Industria, torna il segno più anche nella produzione del cartario. Ma non sono ancora i livelli pre Covid

Conferme dal dato trimestrale di Confindustria Toscana Nord. Preoccupanto i costi energetici

Piuttosto prevedibili, ma comunque importanti come conferme del consolidarsi di una tendenza, gli ultimi dati della produzione industriale di Lucca, Pistoia e Prato raccolti ed elaborati dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord.

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Nel terzo trimestre 2021 la crescita tendenziale della produzione industriale nell’area Lucca-Pistoia-Prato – quella calcolata nel confronto rispetto allo stesso periodo del 2020 – si colloca a +8,4%. Un dato coerente con quanto accaduto nel trimestre precedente, quando il confronto con il corrispondente periodo del 2020 era sì maggiore di cinque punti, ma condizionato dal confronto con il periodo peggiore della pandemia, che comprendeva anche la chiusura forzata di molte attività manifatturiere.

Si registra quindi una sostanziale regolarità del dato tendenziale, confermata anche da quello congiunturale, cioè dalla crescita del terzo trimestre rispetto al trimestre precedente, molto simile a quella del secondo (+3,2% nel terzo trimestre rispetto a +3,5% nel secondo, al netto dei fattori stagionali). Sulla base dei dati attuali pertanto la ripresa dell’attività produttiva dell’area Lucca-Pistoia-Prato evidenzia uno sviluppo di fondo positivo e piuttosto regolare.

Differenziate, come sempre, le prestazioni dei vari settori, la cui distribuzione condiziona i risultati a livello provinciale e – in relazione alla loro maggiore o minore concentrazione nel territorio complessivo di riferimento di Confindustria Toscana Nord – anche il confronto con il dato italiano pre-Covid. Nel confronto con la media del 2019, nel terzo trimestre 2021 l’indice italiano destagionalizzato resta inferiore del -0,7%, quello di Lucca-Pistoia-Prato del -2,8%.

Nello specifico dei settori, sono ancora impegnati a recuperare i livelli del 2019 la moda, il lapideo, il mobile e in misura minore la carta; vicinissima all’obiettivo la metalmeccanica, mentre chimica, plastica, alimentare e mezzi di trasporto lo superano, in qualche caso anche ampiamente.

Lucca

“La produzione di Lucca realizza nel terzo trimestre 2021 un risultato superiore del +2,4% alla media del 2019 – commenta il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti – L’obiettivo del recupero rispetto al periodo pre-covid è quindi nettamente centrato. Tutti i settori portano il segno positivo rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente, con la sola eccezione dell’alimentare il cui -2,5% viene comunque a valle di un 2020 che ha avuto come risultato +4,2%. Buoni, talvolta ottimi, i risultati di tutte le altre tipologie merceologiche. Anche la carta rientra in territorio positivo, con un +2,2% che segna una svolta importante, indicando una performance non più concentrata su alcune tipologie produttive ma più armonicamente diffusa fra le varie specializzazioni del settore, incluse quelle che erano state più colpite dagli effetti economici della pandemia”.

“I livelli pre-covid tuttavia non sono ancora raggiunti – ricorda Pieretti – il distretto cartario Lucca-Pistoia si discosta nel terzo trimestre 2021 dalla media 2019 per il -4,5%, dato migliore comunque di quello italiano fermo a -7,2%. Incrementi a una cifra anche per moda (+3,7%), lapideo (+4,2%) e nautica (+7,1%). Continua la serie positiva dei settori legati ai metalli, cioè metallurgia (+10,9%) e costruzione di macchine/elettromeccanica (+13,6%), evidentemente spinte dalle ripresa di altri comparti loro clienti, dall’edilizia a varie tipologie manifatturiere. La crescita più rilevante è ancora una volta quella della chimica/plastica, con un +19% che segue risultati positivi anche nei precedenti tre trimestri. Quello che emerge dalle rilevazioni del nostro Centro studi è un manifatturiero lucchese che non ha più consistenti problemi di mercato, salvo alcune eccezioni e confidando che le incognite sull’evoluzione della pandemia non volgano a sorprese negative. Tuttavia volumi soddisfacenti di produzione non significano necessariamente margini adeguati: i costi energetici colpiscono in maniera più o meno forte tutti i settori, così come gli aumenti di materie prime e trasporti. Si sono ricreati i mercati, ma siamo ancora ben lontani dal recupero del necessario equilibrio nei flussi commerciali. La vera sfida adesso è questa”.

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