Bindocci (Uilcom): “Covid, calata l’attenzione nelle aziende”

Il sindacalista mette in guardia: "Un rispetto solo formale delle norme basilari"

“Molte aziende hanno una attenzione solo formale e c’è uno scarso coinvolgimento dei lavoratori e delle Rls per il covid anche dove si continua a lavorare”. A sostenerlo lanciando un allarme è Massimiliano Bindocci, segretario toscano della Uilcom Uil settore carta.

“L’emergenza covid 19 colpisce sicuramente molte medie e piccole imprese – osserva -, molte attività artigiane e molti lavoratori, riducendo in modo drastico i volumi e le attività e mettendo in discussione la stessa sopravvivenza economica di questi soggetti. Questo tema non deve però far passare in secondo piano le condizioni sanitarie e le procedure di prevenzione dei posti di lavoro che invece hanno la fortuna di poter continuare ad operare.  Mi riferisco al fatto che in molte fabbriche, ma anche in attività del terziario (supermercati, uffici, servizi, ecc.) spesso le procedure adottate per la prevenzione del covid sono meramente formali e con un velo di ipocrisia, nonostante la situazione ed il rischio contagio sia ai livelli record”.

“Insomma la soglia di attenzione è calata e molte aziende adottando si limitano di fatto a poche procedure, mantenimento – sostiene Bindocci – della distanza fisica ed all’uso della mascherina oltre che a qualche spray battericida e con questo ritengono di avere esaurito il proprio compito. Addirittura colgono l’occasione per ridurre l’utilizzo degli spazi comuni (docce, sala ristoro, bagni ecc) peggiorando le condizioni di lavoro e non si occupano di distribuire le mascherine, non limitano gli incroci ai cambi turni riducendo o sfalsando gli orari, non fanno informazione e quando spunta un caso covid passano un cencio col disinfettante sulla postazione, spesso senza nemmeno lo comunicarlo se non in modo sommario ai colleghi, ritenendo che l’aver previsto procedure sia sufficiente ad escludere contatti. Capiamo che il business sia fondamentale e che si temano ripercussioni nell’organizzazione del lavoro o cattiva pubblicità, ma la salute viene prima non solo dove si chiude, ma anche dove si resta aperti”.

“È necessario che su questa cosa si intervenga urgentemente, Asl, autorità e categorie, perché – conclude Bindocci – nonostante i protocolli nazionali e l’iniziale senso di solidarietà di alcuni imprenditori, oggi spesso registriamo una scarsa attenzione e anche dove ci sono uno scarso coinvolgimento – se non formale – dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Il diritto alla salute ed un reale intervento per la prevenzione al contagio del covid 19 non si deve fermare fuori dai cancelli delle fabbriche né all’ingresso degli altri posti di lavoro”.

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