Assocarta: “In cantiere investimenti per bio-metano e energia da scarti del riciclo”

Rispetto all'ottobre 2019 cresce dell'8 per cento l'impiego di carte da riciclare nel settore

È intervenuto oggi (2 dicembre) al Forum Per una ripresa #green organizzato da Quale energia il direttore generale di Assocarta Massimo Medugno sul ruolo chiave dell’industria cartaria nella transizione green.

“L’industria cartaria italiana – afferma Medugno – potrebbe ottenere bio-metano dai fanghi, potenziare la cogenerazione e produrre energia dagli scarti del riciclo per migliorare il mix energetico del settore. Con questa ‘ricetta’ energetica – che si aggira intorno ai 270mila di euro – il settore cartario italiano, già protagonista della bio-economia circolare, è pronto a fare la sua parte nella transizione energetica del Paese e cogliere le opportunità del #Recovery Fund”.

L’industria cartaria italiana, tra il 2000 e il 2018 – a pari volumi produttivi – ha registrato una riduzione dei consumi energetici di circa il 15%. Negli stabilimenti cartari presenti sul territorio si produce un biomateriale che viene poi riciclato dagli stessi con un tasso di circolarità medio del 57%. Nel settore imballaggi il tasso di riciclo è all’81%, già oltre l’obiettivo della direttiva Ue 852 per il 2025. L’Italia occupa, infatti, il terzo posto a livello europeo per utilizzo di carta da riciclare (Fonte: rapporto Comieco 2020). Il consumo di carte da riciclare, rispetto all’ottobre 2019, è cresciuto dell’8%.

Sono solo due degli indicatori ambientali – in miglioramento – che fanno del comparto cartario nazionale un settore fortemente impegnato per la transizione #green come dimostra il bilancio ambientale del settore, presentato la scorsa settimana da Assocarta in collaborazione con Legambiente. “Prestazione ambientali che potrebbero ulteriormente progredire se vi fosse un contesto normativo favorevole all’impresa e alla sua competitività sui mercati”, precisa Medugno.

Il settore cartario italiano ha in cantiere sette progetti per la produzione di bio-metano da fanghi per un valore economico di circa 14.700mila euro.

Il vantaggio ambientale derivante dalla produzione di bio-metano da fanghi è costituito dalla riduzione di emissioni di CO2 – spiega Medugno – (11.500 tonnellate – dato parziale su 4 progetti) e di rifiuti (10mila tonnellate). Applicando questa tecnologie al 50% del settore si avrebbe una riduzione di 80mila tonnellate CO2 l’anno e 200mila tonnellate di rifiuti. A ciò potrebbe essere aggiunto quello prodotto a partire dagli scarti organici, coinvolgendo anche l’industria manifatturiera con misure adeguate di incentivazione”.

Inoltre, il settore cartario ha investito circa 50.935mila in progetti per il recupero degli scarti del riciclo. I vantaggi ambientali collegati a tali progetti sono la riduzione dei rifiuti avviati a smaltimento: 19mila tonnellate di fanghi di depurazione e 58.700 tonnellate di scarti di pulper, oltre alla riduzione delle emissioni di CO2 per effetto delle sostituzione di fonti fossili. Il settore cartario italiano produce 250mila tonnellate di scarti di pulper l’anno. Applicando queste tecnologie al 50% del settore si otterrebbe una riduzione di 125mila tonnellate di rifiuti l’anno.

Infine, per completare l’impatto del mix energetico proposto, il settore con gli investimenti fatti negli impianti di cogenerazione – che si stima possano arrivare, tra nuovi impianti e rifacimenti, a circa 200 Mw per una valore di 200 milioni di euro – può risparmiare oltre 275mila tonnellate di CO2.

“L’impegno del nostro settore sul fronte ambientale – afferma Medugno – viene quest’anno ulteriormente riconosciuto da un indicatore di circolarità di materia pari a 0.79 in una scala da 0 a 1 (https://www.ellenmacarthurfoundation.org/). Un valore elevato, ottenuto grazie alla capacità del settore di investire in materie prime rinnovabili (fibre vergini da foreste certificate e amidi), e di reimmettere nel ciclo produttivo carta e imballaggio da riciclare”.

“La carta – conclude Medugno – potrebbe sostituire il 25% degli imballaggi a base di materiali fossili e, grazie alle nuove capacità in corso di avvio, il riciclo potrebbe crescere ancora, passando dalle attuali 10 tonnellate al minuto ad oltre 12”.

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