Concessioni balneari da riassegnare ogni due anni, si infiamma la polemica

Cna: "Di massima urgenza che governo e parlamento approvino una riforma del demanio". Lega e Fratelli d'Italia dalla parte dei gestori

“È di massima urgenza che governo e parlamento approvino una riforma del demanio individuando il giusto equilibrio tra i principi della concorrenza e la doverosa tutela degli investimenti e degli interessi dei concessionari uscenti”. Lo afferma il coordinatore della Cna Balneari Cristiano Tomei.

Il riferimento è alla sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito come le concessioni balneari debbano essere riassegnate entro due anni al massimo tramite gare pubbliche. “Si tratta – dice Cna – di una sentenza che non tiene conto di una legge approvata dal parlamento in materia di prolungamento delle concessioni”.

“Occorre scongiurare – prosegue Tomei – un pesante impatto sociale ed economico su 30mila imprese balneari italiane, e sul loro indotto, che rischiano di essere messe in liquidazione dopo importanti investimenti ancora da ammortizzare per realizzare un’offerta di servizi turistici balneari di alta qualità, capace di attirare clienti e turisti responsabili e di alta gamma, un’esperienza quasi unica nel contesto europeo”.

La questione ha inevitabilmente scatenato anche il dibattito politico.

“Siamo fortemente amareggiati – afferma Elisa Montemagni, capogruppo in Consiglio regionale della Lega – riguardo alla sentenza del Consiglio di Stato che ha deciso di azzerare, a partire dall’1 gennaio 2024, le attuali concessioni demaniali marittime. In pratica si riduce di ben dieci anni l’effetto della òegge, espressamente voluta dall’allora ministro Centinaio, che fissava al 2033 il termine ultimo sulla questione in oggetto. Una decisione che, quindi, non condividiamo affatto, visto che, come detto, ridimensiona alquanto la normativa voluta fortemente dalla Lega. Purtroppo il recente richiamo dell’Unione Europea sulla tematica, ha posto un chiaro freno al fatto che si potesse arrivare, come da noi auspicato, fino al 2033”.

“Desideriamo, dunque – conclude Montemagni – esprimere la massima vicinanza ai tanti qualificati operatori del settore spesso preciso punto di riferimento dei molti turisti che solitamente affollano le nostre spiagge. Rimaniamo, dunque, dell’idea che il comparto debba essere costantemente preservato e valorizzato e non colpevolmente penalizzato come, purtroppo, accadrà, stante la recente decisione dei giudici”.

Rimaniamo sconcertatidichiarano Riccardo Zucconi, deputato e capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione attività produttive, commercio e turismo e Gianluca Caramanna, responsabile nazionale del dipartimento turismo di Fratelli d’italia – dalla sentenza del Consiglio di Stato che, stabilendo di disapplicare una legge votata dal Parlamento italiano e dichiarando la cessazione delle attuali concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2023 con la loro successiva e immediata messa a bando, di fatto decreta la morte del turismo balneare italiano. Come volevasi dimostrare l’incapacità e l’assenza di volontà del Governo Draghi e prima ancora dei Governi Conte nell’affrontare seriamente una tematica così importante, ha lasciato il futuro di migliaia di aziende in mano a sentenze della magistratura amministrativa e a diktat provenienti da Bruxelles nonostante la presenza di una legge nazionale che dispone diversamente”.

“Quella di ieri – concludono – è una sentenza sconcertante anche perché si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali e costituzionali a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto. Esprimiamo profonda solidarietà nei confronti di tutti quegli imprenditori, lavoratori e operatori del settore che con fatica negli anni hanno costruito le loro aziende e ora si ritrovano gettate nell’angoscia più totale per la prospettiva di perdere il lavoro e i loro averi. Fratelli d’Italia non indietreggerà di un centimetro nella difesa di questo comparto, una battaglia moralmente giusta che porteremo avanti fino alla fine. Se il governo esiste ancora, batta un colpo e venga a riferire subito in Aula per garantire un futuro a migliaia di aziende italiane”.

“La sentenza del Consiglio di Stato in materia di concessioni balneari ci lascia sconcertati e rischia di essere letale per tante aziende tipicamente Italiane e per tante famiglie che hanno reso questo settore un vero è proprio fiore all’occhiello del turismo e dell’economia italiana”. Così affermano i senatori di Forza Italia Massimo Mallegni, responsabile del turismo, e Maurizio Gasparri, componente del comitato di presidenza del partito, sulle novità relative alla Bolkestein. Il Consiglio di Stato ha infatti dato lo stop alle proroghe delle concessioni balneari nel 2023, bocciando così la proposta di allungarle fino al 2033.

“Le nostre spiagge sono una peculiarità quasi esclusiva in Europa e con cecità si vogliono annullare decenni di sacrifici per aprire il mercato ai grandi gruppi internazionali. Personalmente, con i colleghi di Forza Italia, siamo sempre stati dalla parte delle imprese italiane e grazie al nostro intervento è stato possibile varare le varie proroghe che negli anni hanno garantito un futuro a questi lavoratori, ricordiamolo, stagionali, che tra qualche mese rischiano danni gravissimi”, proseguono i parlamentari azzurri, che hanno sempre seguito da vicino e con la massima attenzione la vicenda.

“Non ci fermeremo. – concludono – Contesteremo interpretazioni astruse. Continueremo a sostenere le ragioni dell’Italia, del turismo e dei balneari vittime di burocrati italiani o europei pronti a dare l’ennesimo colpo alla nostra economia nazionale e a spazzare via le tradizioni che hanno reso unico il nostro Paese”.

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