attendono equi incrementi retributivi, garanzie più elevate, anche alla luce degli effetti della pandemia.  Per questo i  sindacati di categoria, Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, hanno avviato la campagna per il rinnovo del contratto integrativo territoriale, che incide mediamente per il 20-30% del salario complessivo, ma in 4 degli 8 territori in cui è divisa la Toscana, non si è finora neppure riusciti ad aprire i tavoli o iniziare una trattativa degna di questo nome: il confronto è avviato a Siena, Grosseto, Pisa e Livorno, mentre è bloccato a Pistoia e Arezzo. A Lucca, così come nell’area Firenze -Prato, siamo ancora più indietro,  deve ancora partire. Sono lavoratori indispensabili a tutto l’indotto, fondamentali anche per quello turistico, che rappresentano il nostro passato, presente, futuro, non possono essere dimenticati”

. Il segretario regionale Fai Cisl Toscana, Amedeo Sabato, sottolinea il concetto:  “Il settore della produzione di ortaggi ha tenuto solo nel comparto della grande produzione, mentre il piccolo proprietario terriero che aveva la serra oggi è in ginocchio – dice Sabato -. Ricordiamoci che anche l’agriturismo vive dello stesso contratto, a cui si lega tutto il comparto del vino lucchese e di Montecarlo,  che ha avuto difficoltà che solo ora sta iniziando a  superare. La trattativa per il nuovo contratto si è spinta troppo avanti nel tempo, attese che pesano troppo, così come quelle dell’ente bilaterale agricolo che non è mai stato attivato in Provincia e che invece avrebbe potuto fornire importanti tutele in questa fase”.

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