In piazza i lavoratori del pubblico impiego, Cgil: “Chiediamo dignità e valore a un lavoro che riguarda tutti”

Le rivendicazioni: "Servono piano straordinario di assunzioni, più sicurezza e rinnovo del contratto collettivo nazionale"

Non mi fermo, ma protesto. È questo lo slogan che capeggia il presidio per lo sciopero dei lavoratori del servizio pubblico di oggi (9 dicembre) proclamato da funzione pubblica Cgil, Cisl funzione pubblica, Uil Federazione poteri locali e Uil pubblica amministrazione in piazza Napoleone. I partecipanti, come avvenuto per iniziative analoghe svoltesi in precedenza, sono stati contingentati sia per rispettare le normative di sicurezza anti-Covid, sia perché molti lavoratori non sono potuti intervenire per continuare a garantire i servizi minimi essenziali.

“Abbiamo tre richieste fondamentali, che finora sono rimaste inascoltate da parte del governo – spiega Lorena Maggiolo, segretaria generale provinciale della Cgil funzione pubblica Lucca – un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazione dei lavoratori precari, il rinnovo del contratto collettivo nazionale e migliori misure di sicurezza per i lavoratori, che in questo momento difficile affrontano il comprovato rischio di contrarre il coronavirus. Noi chiediamo soprattutto dignità e valore al lavoro pubblico” .

Vogliamo che siano fatti investimenti nel settore pubblico per fare fronte ai gravi problemi causati da anni di tagli – prosegue – Al momento sull’organico del settore pubblico nazionale pesa una carenza di 500mila unità, creatasi con tagli lineari a partire dal 2009 con il blocco della contrattazione e il turnover delle assunzioni, mentre degli attuali dipendenti pubblici circa 170mila sono precari da stabilizzare. Inoltre nella sanità, per fare fronte all’emergenza, sono stati assunti 36mila lavoratori con contratto di un anno: che fine faranno allo scadere di questo periodo?”.

“Anni di tagli in favore del privato e la mancanza del rinnovo del contratto – si legge nella nota – il tutto accompagnato dal diffondersi dell’ingiurioso epiteto di fannulloni, ingiustamente ed umiliantemente affibbiato ai lavoratori pubblici da molti cittadini, e spesso ripreso anche dai politici per giustificare le carenze di servizi che per mancanza di mezzi diventano sempre più difficili da garantire, hanno generato un forte malcontento nel settore pubblico, come si è potuto constatare dagli interventi dei lavoratori presenti in Piazza Napoleone”.

Al presidio è intervenuta anche la segretaria generale regionale della Cgil Toscana Dalida Angelini, che ha voluto ricordare l’importanza universale del settore pubblico: “Dobbiamo ricordare che i lavoratori del settore pubblico sono coloro che ci accompagnano nelle esigenze di tutti i giorni, che stanno dietro a tutti i servizi di cui usufruiamo. Per questo motivo questo sciopero riguarda tutti i lavoratori d’Italia, e dobbiamo essere uniti in questa iniziativa, anche e soprattutto in un momento così difficile. Non è accettabile che il governo chieda a Confindustria il rinnovo del contratto collettivo, e poi non si sieda neanche al tavolo di trattativa per parlare di quello dei lavoratori del settore pubblico. Dall’Europa stanno per arrivare molti soldi, ed è l’ora che tanti di questi fondi vengano investiti nel pubblico per dare una strategia a lungo termine al paese, ripensando, riorganizzando e finalizzando all’ottimizzazione di queste nuove risorse il lavoro pubblico”.

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